innanzittutto mi presento io: sono francesco, ho 18 anni, suono la chitarra e compongo musica, gioco a calcio a 5, e studio al liceo scientifico (anke se la mia passione è la poesia!)
qst poesia mi è stata ispirata da una frase pronunciata da Chenier un poeta francese della fine del 700 diceva: scrivere di argomenti nuovi su versi antichi (o + o - suonava cosi)
quindi ho rispolverato il metro ke secondo è l'eccellenza della poesia, ossia l'endecasillabo sciolto xke ricalca l'esametro omerico, e riguardo ad un argomento nuovo, moderno e incalzante ho deciso di scrivere qst breve carme della religione ke recita così:(se ci sono errori di metrica perdonatemi sono ancora in fase di sperimentazione!)
Per discorrere dell’Empireo Sire,
ché di vasta multitudo di fedi
è adombrata la nostra Madre Terra?
Da quando il culto vige dell’Unico
e del Sacro Libro, l’umanità
atroci d’umane carni conviti
imbandisce e con fraterno sanguine
la sete estingue. Ricordi tu forse
qualche contesa nel nome di Dio
fino a che il romano impero valeva?
Guerre e sangue la religione seco
conduce. Chi mai può considerare
il mio Dio del tuo migliore? Chiunque
Dio sia, codesto mondo ci ha
donato e santa pace tra i suoi figli
agogna. Sottil linea che Virtù
dal peccato disgiunge viene spesso
ottenebrata, sì che Dio vien
dal Misericordioso al bellicista
Marte. Ché dunque servì la Sua Morte?
Gente v’è che insegna nel Suo Nome odio,
versi citando fittizi dal Sacro
Testo. Lor mente nel peccato falla,
l’immonda passione i lor cuori acceca.
Porgete orecchio al profeta che uccide
nel Nome di Santo Iddio fratelli!
Niuno Nume, Siddharta Illuminato,
o Grande Allah d’Arabi, e Maometto suo
profeta, o il Dio d’Ebrei, o Gesù
Cristo, figlio di Maria, niuno Nume
guerra santifica! Come’l passione
in lor petti ardiva in vita, sì dopo
morte lor arche di fuoco infernale
bruceranno e le lor straziate carni
e ree posa chiederanno invano.
La Speme che a Dio ci lega come
a una robusta vigna il suo debole
traliccio, e come un inerme pargolo
al sen della santa genitrice sua,
è l’unica franchigia ai nostri mali.
Ché anche chi l’Onnipotente disdice,
più degli altri il pensiero suo rivolge a
le Fisse Stelle, cercando risposta
ai celesti dubbi della mente sua.
Ché l’uomo altro non spera che salvezza
avere da Dio, Superno Amore.
Maraviglia non ci tangi, vedendo
poveri diavoli gettar tra’l fiamme
dell’orribile peccato, spezzando
il fragil filo delle vite altrui,
nel Nome di Dio la propria vita:
unica loro speme è la salvezza.
Non dico de’sporchi capi, che a loro
vantaggio esto fan far, ma de’soldati
che nient’altro dalla vita, ahimé, hanno.
Ma, dimmi, a chi l’uom si deve affidar?
Ché mai pria del tempo il fragil mortale
togliersi dee l’illusion del seguir
del sentier di vita dopo la morte?