Autore Topic: "Il vuoto del niente" di Luigino P  (Letto 4253 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Luigino P

"Il vuoto del niente" di Luigino P
« il: Venerdì 4 Aprile 2008, 13:55:49 »
Te la do in pasto dici ciò che vuoi

LuiginoP

Il vuoto del niente          21 Marzo 2007

Guardo lontano con occhi sbarrati,
sensazione di stallo,
sensazione di sgomento.

Con la ragione degli occhi vedenti,
cerco lo spazio,
mi trovo rinchiuso.

Riprovo di nuovo ad occhi ora spenti,
adesso sì ! con la mia mente
immagino l’immenso.

Vago lontano, tra spazi infiniti,
col richiamo del tempo,
nel vuoto del corpo.

Si staglia davanti all’inconscio,
lo spirito Divino,
egli domina il tempo,
egli domina il niente.

Prego felice quest’incantevole immagine,
riapro gli occhi,
sparisce d’un colpo,
il vuoto del niente.


                                  Luigino P


« Ultima modifica: Venerdì 4 Aprile 2008, 22:48:52 da Zima »

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Eccoti accontentato Giamburrasca commenta come vuoi tu
« Risposta #1 il: Venerdì 4 Aprile 2008, 16:09:04 »

Quando si dice che me la vado a cercare… ::)

Ok! Inizio io con piacere, ma sarebbe interessante, in seguito, poter sentire i pareri di tutti quelli che leggono, senza che nessuno aspetti l’altro per incominciare.

Per poter apprezzare dei versi, è necessario che ci sia una armonia complessiva  fra il contenuto e la sua esposizione. Non si può valorizzare il contenuto facendo dei distinguo sulla forma, o meglio, lo si può fare, ma il risultato della lettura resta monco, rimane un senso di insoddisfacimento che contamina inevitabilmente il giudizio finale.

Così potrei dire che trovo interessante la sensazione di sospensione nel vuoto che permea questi versi. Il continuo richiamo allo spazio, al tempo, senza una collocazione fisica o un qualsivoglia riferimento che possa permettere di identificare o identificarsi in una scenografia ben precisa.

C’è solo l’autore ed il suo niente. Potrei immaginare che le sue visioni partano da una fase pre-onirica per sfociare, attraverso un “trasfert” emozionale, in  uno stato semicoscente dove il reale e l’illusione si sviluppano lungo tragitti paralleli per ricongiungersi, alla fine, in una sorta di allucinazione ipnagogica che lascia soddisfatta la necessità di estraneamento insita nella nostra natura di esseri gregari e socializzanti.

Queste le sensazioni immediate, a prescindere dalla struttura del testo ma, siccome ho già espresso sopra la impossibilità di disgiungere le due componenti (lessico-formale-strutturale e contenutistica) , mi trovo necessariamente a dover sottolineare alcuni aspetti che secondo me provocano una leggera caduta della valutazione finale.

Mi permetto di riportare alcune espressioni a mio avviso poco felici e sottolineare l’utilizzo di aggettivi inutili la cui assenza renderebbe più fluido il testo e più armonici i versi.


occhi sbarrati
occhi vedenti
occhi ora spenti

spazi infiniti
Prego felice
incantevole immagine



Eviterei le ripetizioni:

sensazione
egli domina


le anafore devono essere ben congeniate ed avere una loro ragion d’essere, altrimenti risultano pesanti oltre che superflue.
In alcuni casi si cerca la frase ad effetto:

"col richiamo del tempo,
nel vuoto del corpo.
"

 oppure

"sparisce d’un colpo,
il vuoto del niente.
"

senza, però, riuscire a trasferire il concetto o l’emozione che si vuole far provare.

La chiusa poi è leggermente fiacca, forse un colpo di reni finale avrebbe reso interessante qualcosa che invece resta ancora a livello naif.

 
Conclusione: anche se non sono del tutto convinto di questi versi, mi sembra un inizio interessante.





