Autore Topic: Traduzioni  (Letto 13701 volte)

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Offline Francesco Pozzato

Traduzioni
« il: Sabato 21 Giugno 2008, 11:18:02 »
salve colleghi!
stamane appena sveglio ho avuto la brillante idea (almeno secondo me) di dedicarmi alla traduzione in quanto ultimamente non mi riescono poesie soddisfacenti
pensavo che l'opera di traduzione fosse semplice e veloce visto che non è una creazione propria e invece mi sono accorto poco alla volta che è davvero interessante e piacevole
quello che sto cercando di fare è qualcosa forse di titanico x le mie scarse capacità: sto tentando di tradurre interamente the rime of the ancient mariner di s. t. coleridge in endecasillabi sciolti cercando di seguire il filo del discorso cambiando poche parole e soprattutto con lo stesso num di versi dell'originale
vi posto ora la traduzione della prima parte in seguito posterò anche le altre 6 rimanenti se la massa della poesia non mi crollerà addosso e mi farà abbandonare quest'"impresa"!
Francesco, scudiero dei classici

Offline Francesco Pozzato

Re: Traduzioni
« Risposta #1 il: Sabato 21 Giugno 2008, 11:22:53 »
THE RIME OF THE ANCIENT MARINER - PART I

It is an ancient Mariner,
And he stoppeth one of three.
`By thy long beard and glittering eye,
Now wherefore stopp'st thou me ?

The Bridegroom's doors are opened wide,
And I am next of kin ;
The guests are met, the feast is set :
May'st hear the merry din.'

He holds him with his skinny hand,
`There was a ship,' quoth he.
`Hold off ! unhand me, grey-beard loon !'
Eftsoons his hand dropt he.

He holds him with his glittering eye--
The Wedding-Guest stood still,
And listens like a three years' child :
The Mariner hath his will.

The Wedding-Guest sat on a stone :
He cannot choose but hear ;
And thus spake on that ancient man,
The bright-eyed Mariner.

`The ship was cheered, the harbour cleared,
Merrily did we drop
Below the kirk, below the hill,
Below the lighthouse top.

The Sun came up upon the left,
Out of the sea came he !
And he shone bright, and on the right
Went down into the sea.

Higher and higher every day,
Till over the mast at noon--'
The Wedding-Guest here beat his breast,
For he heard the loud bassoon.

The bride hath paced into the hall,
Red as a rose is she ;
Nodding their heads before her goes
The merry minstrelsy.

The Wedding-Guest he beat his breast,
Yet he cannot choose but hear ;
And thus spake on that ancient man,
The bright-eyed Mariner.
`And now the STORM-BLAST came, and he
Was tyrannous and strong :
He struck with his o'ertaking wings,
And chased us south along.

With sloping masts and dipping prow,
As who pursued with yell and blow
Still treads the shadow of his foe,
And forward bends his head,
The ship drove fast, loud roared the blast,
The southward aye we fled.

And now there came both mist and snow,
And it grew wondrous cold :
And ice, mast-high, came floating by,
As green as emerald.

And through the drifts the snowy clifts
Did send a dismal sheen :
Nor shapes of men nor beasts we ken--
The ice was all between.

The ice was here, the ice was there,
The ice was all around :
It cracked and growled, and roared and howled,
Like noises in a swound !

At length did cross an Albatross,
Thorough the fog it came ;
As if it had been a Christian soul,
We hailed it in God's name.

It ate the food it ne'er had eat,
And round and round it flew.
The ice did split with a thunder-fit ;
The helmsman steered us through !

And a good south wind sprung up behind ;
The Albatross did follow,
And every day, for food or play,
Came to the mariner's hollo !

In mist or cloud, on mast or shroud,
It perched for vespers nine ;
Whiles all the night, through fog-smoke white,
Glimmered the white Moon-shine.'

`God save thee, ancient Mariner !
From the fiends, that plague thee thus !--
Why look'st thou so ?'--With my cross-bow
I shot the ALBATROSS.

