Quando si dice che me la vado a cercare…
Ok! Inizio io con piacere, ma sarebbe interessante, in seguito, poter sentire i pareri di tutti quelli che leggono, senza che nessuno aspetti l’altro per incominciare.
Per poter apprezzare dei versi, è necessario che ci sia una armonia complessiva fra il contenuto e la sua esposizione. Non si può valorizzare il contenuto facendo dei distinguo sulla forma, o meglio, lo si può fare, ma il risultato della lettura resta monco, rimane un senso di insoddisfacimento che contamina inevitabilmente il giudizio finale.
Così potrei dire che trovo interessante la sensazione di sospensione nel vuoto che permea questi versi. Il continuo richiamo allo spazio, al tempo, senza una collocazione fisica o un qualsivoglia riferimento che possa permettere di identificare o identificarsi in una scenografia ben precisa.
C’è solo l’autore ed il suo niente. Potrei immaginare che le sue visioni partano da una fase pre-onirica per sfociare, attraverso un “trasfert” emozionale, in uno stato semicoscente dove il reale e l’illusione si sviluppano lungo tragitti paralleli per ricongiungersi, alla fine, in una sorta di allucinazione ipnagogica che lascia soddisfatta la necessità di estraneamento insita nella nostra natura di esseri gregari e socializzanti.
Queste le sensazioni immediate, a prescindere dalla struttura del testo ma, siccome ho già espresso sopra la impossibilità di disgiungere le due componenti (lessico-formale-strutturale e contenutistica) , mi trovo necessariamente a dover sottolineare alcuni aspetti che secondo me provocano una leggera caduta della valutazione finale.
Mi permetto di riportare alcune espressioni a mio avviso poco felici e sottolineare l’utilizzo di aggettivi inutili la cui assenza renderebbe più fluido il testo e più armonici i versi.
occhi sbarrati
occhi vedenti
occhi ora spenti
spazi infiniti
Prego felice
incantevole immagineEviterei le ripetizioni:
sensazione
egli domina le anafore devono essere ben congeniate ed avere una loro ragion d’essere, altrimenti risultano pesanti oltre che superflue.
In alcuni casi si cerca la frase ad effetto:
"
col richiamo del tempo,
nel vuoto del corpo."
oppure
"
sparisce d’un colpo,
il vuoto del niente."
senza, però, riuscire a trasferire il concetto o l’emozione che si vuole far provare.
La chiusa poi è leggermente fiacca, forse un colpo di reni finale avrebbe reso interessante qualcosa che invece resta ancora a livello naif.
Conclusione: anche se non sono del tutto convinto di questi versi, mi sembra un inizio interessante.