Autore Topic: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...  (Letto 6896 volte)

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Offline Marina Como

Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #15 il: Sabato 5 Aprile 2008, 19:54:22 »
Cara Zima permettimi di dissentire...perlomeno...distinguiamoci in due grosse famiglie:

. Chi pubblica per necessità
. Chi pubblica per abitudine

Ora, detto questo, io mai e dico MAI potrei conciliarmi con altri autori circa una mia poesia...e non perchè, come (forse) starai pensando, sono un presuntuoso intellettuale che pensa di tenere il mondo per le palle, ma semplicemente perchè l'urgenza del "cosa" e del "come" dire è (dovrebbe essere) solo mia.
E, se non dovesse piacere il mio scrivere o il mio componimento, non andrò a consultarmi per un sinonimo o per una metrica più "appropriata"...al limite sarò io (e solo IO) a riprendere in mano lo scritto.
Il mio modesto parere su questo sito è che molti autori pubblichino per abitudine e non per necessità. Ci sono autori che pubblicano una poesia al giorno...ora, probabilmente anche loro (come me) hanno pubblicato tutte (quasi) le poesie (ritenute valide) scritte dai 6 anni fino ad ora...però rimane che gran parte delle poesie che leggo (qui) non dicono niente...grandi parole, metafore ricercate, stile sublime...però poca, pochissima, sostanza...e tutti a dire BRAVI...questo è il motivo che mi ha spinto a smettere di commentare...ed è questo che mi ha spinto ai "margini" del sito...vorrei cercare di essere il meno conosciuto possibile (anche sul forum, ma questa discussione non potevo glissarla  ;D) per non essere oggetto di critiche entusiastiche gratuite...questo a grandissime linee il mio pensiero...
Saluti
In parte sono d'accordo con la tua analisi, ma dissento su un punto particolare. Io che non ho mai scritto poesie prima, ed ora sono solo al mio primo anno, cerco di crescere. Questo avviene proprio perchè scrivo per "necessità", come tu dici, di aprirmi con gli altri e mostrare una mia visione, idea, pensiero. Ciò premesso, è stato proprio attraverso i commenti ricevuti che mi sono resa conto se il mio messaggio era stato travisato, non capito, o semplicemente un blablabla di cose strasentite. E anche se la maggioranza delle poesie ho scelto di lasciarle come erano, altre, in cui sentivo maggiormente la spinta di dare un messaggio, le ho riviste, e migliorate secondo il come "Io" mi sentivo di cambiarle.
Ricordo comunque a tutti coloro che non vogliono leggere pareri, ipressioni, critiche ai loro scritti, che c'è la possibilità ogni volta di scegliere se accettare o no i commenti degli altri autori in fase di convalida!
Ed una ultima cosa: leggendo diversi commenti, trovo anche molti (forse in percentuale non tantissimi) che invece sono molto critici rispetto lo scritto. E moltissimi nel farlo riescono a consigliare senza urtare la sensibilità dello scrittore: e questo è il massimo! Un amico che ti consiglia senza farti sentire un deficente serve sempre! Ed io ne ho trovati a iosa grazie a Scrivere.  ;D Poi ognuno sceglie le comitive che preferisce!  ;D
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Zima

Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #16 il: Sabato 5 Aprile 2008, 20:47:07 »
Cara Zima permettimi di dissentire...perlomeno...distinguiamoci in due grosse famiglie:

. Chi pubblica per necessità
. Chi pubblica per abitudine

Ora, detto questo, io mai e dico MAI potrei conciliarmi con altri autori circa una mia poesia...e non perchè, come (forse) starai pensando, sono un presuntuoso intellettuale che pensa di tenere il mondo per le palle, ma semplicemente perchè l'urgenza del "cosa" e del "come" dire è (dovrebbe essere) solo mia.
E, se non dovesse piacere il mio scrivere o il mio componimento, non andrò a consultarmi per un sinonimo o per una metrica più "appropriata"...al limite sarò io (e solo IO) a riprendere in mano lo scritto.