Francesco, scudiero dei classici

Offline Francesco Pozzato

Re: Traduzioni
« Risposta #2 il: Sabato 21 Giugno 2008, 11:24:16 »
V’è un vecchio marinaio che ferma
un de’tre baldi giovani invitati.
“Per la tua lunga barba e’l luccicante
occhio, ché tu fermasti pur, pur me?”

Aperte son le porte de lo sposo,
e io di sangue gli son prossimo, giunti
son gli ospiti, iniziata è la festa:
udir tu dovresti il felice suono.”

Lo afferra con la scarna man e ossuta,
“C’era una nave” pronunzia quello.
“Vattene! La mano lasciami, pazzo
barbone!” La man subito ritira.

Col luccicante occhio lo trattiene,
ritto in piè l’invitato sta e ascolta
attento come un pargolo di tre anni:
la sua volontà il marinaio ha.

Sedesi su una pietra l’invitato,
niente può fare se non ascoltare;
sì il vecchio marinaio parlò,
il marinaio col luccicante occhio.

“Acclamata era la nave, il porto
lasciato, gaiamente salpavamo
sotto la chiesa, sotto la collina,
sotto la sommità del grande faro.

A manca sorgea il Sol da Levante,
fuor del mar venia egli. Intenso
brillava, su la destra ver’Ponente
placido s’abbandonava entro’l mar.

Sempre più alto ogne passante dì,
fin sovra la sommità dell’albero…”
Quivi si cosse il petto l’invitato,
ché il possente stromento udì.

Su l’uscio avanzava la bella sposa,
rossa qual una rosa si prestava;
il suo capo scuotendo innanzi a lei,
andava il primo de’musicisti.

Quivi si cosse il petto l’invitato,
niente può fare se non ascoltare;
sì il vecchio marinaio parlò,
il marinaio col luccicante occhio.

“Qui giunse una tempesta ed ella fu
poderosa qual fosse un tiranno:
con le sue oppressive ali ci colpì,
e inver’Meridione ci condusse.

Con li inclinati alberi e la prua
sommersa, come chi tutto ansimante
anco l’ombra del nemico calpesta,
e avanti il suo capo propende,
veloce andava la nave, ruggiva
la tempesta: il Sud sì raggiungemmo.

E qui foschia e neve trovammo,
e crebbe incredibilmente il freddo:
e galleggiava, alto come l’albero,
sì verde ghiaccio come lo smeraldo.

E attraverso le banchine, le rupi
nevose ostili bagliori emettevano.
Né umana orma né di bestia, ché ovunque
v’era ghiaccio, scorgere potevamo.

Qui v’era ghiaccio, là v’era ghiaccio,
solo ghiaccio v’era in ogni dove.
Spezzavasi, ringhiava, ruggiva, urlava,
come romori in un sinistro sogno!

Infin ci passò innanzi un albatro,
attraverso la nebbia egli venne;
e qual fosse un’anima Cristiana
nel Nome di Dio salutammolo.

Il cibo che non ebbe mai mangiato
mangiò, ed egli volava qua e là.
Spezzosi il ghiaccio con rombo potente;
attraverso ci condusse il nocchier.

E un secondo vento meridionale
portocci avanti, seguiva l’augel,
e ogne dì, per cibo o per giocar,
al richiamo de’marinai giungea.

In nebbia o in nuvolo, su l’albero
o su le alte vele, per nove vespri;
mentre ogne notte, tra la bianca nebbia,
il pallore della Luna splendea.

“Dio ti salvi, o vecchio marinaio,
dai demoni, che sì ti tormentano!
Ché sì ti mostri?” “Con la mia balestra,
al favorevole albatro io sparai.”
Francesco, scudiero dei classici

Offline Stellaerratica

Re: Traduzioni
« Risposta #3 il: Sabato 21 Giugno 2008, 21:09:50 »
complimenti per la pazienza e volontà, da traduttrice so che è un'impresa in ambito poetico. già con le proprie poesie lo è, figurarsi con quelle altrui.
ti consiglio di leggere "esercizi di stile" di queneau tradotti da umberto eco: impressionante come una traduzione diventi uno splendido esercizio pure in italiano. è veramente spettacolare.
mi chiedo una cosa: perché t'è venuta questa voglia? ci sono già varie traduzioni di quest'opera  ;D
cmq ottima scelta, il testo. l'ho sempre amato molto.
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)

