Madonna dai capelli si lucenti
che al solo sguardo luna impallidìva
ricordo la sciarada dei serpenti
melanconia di un mondo che soffriva
Mi dica ordunque cosa resta al tempo
delle ballate lente di pechino
e se ancor oggi danzano nel vento
mangiando fresche uova al tegamino
E se le rune danno ancora voce
ai lustri generati al calendario
quando la digestione di una noce
era un mattone, un vocabolario
Se il sole indora adesso i lenti giorni
e l'alma frena a spasso per la via
Se il pane fresco lascia a mana i forni
come a quel tempo dimmi donna Lia
Io sono Donna Lia di Rigamonte
quella che di sorpresa restò muta
cogliendo a verseggiare il Signor Conte
sull'albero maestro, il ciel l'aiuta.
Fu da quel giorno che il mio labbro tacque
per lo spavento tal visione fece
ed imparai a rimestar le acque
con rime e versi, sì che fosse prece.
Ordunque tu mi chiedi la favella
Don Rigoberto Arconte dell'Armata
ma ho perso la parola e una rotella
e pure l'anca, ahimè, me s'è sciancata.
Se t' accontenti t' offro il mio pennino
il calamaio, tutto l'inchiostro annesso
dovrai tenermi il braccio per benino
perchè per terra vado lunga spesso. Se il braccio adesso io vi porgo lesto
in modo che scongiuri ogni caduta
fareste due linguine con il pesto
che per secondo mangio la fonduta
Ordunque adesso che Vi guardo strano
e vedo che la zoppia è decadente
mi sfugge la speranza di un lontano
viaggio in montagna fatto in ascendente
Mia cara lady dalle belle ciglia
sia fatto in loco il misfatto scritto
ma non mi pesti il piede o la pariglia
dei mie cavalli mi fara' coscritto
Sia fatta volontade degli dei
alfine giunga fine al celibato
siate mia sposa al fianco si, colei
che regnera' sul popolo e il contado
Da Cristinakhay e Marcoforever
Ci siamo divertiti un po'
)))
Continua.....