vedi, in grandi linee non diciamo cose differenti.
non ho mai detto nè pensato che bisogna cambiare i propri testi in base a quanto qualcun altro ci dice, perchè questo vuol dire carenza di personalità, a mio modo di vedere, ma per me e ripeto, per me, ogni consiglio è utile ad una crescita... posso seguire quel consiglio se lo ritengo buono,come non seguirlo ma incamerare informazioni per la prossima poesia... che non è qll del giorno dopo, x ciò ke m riguarda.
spesso, leggendo i commenti che mi fanno (soprattutto alcuni ke nel tempo m sn stati fatti in privato), ho compreso in che modo affinare il mio stile per riuscire a comunicare al meglio quello che avevo nella testa, pur non avendo cambiato una sola virgola sul testo al quale la critica si riferiva... sinceramente mi farebbero piacere commenti più critici nei miei confronti, xkè m servirebbero a qlcosa.
la necessità, l'urgenza di comunicare, mi spinge a volerlo fare sempre meglio... necessità coincide e si fonde, a mio modo di vedere, con tecnica e miglioramento... non è puro esercizio stilistico, ma utilizzo delle parole per raggiungere il mio scopo: comunicare! ...se ci riesco dovete dirmelo voi!
non sto qui a giudicare la maggior parte delle poesie che leggo sul sito, nè chi scrive per esercizio o per comunicazione, ma leggo e apprezzo qualcosa, non apprezzo qualcos'altro... spesso dò il mio punto di vista anche se negativo, ma è qst lo spirito, o almeno credo che dovrebbe essere questo.

poi, scrivere su un forum ed esprimere un'opinione, o fare un commento ad una poesia se crediamo di avere qualcosa da dire (nel bene e nel male), non significa metterci in mostra... lo diventa se lo facciamo tanto per riempire un topic o per farci leggere da altri...ma questo, come sempre, risiede nel buon senso di ognuno.
« Ultima modifica: Sabato 5 Aprile 2008, 20:49:56 da Zima »
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #17 il: Sabato 5 Aprile 2008, 23:21:35 »
...
poi, scrivere su un forum ed esprimere un'opinione, o fare un commento ad una poesia se crediamo di avere qualcosa da dire (nel bene e nel male), non significa metterci in mostra...


Zima parla per te, io scrivo unicamente per mettermi in mostra, davvero pensi si possa fare altrimenti? Magari per amore della poesia?
O accidenti! allora sono proprio bravo a scrivere cazzate.

Dunque vediamo…

Vergognos…. (tsk tsk nick troppo lungo) vedo che sei d’accordo con me quasi in tutto e che esprimi perplessità sul significato del commento alle poesie.
Io dico che il commento è necessario anzi indispensabile, ma ho sempre sostenuto la sua inutilità se lasciato solo per piacioneria. Ieri sera ho fatto qualche lettura, ed ho scoperto con mio sommo piacere un autore che mi ha lasciato senza parole (e del quale prossimamente vorrei, se ci riesco, parlare) per la bellezza dei suoi versi; c’erano parecchi commenti a corollario dei suoi testi e devo dire che gli apprezzamenti erano più che meritati, però nessuno che si soffermasse sull’unico neo (perdonabile)  che risalta subito all’occhio.
Il problema che per commentare una poesia non basta dire bella, mi ispira o esprimere un qualunque giudizio estetico formale su di essa, c’è bisogno di avere un riscontro dall’autore stesso, una specie di confronto con uno scambio di pareri, altrimenti il tuo commento rimane uno sterile appunto a margine di un testo.
In sostanza io commento se ho la certezza che l’autore possa avere il diritto di replica e se questo apporti qualcosa a tutti coloro che leggono questo scambio.
Se mi limito a dire sempre che quello che ho letto mi piace, a chi serve? Non certo a chi scrive e nemmeno a chi legge che dopo un po’ si scoccia e cambia canale.