Offline Marina Como

Re: Traduzioni
« Risposta #4 il: Sabato 21 Giugno 2008, 21:36:50 »
......
mi chiedo una cosa: perché t'è venuta questa voglia? ci sono già varie traduzioni di quest'opera  ;D
cmq ottima scelta, il testo. l'ho sempre amato molto.

in italiano antico? hihihihi...
concordo con tutto il resto, naturalmente.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Francesco Pozzato

Re: Traduzioni
« Risposta #5 il: Sabato 21 Giugno 2008, 21:43:59 »
eheh marina lo sai ke io nn faccio poesia senza il mio lessico antico!eheh!
no cmq rime of the ancient mariner xke mi piace tantissimo la storia, il messaggio..le traduzioni ke ho letto sono in prosa e mal tradotto per di più..io poi sono un tipo particolare sono molto attratto dalle composizioni lunghe!qnd vedo un testo prosa o poesia ke sai molto lungo lo leggo ancora più volentieri non so il signore degli anelli, le cronache di narnia, la commedia, i promessi sposi, ecc.
e poi ho scelto proprio qst xke io sono anke chitarrista un gruppo metal gli iron maiden ha scritto una canzone ispirata a qst poesia e così avevo motivo in più e poi diciamocelo a me sembra la maggior poesia inglese!ho letto qualke sonetto di shakespeare e a dir la verità se shakespeare viene etichettato come il dante inglese mi viene proprio da ridere!!
« Ultima modifica: Sabato 21 Giugno 2008, 21:46:10 da Francesco Pozzato »
Francesco, scudiero dei classici

Offline Stellaerratica

Re: Traduzioni
« Risposta #6 il: Sabato 21 Giugno 2008, 21:48:19 »
e poi ho scelto proprio qst xke io sono anke chitarrista un gruppo metal gli iron maiden ha scritto una canzone ispirata a qst poesia
mi puoi mandare il link di questa canzone? un link youtube, tipo, così colmo uno degli infiniti buchi della mia ignorante cultura.
(tipo groviera hahaha)
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)

Offline Marina Como

Re: Traduzioni
« Risposta #7 il: Sabato 21 Giugno 2008, 22:00:07 »
 :D cacchio... pure qui un chitarrista? Non basta mio figlio?
Mi sta bene! Così m'imparo la prossima volta a non strimpellare la mia sei corde... bell'esempio gli ho dato...
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Stellaerratica

Re: Traduzioni
« Risposta #8 il: Sabato 21 Giugno 2008, 22:05:17 »
:D cacchio... pure qui un chitarrista? Non basta mio figlio?
Mi sta bene! Così m'imparo la prossima volta a non strimpellare la mia sei corde... bell'esempio gli ho dato...
tranquilla, ci penso io a riportarti nel mondo normale: più del giro di sol (credo, cioè quello del 'gatto e la volpe') non so fare!!
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)

Offline Francesco Pozzato

Re: Traduzioni
« Risposta #9 il: Sabato 21 Giugno 2008, 22:38:36 »
http://youtube.com/watch?v=97pV7Z3EX_o

parte I

http://youtube.com/watch?v=MfW-6pgA60A&feature=related

parte II

qst canzone ti avverto dura 13 min!e gli iron maiden x nn screditare la loro concezione metal danno più credito alle parti un pò più oscure della poesia!come i morti ke guardano il marinaio e cose così!cmq è una gran bella canzone secondo me!merita!anke xke gli iron maiden sono molto quotati come gruppo metal!e nn hanno niente a ke vedere con il giro di do del gatto e la volpe di bennato!anke se il mio gruppo preferito sono i DT Dream Theater..avrete sicuramente sentito i pink floyd ecco i dt sono l'esagerazione di quel tipo di musica!cose praticamente impossibile da fare tranne x loro!
« Ultima modifica: Sabato 21 Giugno 2008, 22:40:56 da Francesco Pozzato »
Francesco, scudiero dei classici