Offline Luigino P

Re: Eccoti accontentato Giamburrasca commenta come vuoi tu
« Risposta #2 il: Venerdì 4 Aprile 2008, 17:01:52 »
Prima cosa ti ringrazio poi ... vorrei spiegare il perchè esistono alcune riccorrenze.

occhi sbarrati

dare la sensazione a chi legge di come mi trovo in quel momento sbarro gli occhi, guardo lontano senza fissare nulla.

occhi vedenti

occhi aperti alle sensazioni reali del mondo, dei luoghi, non trovo spazio ma chiusura dovuta alla visione reale di ciò che mi circonda.

occhi ora spenti

chiusi alle sensazioni del mondo, quindi guardo in me stesso e ritrovo lo spazio non più fisico ma intimo e quindi posso vagare con la mente.

ripetizioni di sensazione e domina

per dare più incisività dello stato sensitivo, emozionale in cui mi trovo.

richiamo del tempo/nel vuoto del corpo

dare la sensazione del passaggio temporale senza sentire la pesantezza e la chiusura del corpo.

sparisce d'un colpo/il vuoto del niente

riapro gli occhi e ritorno immediatamente alla piena realtà sparisce il vuoto di cosa ? del "niente".

Credo che questa mia interpretazione possa dare ulteriore spiegazione alla "poesia" "p" minuscola.

Per il resto struttura etc... non sono in grado di dare giudizi e spero possiate darmene voi.
 
« Ultima modifica: Venerdì 4 Aprile 2008, 17:03:41 da Luigino P »

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Eccoti accontentato Giamburrasca commenta come vuoi tu
« Risposta #3 il: Venerdì 4 Aprile 2008, 17:09:50 »
Caro Gigino,
credi non avessi capito il significato di quello che hai scritto e del perchè lo avessi scritto?
Be' non è così. Il fatto è che la poesia o la Poesia ha dei canoni estetici che, seppur personali e soggettivi, non possono prescindere da un minimo di studio dei contenuti.
Quello che voglio dire è che le stesse cose e gli stessi concetti si possono illustrare in mille modi, ma fra questi c'è quello che agisce in presa diretta sul lettore e quello che invece prende un'altra strada.

Una alternativa allo scrivere di getto è quella di scrivere e rileggere dopo un paio di orette (meglio un giorno) e utilizzare il dizionario dei sinonimi per estendere ad ampliare i concetti senza nemmeno il bisogno di menzionarli.




Offline Zima

Re: Eccoti accontentato Giamburrasca commenta come vuoi tu
« Risposta #4 il: Venerdì 4 Aprile 2008, 22:43:12 »
ci provo...
si legge in questa poesia, e come lo stesso autore ha spiegato, un percorso che porta dal vuoto, dall'isolamento, piano piano ad entrare dentro sè stessi e a scoprire l'infinito, l' "immenso".
per quanto il ocntenuto possa essere condivisibile, questa poesia a me non ha trasmesso le sensazioni forti che l'autore ha provato quando l'ha scritta, la sua stessa emozione.

a giocare un ruolo fondamentale sono le troppe ripetizioni, che anche se cercate e volute, non aiutano, secondo me nell'intento.

sensazione di stallo,
sensazione di sgomento
.

inoltre ci sono alcuni tratti in cui la poesia perde di musicalità e i versi si trasformano in tratti di prosa.
come ad esempio:

Riprovo di nuovo ad occhi ora spenti,
adesso sì ! con la mia mente
immagino l’immenso.

invece il progressivo "occhi sbarrati-vedenti-ora spenti" che di per sè ha anche una sua musicalità, è una buona idea, a mio avviso...