Meregalli, interessante il tuo intervento, devo dire che anche io ho smesso di commentare per il tuo stesso motivo.
Per quanto riguarda il resto, nessuno ha mai detto che tu o chiunque dobbiate  modificare un componimento solo perché vengono mosse delle critiche. Nessuno lo ha mai chiesto a me, semmai sono stato io a far tesoro dei consigli ed applicare quei suggerimenti che, di volta in volta, ho ritenuto validi, fino a giungere ad essere (a volte) soddisfatto di ciò che scrivo, ecco perché continuo a chiedere commenti soprattutto critici (anche se gli apprezzamenti sono sicuramente più piacevoli da ricevere). Che poi la vita sia al di fuori di “qui” be’, non credo tu abbia fatto una così grande scoperta, per quanto mi riguarda sfondi una porta aperta, ma visto che alla fine “qui” ci siamo un po’ tutti, anche quelli che cercano di tirarsi fuori, allora sarebbe interessante che questi spazi venissero utilizzati in maniera  più costruttiva che non sia SOLO quella di chiedersi chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo e quando passa l’81 barrato.




Andone

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #18 il: Domenica 6 Aprile 2008, 00:07:29 »
...personalmente troverei interessante leggere una "spiegazione" di un autore (qualsiasi) circa una sua poesia...in sostanza...parlare dell'ispirazione, del significato (scusate la ripetizione) dei singoli versi, del perchè si è usato proprio quella parola, dello stile, delle emozioni e/o delle riflessioni che ci hanno spinto a scrivere e, anche, delle nostra soddisfazione riguardo il componimento finale...è un'analisi tutt'altro che facile...sarei molto curioso...così curioso che non è escluso che arrivi addirittura ad aprire un topic a riguardo...

stellaerrata

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #19 il: Domenica 6 Aprile 2008, 00:31:42 »
insomma, la famosa "autocritica" che ho proposto su un altro sito...

devo dire che Gianburrasca come al solito ha animato la serata!
ebbravo!!

vergognosa

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #20 il: Domenica 6 Aprile 2008, 00:35:51 »
insomma, la famosa "autocritica" che ho proposto su un altro sito...

devo dire che Gianburrasca come al solito ha animato la serata!
ebbravo!!

Secondo me è  una buona idea, perché non farlo?

vergognosa

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #21 il: Domenica 6 Aprile 2008, 00:48:19 »

Vergognos…. (tsk tsk nick troppo lungo) vedo che sei d’accordo con me quasi in tutto e che esprimi perplessità sul significato del commento alle poesie.

Dillo che ti vergogni a digitarlo  ;D  esattamente come me  :D

Io dico che il commento è necessario anzi indispensabile, ma ho sempre sostenuto la sua inutilità se lasciato solo per piacioneria.

Per l'appunto.

 Ieri sera ho fatto qualche lettura, ed ho scoperto con mio sommo piacere un autore che mi ha lasciato senza parole (e del quale prossimamente vorrei, se ci riesco, parlare) per la bellezza dei suoi versi; c’erano parecchi commenti a corollario dei suoi testi e devo dire che gli apprezzamenti erano più che meritati, però nessuno che si soffermasse sull’unico neo (perdonabile)  che risalta subito all’occhio.

Ora però susciti troppo la mia curiosità: che poesia è tanto meritevole? L'avrò scovata anch'io?

Il problema che per commentare una poesia non basta dire bella, mi ispira o esprimere un qualunque giudizio estetico formale su di essa, c’è bisogno di avere un riscontro dall’autore stesso, una specie di confronto con uno scambio di pareri, altrimenti il tuo commento rimane uno sterile appunto a margine di un testo.

Tutto sommato devo dire che la tua versione è interessante, bisognerà avere un riscontro anche con te per questa tua proposta.

In sostanza io commento se ho la certezza che l’autore possa avere il diritto di replica e se questo apporti qualcosa a tutti coloro che leggono questo scambio.
Se mi limito a dire sempre che quello che ho letto mi piace, a chi serve? Non certo a chi scrive e nemmeno a chi legge che dopo un po’ si scoccia e cambia canale.

Per l'appunto 2nd edition. I commenti puramente "Panna e fragola" sono fastidiosi, ci vogliono quelli costruttivi.

Meregalli, interessante il tuo intervento, devo dire che anche io ho smesso di commentare per il tuo stesso motivo.