Offline Francesco Pozzato

Re: Traduzioni
« Risposta #10 il: Domenica 22 Giugno 2008, 00:25:43 »
ecco che ora vi posto la traduzione della seconda parte se trovate errori di metrica perdonate l'ho tradotta in 1 ora dalle 23 alle 24!penso ke possiate capire

THE RIME OF THE ANCIENT MARINER - PART II

The sun now rose upon the right:
Out of the sea came he.
Still hid in mist and on the left
Went down into the sea.

And the good south wint still blew behind,
But no sweet bird did follow,
Nor any day for food or play
Came to the mariners’ hollo!

And I had done a hellish thing,
And it would work ’em woe:
For all averred, I had killed the bird
That made the breeze so blow.
Ah wretch! said they, the bird to slay,
That made the breeze to blow!

Nor dim nor red, like God’s own head,
The glorious Sun uprist:
Then all averred, I had killed the bird
That brought the fog and mist.
’Twas right, said they, such birds to slay,
That bring the fog and mist.

The fair breeze blew, the white foam flew
The furrow followed free;
We were the first that ever burst
Into that silent sea.

Down dropt the breeze, the sails dropt down
’Twas sad as sad could be;
And we did speak only to break
The silence of the sea!

All in hot and copper sky,
The bloody Sun, at noon,
Right up above the mast did stand,
No bigger than the Moon.

Day after day, day after day,
We stuck, nor breath nor motion;
As idle as a painted ship
Upon a painted ocean.

Water, water, everywhere,
And all the boards did shrick;
Water, water, everywhere,
Nor any drop to drink.
The very deep did rot: O Christ!
That ever this should be!
Yes, slimy things did crawl with legs
Upon the slimy sea.

About, about, in reel and rout
The death-fires danced at night;
The water, like a witch’s oils,
Burnt green, and blue, and white.

And some in dreams assured were
Of the spirit that plagued us so;
Nine fathom deep he had followed us
from the land of mist and snow.

And every tongue, through utter drought,
Was withered at the root;
We could not speak, no more than if
We had been chocked with soot.

Ah! well a day! what evil looks
Had I from old and young!
Instead of the cross, tha Albatross
About my neck was hung.
Francesco, scudiero dei classici

Offline Francesco Pozzato

Re: Traduzioni
« Risposta #11 il: Domenica 22 Giugno 2008, 00:28:57 »
Sorgea ora il Sol su la destra
fuor del mar venia egli. Ancora
tra la nebbia nascosto e a manca
placido s’abbandonava entro’l mar.

E ancora soffiava il vento secondo,
ma niuno dolce augello seguia,
per cibo o giocar in nessuno dì, niuno
al richiamo de’marinai venia.

Una spregevole azione commisi,
che tutti condusse in disgrazia:
a detta d'ognun, avea ucciso
l’augel che facea il vento spirar.
Sciagurato, dissero, uccidere
l’augel che facea il vento spirar.

Non fioco, non rosso, simil al volto
di Dio, sorse imperioso il Sol:
a detta d'ognun, avea ucciso
l’augel che nebbia e foschia portava.
Giusto fu, essi dissero, uccidere
l’augel che nebbia e foschia portava.

Soffiava la brezza, la bianca schiuma
scorrea, libero andava il solco;
i primi noi eravamo a solcar
quel silenzioso, immobile mar.

Solo, nel caldo e rameoso ciel,
a mezzodì, venne a star sovra l’albero,
non però più grande che della Luna,
il maestoso Sol color del sangue.

Dì dopo dì e giorno dopo giorno,
niuna brezza, niuno moto: fermammoci;
qual fossimo una dipinta nave
sovra un altrettanto dipinto mar.

Acqua, acqua, in ogne dove acqua,
tutte le tavole si ritirarono;
acqua, acqua, in ogne dove acqua,
e nessuna goccia da poter bere.