insomma... secondo me la poesia andrebbe rivista, studiata... non dico proprio col vocabolario dei sinonimi, ma forse un attimo più "meditata".
è un errore che facciamo in tanti (ed io sono la prima) quello di buttare giù la prima cosa che ci viene nella testa... in quel momento ne siamo eccitati, innamorati, ci pare una stupenda originale intuizione e allora corriamo a pubblicarla, e invece basterebbe tenerla lì un po' di tempo per accorgerci, passata l'euforia, che forse ci sono emozioni che non riusciamo a trasmettere con quelle parole o quella combinazione di parole...
« Ultima modifica: Venerdì 4 Aprile 2008, 22:51:11 da Zima »
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Marina Como

Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #5 il: Venerdì 4 Aprile 2008, 23:43:55 »
 ;D  dai... ti tartasso! Io... ho un problema... mio... non capisco...
non riesco a capire... la chiusa!!!
Mi spiego meglio non capisco perchè se riapri gli occhi è il vuoto a sparire mentre dovrebbe essere il tuo pieno (pure se sei cavo anche tu appresso al vuoto)  ma siccome ripeti il Niente che anche il divino Dominava, sembra quasi che sparisca Dio... e... io non ho nulla in contrario, ma sembra fosse l'unica cosa di cui tu fossi pieno!
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Zima

Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #6 il: Lunedì 7 Aprile 2008, 09:00:24 »
luiginoooooooo!!!! dove sei finitoooooooooooo!?!?!?!?  ???

ho capito, l'abbiamo fatto scappare!  :'( ...mandaci almeno al diavolo...!!!!  ;D
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Luigino P

Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #7 il: Lunedì 7 Aprile 2008, 09:15:50 »
Non preoccupatevi non sono scappato per un pò di tempo mi sono ripromesso che al sabato e domenica il mio pc resterà chiuso. Ci lavoro con queste scatole infernali e ne ho ...
Ho apprezzato molto i vostri commenti anche se tutti negativi, si è vero io scrivo di getto e spesso non ho poi la voglia di fare una critica su ciò che ho scritto e quindi restono in evidenza tutti i difetti che voi avete riscontrato.
Sono anche convinto, ora un pò meno, che ciò che viene dal cuore spesso è difficile rimetterre le stesse sensazioni sotto altre forme, il senso ne perderebbe ecco perchè delle mie ripetizioni ( come ho spiegato precedentemente).
La chiusa che dire il niente il nulla è un qualcosa che difficilmente si può intuire  alla luce del sole, con gli occhi aperti, la sensazione di questo, almeno in me, avviene quando chiudo gli occhi, quando mi estraneo dal presente che questo sì e pieno di me, di noi.
Che casino!! credo di aver incasinato ancor di più i miei stati d'animo comunque va bene così. Avanti ancora !!!   

Offline Luigino P

Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #8 il: Lunedì 7 Aprile 2008, 09:24:37 »
ve ne dò un'altra che potrebbe anche un proseguimento della prima cosa ne dite?

Lancette d’orologio   15 Febbraio 2008


Lancette d’orologio fluttuanti
segnano il tempo
mai indietro ritornante

vedere, sentire il passare
lento inesorabile
di scarna vita terrena

intensamente credere
possa fermarsi
tra pieghe di cosmo profondo

guardare e non capire
la strada della vita
mai interamente finita

laggiù ne spazio né tempo
separa luce da buio
lancette finalmente fermate.


Offline Zima

Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #9 il: Martedì 8 Aprile 2008, 22:14:57 »
sai cosa?...fai bene a spegnere il pc nel week end!  ;D è terapeutico!

questa ultima che ci hai proposto a me piace, sia nella forma, sia nel contenuto... le immagini che hai creato sono molto coinvolgenti, secondo me...
è semplice, dice cose anche banali (dove l'aggettivo banale non vuole essere offensivo o negativo), risapute, eppure quelle pieghe di cosmo mi affascinano.

quello che proprio nn m piace è quel participio presente:

Lancette d’orologio fluttuanti
segnano il tempo
mai indietro ritornante


ma anche quello passato nell'ultima strofa:

laggiù ne spazio né tempo
separa luce da buio
lancette finalmente fermate.