Mannaggia, arrivo troppo tardi  :-X

Per quanto riguarda il resto, nessuno ha mai detto che tu o chiunque dobbiate  modificare un componimento solo perché vengono mosse delle critiche.

In questo sottoscrivo ciò che diceva Zima: una poesia nasce così ed è giusto che tale resti, in linea di massima. Ma faccio tesoro di ciò che mi viene suggerito per le prossime volte.

  più costruttiva che non sia SOLO quella di chiedersi chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo e quando passa l’81 barrato.

A proposito, è già passato??  ;D Non è che mi dai un passaggio?


Offline Paolo Ursaia

Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #22 il: Domenica 6 Aprile 2008, 11:01:52 »
 Caro Gianburrasca...siamo alle solite. Ogni tanto, nel forum, qualcuno alza la sua voce e, come te, invoca una maggiore vivacità, più scambi critici tra autori, più vita culturale. Questo viene fatto periodicamente, con più o meno eleganza, dando più o meno dei morti di sonno agli altri autori. Io condivido pienamente quello che dici...ci vorrebbe forse più vivacità negli scambi tra autori per rendere questo già ottimo sito ancora migliore. Ma questo non si può imporre, in nessuna maniera. Il sito viene percepito i maniera diversa dalle diverse intelligenze di ognuno di noi, e secondo il proprio carattere. C'è chi lo intende come uno spazio libero ove fissare ogni propria emozione, magari scrivendo una poesia al giorno, per le più diverse motivazioni psicologiche...e non mostra grande interesse per i vari forum, non avendo magari tempo modo o maniera di andarsi a leggere i vari posts; e c'è chi, come te, scrive poco, preferendo invece esprimersi proprio nel forum. Posizioni tutte accettabili e degne di nota, e nessuna criticabile. A parte gli auspicii che anche io innalzo, volti a favorire una maggiore vivacità ed interazione tra i vari autori, non trovo ci sia un modo sbagliato ed uno giusto di stare nel sito, ed ho troppo rispetto per la libertà e l'intelligenza di chiunque per criticare l'atteggiamento di chiccessia...anche perchè, quando ci si iscrive, è scritto chiaramente nel regolamento:"...Ciascuno è libero di contribuire  con ciò che vuole e nei limiti che vuole al sito...". Cito di peso dal regolamento medesimo.
  Poi, ben vengano le provocazioni come le tue...Anche se, essendoti tu iscritto alla fine di gennaio di quest'anno, ed avendo scritto tre poesie, consentimi, mi sembra un pò eccessivo dire che "ti sei rotto"...anche perchè, nel frattempo, hai scritto 79 posts...segno evidente che la voglia di dire, di fare, di partecipare, c'è, eccome! Con stima, ti saluto.
                                                  Paolo
« Ultima modifica: Domenica 6 Aprile 2008, 11:03:37 da Paolo Ursaia »
Cunctando restituit