Si putrefece il profondo, o Cristo,
se questo fosse potuto accadere!
Certo, viscide cose nuotavano
con le gambe sovra il viscido mar.

Attorno, attorno, turbinosi e molti
tristi fuochi danzavano nel buio.
Le acque, come pozioni di strega,
verdi, e blu, e bianche bollivano.

E taluni certi erano in sogno
de lo spirto che sì ci opprimeva;
nove leghe di sotto ci seguì
sin dalle terre de nebbia e neve.

Ed ogne lingua, per l’estrema sete,
seccata era fin alla radice;
parlar non potevamo, non di più
che se fossimo dal fumo asfissiati.

Ah! Qual dì! Qual guardi malvagi ebbi
sia dall’attempato, sia dal giovane!
Anziché la croce, attorno al mio collo
fu appeso l’augello privo di vita.
Francesco, scudiero dei classici

Offline Francesco Pozzato

Re: Traduzioni
« Risposta #12 il: Domenica 22 Giugno 2008, 17:15:57 »
buondì!
ora vi posto la traduzione della terza parte

THE RIME OF THE ANCIENT MARINER - PART III
There passed a weary time. Each throat
Was parched, and glazed each eye
A weary time! A weary time!
How glazed each weary eye!
When looking westward I beheld
A something in the sky.

At first it seemed a little speck,
And then it seemed a mist;
It moved and moved, and took at last
A certain shape, I wist.

A speck, a mist, a shape. I wist!
And still it neared and neared:
As if it dodged a water sprite,
It plunged and tacked and veered.

With throats unslaked, with black lips backed,
We could nor laugh nor wail;
Through utter drought all dumb we stood!
I bit my arm, I sucked the blood,
And cried, A sail! a sail!

With throats unslaked, with black lips backed,
Agape they heard me call:
Gramercy! they for joy did grin,
And all at once their breath drew in,
As they were drinking all.

See! see! (I cried) she tacks no more!
Hither to work us weal;
Without a breeze, without a tide,
She steadies with uproght keel!

The western wave was all a-flame,
The day was well nigh done!
Almost upon the western wave
Rested the broad bright Sun.
When that strange shape drove suddendly
Betwixt us and the Sun.

And straight the Sun was flecked with bars,
(Heaven’s Mother send us grace!)
As if through a dungeon-grate he peered
With broad and burning face.

Alas! (thought I, and mi heart beat loud)
How fast she nears and nears!
Are those her sails that glance in the Sun,
Like restless gossameres?

Are those her ribs through which the Sun
Did peer, as through a grate?
And is that Woman all her crew?
Is that a Death? and are there two?
Is Death that Woman’s mate?

Her lips were red, her looks were free.
Her locks were yellow as gold:
Her skin was as white as leprosy,
The Night-mare Life-in-Death was she,
Who thicks man’s blood with cold.

The naked hulk alongside came,
And the twain were casting dice:
«The game is done! I’ve won, I’ve won !»
Quoth she, and whistles thrice.

The Sun’s rim dips, the stars rush out:
At one stride comes the dark;
With far-heard whisper o’er the sea,
Off shot the spectre-bark

We listened and looked sideways up!
Fear at my heart, as at a cup,
My life-blood seemed to sip!
The stars were dim, and thick the night,
The steersman’s face by his lamp gleamed white;

From the sails the dew did drip—
Till clomb above the eastern bar
The horned Moon, with one bright star
Within the neither tip.

One after one, by the star-dogged Moon,
Too quick for groan or sigh,
Each turned his face with a ghastly pang,
And cursed me withe his eye.

Four times fifty living men,
(And I heard nor sigh nor groan)
With heavy tump, a lifeless lump,
They dropped down one by one.

The souls did from their bodies fly,—
They flied to bliss or woe!
And every soul it passed me by
Like the whizz of my cross-bow.
Francesco, scudiero dei classici

Offline Francesco Pozzato

Re: Traduzioni
« Risposta #13 il: Domenica 22 Giugno 2008, 17:21:44 »
Sì trascorse un tempo triste. Ogne gola
era secca, vitreo ogne occhio.
Un tempo triste! Un tempo sì triste!
Com’ero fissato da li stanchi occhi!
Quand’ecco, guardando inver’Ponente,
qualcosa io scorsi lassù nel ciel.