secondo me appesantiscono troppo la lettura...  ::)


"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

cantico

  • Visitatore
Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #10 il: Giovedì 10 Aprile 2008, 13:19:07 »
Ciao a tutti,
da troppo tempo tentenno nel cimentarmi al commentar . Sarà che ho solo la vanga per scrivere a malapena qualche emozione e non l’aratro di competenze necessarie , ma resta indenne quel  desio di dialogo che un commento a mio parere dovrebbe contenere. Premesso questo mi accingo a un umile commento all’ultima di Luigino .

Di primo impatto  caro Luigino, leggendo la tua ultima poesia proposta qui , “ Lancette d’orologio “, mi è sembrato istintivo che il titolo più consone sia forse quello della tua prima poesia proposta “Il vuoto del niente”. Tale sensazione , pur sorprendendomi io stesso di tale osservazione, mi è forse stata indotta non tanto dalle parole scritte in “ Lancette d’orologio “, ma dalle parole … non scritte.

Si, mi sembra di percepire che le parole scritte abbiano più il compito di suscitare una ricerca che di azzardare una emozione. Un vuoto si percepisce, un vuoto non casuale ma che comunque incide sull’armoniosità del componimento che sembra a volte un balbettìo , un singhiozzo.
Concordo con Zima riguardo al participio presente , specie nel passaggio

Lancette d’orologio fluttuanti
segnano il tempo
mai indietro ritornante

E ora, se potete, se volete, scusate il mio azzardo.

Offline Luigino P

Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #11 il: Giovedì 10 Aprile 2008, 17:34:30 »
Grazie ancora vorrei però una precisazione anzi due:
1) al posto der participio presente cosa avreste messo voi per dire che il tempo non ritorna mai indietro ?
2) non capisco cosa vuol dire con balbettio, singhiozzo per tè è una sensazione o un diffetto ?

Comunque sono avezzo a sbagliare verbi e anche doppie. Scusatemi sempre
ciao

Offline Marina Como

Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #12 il: Giovedì 10 Aprile 2008, 19:00:30 »
 ;D Questa volta voglio "spezzare" una lancia a favore dei due tempi della poesia. Essi in questa maniera non passano inosservati (come avete notato!) e servono a "spezzare" il ritmo altrimenti trooooppo rilassante per i miei gusti costringendo nella cacofonia il lettore alla pausa ed alla conseguente riflessione.
Ve lo immaginate lo 'strazio' nel leggere "le lancette... segnano il tempo che non torna mai indietro"? Ma che scoperta! Mi verrebbe da dire, ed invece... non l'ho detto! Né io, né voi!
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Zima

Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #13 il: Giovedì 10 Aprile 2008, 22:02:37 »
ahahahha!!! MARINAAAAAAAAAA!!! ahaahhaha!

bhe, Luigino, rispondere alla tua odmanda è compito assai arduo.
come dice anche marina, dire che le lancette non tornano mai indietro è una vera banalità, ovvia e scontata, quindi, io che non amo le ripetizioni, avrei tagliato in tronco il verso, infondo esprime un concetto risaputo. volendo potresti sostituire "mai indietro ritornante" con un unico aggettivo... ma al momento non saprei suggerirtene uno...  :'(
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Luigino P

Re: "Il vuoto del niente" di Luigino P
« Risposta #14 il: Giovedì 10 Aprile 2008, 22:48:33 »
Cara Zima ma è proprio quel primo verso a dare il senso a tutta la poesia, si può chiamare in altro modo?, tolto quello togli il tutto ed è difficile specificare il concetto senza cadere nella banalità o meglio dire una banalità mascherata. Non saprei ancora oggi non mettere i due tempi così come sono. Che casino!!! non mi capisco più sto cercando di arrampicarmi negli specchi( forse ci riesco !!!) o no ? comunque avanti il prossimo !