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #23 il: Domenica 6 Aprile 2008, 11:36:09 »
Eh no caro Meregalli, qui si dividono le strade! Non sono d’accordo con te, non vedo la necessità che un autore faccia la parafrasi ad una propria poesia, io già non condivido chi commenta in questo modo, figuriamoci se a farlo è l’autore stesso.
La poesia è un moto dell’animo,  attraverso di essa si dovrebbero trasmettere emozioni. Non importa se quelle ricevute dal lettore non siano identiche a quelle di colui che le ha provate scrivendo, l’importante è che queste emozioni ci siano, poi ognuno potrà adattare il testo alla propria sensibilità, ognuno potrà cercare di dare la sua interpretazione del testo in dipendenza del suo stato d’animo.
E' successo molto spesso che in parecchi dessero interpretazioni diverse ai miei testi ed ogni volta, benché si discostassero dall’originale, mi sono accorto che stavano arricchendo il significato della poesia, portandolo al di là di quello che avrei potuto fare io stesso.
Questo ovviamente è servito ad ampliare il mio limitato punto di vista e a far si che nei testi successivi tenessi conto delle nuove scoperte emotive.
Forse, l’unico modo per compenetrare il mondo poetico di un autore è quello che lui stesso ci presenti il significato della SUA poesia in generale. Questo aumenterebbe la conoscenza dei suoi testi ed aiuterebbe il lettore a comprenderne i meccanismi che li animano.
Ovviamente questo metodo sarebbe utile solo per coloro che  compongono poesie al di fuori dei soliti schemi e non per quei nauseanti testi infarciti di amore-dolore-luna-sole-stelle-anima-onde-mari conditi da decine di attributi (pseudo-originali-ricercati) che non servono a nulla se non a rendere mellifluamente  pomposo un testo che comunque resta vacuo ed insignificante.
Leggo sulla home page e tutti i testi (o quasi tutti) sono affetti da questo virus: la necessità di utilizzare più aggettivi che sostantivi e verbi messi assieme.
Bisogna cercare di uscire dagli schemi, bisognerebbe capire che trasmettere emozioni non vuol dire necessariamente scrivere sciatterie,. L’ovvio, lo scontato, l’originale basato sulla ricerca dell’aggettivo ad effetto è solo puerile e lascia il tempo che trova.
Prima capiamo questi concetti basilari, prima potremo parlare di poesia senza correre il rischio di enunciare bestemmie.


Prima di postare ho letto l'intervento di Ursaia…
Paolo tu sei troppo giovane per capire i meccanismi di un forum, chiedi a chi ne sa più di te e scoprirai che ho scritto ben più di tre poesie e 79 post ;)… e poi dove sta scritto che io cerco di imporre? Ho solo invitato a non scrivere solo quei quattro versi che rimangono fini a sé stessi se non supportati da una ulteriore presenza sul forum tale da permettere la loro evoluzione con la conoscenza di pareri diversi sul proprio modo di scrivere.

(troppo difficile come concetto?)
 ;D

« Ultima modifica: Domenica 6 Aprile 2008, 11:40:35 da Gianburrasca »

Andone

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #24 il: Domenica 6 Aprile 2008, 12:14:49 »
Caro Burrasca Gian,
hai detto tutto e il contrario di tutto nel tuo intervento!...credo che il mio pensiero sia associabile ad una frase del tuo post:

"Forse, l’unico modo per compenetrare il mondo poetico di un autore è quello che lui stesso ci presenti il significato della SUA poesia in generale. Questo aumenterebbe la conoscenza dei suoi testi ed aiuterebbe il lettore a comprenderne i meccanismi che li animano."

...poesia generale ma anche (chiaramente non tutte le poesie) qualche componimento singolo...magari proprio quelle poesie che sono state commentate ma non necessariamente capite...(ci vuole grande onestà)...
Per inciso, mi trovo costretto a dissentire ancora circa la tua frase:

"E' successo molto spesso che in parecchi dessero interpretazioni diverse ai miei testi ed ogni volta, benché si discostassero dall’originale, mi sono accorto che stavano arricchendo il significato della poesia, portandolo al di là di quello che avrei potuto fare io stesso."

...in che modo arricchendo?...il significato dovrebbe essere molto preciso...le altre sono interpretazioni riuscite o meno...(anche qui avrei qualcosa da dire a proposito di significati)...o emozioni suscitate o meno...addirittura una volta ho letto una poesia in cui l'autrice (mi sembra) tramite la nota diceva che la poesia era partita senza senso ma, una volta finita, aveva addirittura tre significati diversi che ci invitava a scoprire... ???..

Per concludere riguardo ai:

"nauseanti testi infarciti di amore-dolore-luna-sole-stelle-anima-onde-mari conditi da decine di attributi (pseudo-originali-ricercati) che non servono a nulla se non a rendere mellifluamente  pomposo un testo che comunque resta vacuo ed insignificante."

credo che ognuno sia libero di scrivere come vuole...e tu sei libero di leggere e di commentare (o di non leggere e di non commentare) di conseguenza...chiaramente nel rispetto reciproco...ti dirò...preferisco una banalità ma almeno chiara e leggibile rispetto a testi incredibilmente sopravvalutati pieni di metafore studiate a tavolino che non hanno (perlomeno a me non trasemttono) significati.

