Si concordo pienamente cn Stefano, che sono troppe le poesie giornaliere sul sito e spesso si perdono belle opere.
Giorgio.
Se ne è parlato spesso, ma cosa fare? Come dice Stella, se la quantità non è sinonimo di qualità, però non ne è neppure antonimo.
Ci sono state giornate, negli ultimi tempi, con più di 100 poesie pubblicate. Senza contare che la redazione comunque ne respinge sempre un certo numero, a volte anche 20 in un giorno. D'altra parte c'è una media di 5 o 6 iscrizioni di nuovi autori al giorno, di cui almeno due rimangono poi con una certa attività. E basta anche guardare quante persone leggono il sito per rendersi conto che i numeri facilmente ci sfuggono fra le dita. Qualche volta ho dovuto stoppare il server perché si era bloccato per le troppe presenze.
Non mi sono mai piaciute le limitazioni forzate, preferisco sempre che la limitazione sia possibile volontariamente, non obbligata.
Pubblicare una poesia al giorno è possibile, non obbligatorio, si può anche scegliere di non farlo e di pubblicare solo "qualità".
Perché ho scritto "qualità" fra virgolette? Perché Stella dice che alcune poesie nell'albo d'oro le fanno mettere le mani nei capelli, ma sottolineo il fatto che a mettere una poesia nell'albo d'oro è l'autore stesso. Che le poesie dell'albo d'oro rappresentano le poesie preferite dagli autori stessi.
Le poesie che fanno mettere le mani nei capelli a Stella, quindi, sono le poesie che quegli autori pensano siano la propria migliore produzione, il proprio "biglietto da visita" poetico, quelle che li rappresentano meglio!
Con criteri così diversi di qualità, come è possibile mettersi d'accordo su un criterio di limitazione o autolimitazione basato sulla qualità?
Certo non vogliamo farlo verso il basso, questo è sicuro, ed infatti la redazione respinge poesie tutti i giorni ai nuovi autori. Anche se uno dei problemi sono i nuovi autori che passano alla pubblicazione autonoma.
Appena "promossi" questi autori la prendono come una licenza a pubblicare tutto quello che vogliono ed inseriscono anche le poesie che si erano trattenuti dal proporre perché sapevano che gli sarebbero state respinte, o addirittura che la redazione gli aveva già rifiutato quando erano sottoposti a convalida.