Dapprima una macchia esso sembrava,
e poi solo nebbia esso pareva;
movesi e movesi, prese infin
una certa sembianza, io lo vidi.

Una macchia, nebbia, una forma. Vidi!
E si avvicinava, si avvicinava.
Come se uno spirto d’acqua scansasse,
tuffavasi e piegavasi e giravasi.

Con asciutte gole e nere labbra arse
non potevamo ridere o piangere;
Per somma siccità, muti stavamo.
Morsimi il braccio, il sangue succhiai,
e “Una vela, una vela!” gridai.

Con asciutte gole e nere labbra arse
stupiti, gridar essi mi sentiro.
O pietà! Sorrisero per la gioia,
e tutti l’aria assiem respiraro,
come se bevendo essi stessero.

“Vedete! Vedete! (Gridai) più
non vira! Ritta vien recarci pace”;
sanza brezza, sanza corrente ella
avanza con la chiglia sollevata.

In fiamme eran le sinistre onde,
era il dì quasi volto a concludersi!
Quasi su le onde inver’Ponente
stagliavasi l’ampio Sole lucente.
Quando quella strana forma veloce
tra noi e il Sol venne a star.

Tosto il Sol a strisce si mostrò
(Che la Madre de’Cieli grazia rechi!)
come se da la grata di una cella
con l’ampio volto e bruciante guardasse.

Ahimé! (pensai, e forte il cor battea)
quanto veloce s’avvicinava ella!
Son este le sue vele che brillano
nel Sol, come fila di ragno inquiete?
Son este le sue coste cui per mezzo
sbircia il Sol, come attraverso una grata?
E’ lei da sola tutta la sua ciurma?
E’ lei la Morte? O due ve ne sono?
È forse la Morte la sua compagna?

Rosse eran le labbra, franchi li sguardi,
biondi i capei qual oro fossero:
la sua pelle bianca come la lebbra,
ella era l’incubo Vita-In-Morte,
che il sangue d’ogne uomo congela.

Il nudo relitto accanto ci venne,
e i dadi le gemelle lanciavano.
“Finito è il gioco! Ho vinto! Ho vinto!”
afferma quella e tre volte fischia.

Scompare il Sole, le stelle appaiono:
sanza crepuscolo, arriva la notte.
Con prolisso romorio sul mar
fuggì via quel vascello fantasma.

Sentivamo e di lato guardavamo
su! Timor dal cor suggere parea,
come da una coppa il sangue di vita.
Torbide le stelle, fitta la luna,
il volto del nocchier d’essa lucea.

Da le vele gocciava la rugiada,
finché giunse a l’estremo oriente
il corno de la Luna, con una stella
fulgida entro l’inferiore punta.

Uno dopo l’altro, sanza lamenti,
sotto la Luna da li astri inseguita,
ognun il volto con spasimo volse
e con il proprio guardo m’inseguì.

Duecento uomini viiventi,
(E io né pianti, né udii lamenti)
con grave tonfo, un sanza vita tonfo,
uno dopo l’altro essi morti caddero.

Da le lor salme via la lor anima
volò, inver’grazia o peccato filò.
E ogne anima accanto mi passò
come il sibilo de la mia balestra.
Francesco, scudiero dei classici

Nikita

  • Visitatore
Re: Traduzioni
« Risposta #14 il: Domenica 22 Giugno 2008, 19:25:30 »
Wow Francesco! Davvero complimenti, stai facendo davvero un buon lavoro. Personalmente, non trovo "divertente" la pratica della traduzione poetica, ma è sicuramente un buon esercizio per un "fanatico del metro" come te. Ti faccio i complimenti anche per la scelta del testo: lo conosco ed è davvero un capolavoro.
Auguri e buon lavoro.
Un sorriso.
Nicole