Saluti



stellaerrata

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #25 il: Domenica 6 Aprile 2008, 13:19:21 »
gianburraschino caro,
tutto ciò che dici lo posso anche condividere ma ti sottopongo un quesito: non credi che iniziando a fare un po' di autocritica, magari impariamo a scrivere meglio?
se noti, sul forum c'è la categoria "articoli" con spunti interessanti, ma quanti la seguono o la leggono? tu l'hai fatto?
comunque dai, per lo meno i commenti spesso (per fortuna non tutti) sono coerenti con le poesie che tu definisci "nauseanti"  ;D
 :-X mi sa che dovrò stare attenta anch'io ai miei melliflui pensieri  :-X
pure io sono curiosa di sapere quale poesia ti abbia colpito tanto negli ultimi giorni (e perché) da meritare la tua citazione in codesto forumme: svelamelo in privato daiiii  ::)

Offline Marina Como

Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #26 il: Domenica 6 Aprile 2008, 16:27:58 »
:D : "svelamelo in privato daiiii  "
e dai giamburraschino! ahahhahah!
 ;D  Non è educato parlarsi all'orecchio, cara stellaerratica...
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

stellaerrata

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #27 il: Domenica 6 Aprile 2008, 16:35:30 »
 ;D lo so ma lui me lo digita su schermo, mica è poi così "all'orecchio"...
e poi dillo che muori  dalla voglia di saperlo anche tu...
gianbu, scrivilo pure a marina allora  ;D

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #28 il: Domenica 6 Aprile 2008, 16:39:10 »
...ti dirò...preferisco una banalità ma almeno chiara e leggibile rispetto a testi incredibilmente sopravvalutati pieni di metafore studiate a tavolino che non hanno (perlomeno a me non trasemttono) significati.

Saluti


Che posso rispondere se non : de gustibus non disputandum est.
Del resto se tanta gente continua a pubblicare oscenità un motivo ci sarà e tu lo hai spiegato benissimo in questa ultima asserzione.





alessio j

  • Visitatore
Re: Nuntio vobis, gaudium magnum: mi sono rotto...
« Risposta #29 il: Domenica 6 Aprile 2008, 17:38:01 »
Ovviamente questo metodo sarebbe utile solo per coloro che  compongono poesie al di fuori dei soliti schemi e non per quei nauseanti testi infarciti di amore-dolore-luna-sole-stelle-anima-onde-mari conditi da decine di attributi (pseudo-originali-ricercati) che non servono a nulla se non a rendere mellifluamente  pomposo un testo che comunque resta vacuo ed insignificante.
Leggo sulla home page e tutti i testi (o quasi tutti) sono affetti da questo virus: la necessità di utilizzare più aggettivi che sostantivi e verbi messi assieme.
Bisogna cercare di uscire dagli schemi, bisognerebbe capire che trasmettere emozioni non vuol dire necessariamente scrivere sciatterie,. L’ovvio, lo scontato, l’originale basato sulla ricerca dell’aggettivo ad effetto è solo puerile e lascia il tempo che trova.
Prima capiamo questi concetti basilari, prima potremo parlare di poesia senza correre il rischio di enunciare bestemmie.


caro giamburrasca,
tu puoi credere ciò che vuoi e dire quasi tutto ciò che vuoi, ma definire "sciatterie" e "bestemmie" le poesie che usano aggettivi ad effetto è decisamente ridicolo e antipoetico.  ah gia'....solo tu sei un vero poeta e solo tu sei in grado di stabilire cosa sia poesia e cosa non lo sia.
mi rimetto alla tua classe e vena poetica, sperando bene di non urtare la tua sensibilissima mente analitico/critica.
in attesa di leggere i tuoi meravigliosi capolavori da guinnes dei primati e dai quali imparare l'arte dello scrivere, mi diletto nella lettura di "comunissimi poeti, sciatti, banali nel loro poetare quali Manzoni, Foscolo, Leopardi e gli altri autori che scrivono su questo sito.

Almeno loro posso leggerli....

con simpatia, saluti
Ale J