Autore Topic: "Capriccio" di Anfortas  (Letto 2087 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

alexandra

  • Visitatore
"Capriccio" di Anfortas
« il: Venerdì 29 Febbraio 2008, 12:37:30 »
Nello specchio
incosciente delle ore
questo cuore esiste
per volerti amare

in calce alla notte
brucia il silenzio
del mio peccato
che non muore mai

(nel dubbio
il capriccio è dolore)


pubblicazione: 29 febbraio 2008

Autore: Anfortas
categoria: introspezione
« Ultima modifica: Venerdì 29 Febbraio 2008, 14:37:26 da Zima »

alexandra

  • Visitatore
Re: Capriccio
« Risposta #1 il: Venerdì 29 Febbraio 2008, 12:46:48 »
Dotato di buona forma, questo testo può essere modello di poesia semplice che riesce a trasmettere emozioni senza particolarismi.

Poesia che adotta un linguaggio comune ma coinvolgente, a causa dello stesso pathos dell’autore che trasuda amore, quasi ossessione per quel che definisce un “capriccio”, un “peccato.”

E’ un’introspezione puntuale e precisa di uno stato d’animo, di quello che probabilmente sappiamo che potremmo farne a meno, ma che comunque vogliamo sapendo di non poterlo ottenere, o almeno non completamente.


Nello specchio
incosciente delle ore
questo cuore esiste
per volerti amare



Nei primi quattro versi si nota sin da subito, questa decisione, quasi inconsapevole dell'autore di voler amare a tutti i costi, visibile nel trascorrere del tempo che non reca pace.


in calce alla notte
brucia il silenzio
del mio peccato
che non muore mai


Pensiero inquieto, ossessivo che ritorna nella seconda strofa. Un peccato? forse è qualcosa che non dovrebbe accadere e che mai troverà soddisfazione.


(nel dubbio
il capriccio è dolore)


La chiusa più di tutto colpisce, molto esplicativa:
nel dubbio che consuma l'autore circa la possibilità di veder realizzati i desideri, quel capriccio d'amore diventa dolore incessante.

Solo un appunto, le parentesi (poco piacevoli in poesia) potevano essere
 eliminate in favore dei trattini nell'inciso:

- nel dubbio
il capriccio è dolore -



Ma è un appunto estetico del tutto personale che non deturpa questi versi puliti, nitidi straripanti di desiderio d'amore. Complimenti all'autore.


« Ultima modifica: Venerdì 29 Febbraio 2008, 12:49:41 da Francesca Coppola »

Offline Zima

Re: "Capriccio" di Anfortas
« Risposta #2 il: Venerdì 29 Febbraio 2008, 14:23:58 »
è l'Amore, sempre l'Amore il motore dell'animo umano, è quello senza il quale nessuna cosa è possibile.
l'amore è speranza, euforia, fibrillazione nel momento in cui ce l'abbiamo, è dolore, angoscia, disillusione, quando manca o sappiamo non essere corrisposto.
è punto di partenza per mille interrogativi, per scavare in noi stessi, per indagare...

questa Poesia è l'esplicitazione di questo bisogno impellente e dal quale nessun uomo può prescindere.

bellissima la spiegazione di Francesca alla quale non mi sento di aggiungere altro.

versi brevi, poche parole che bastano a darci l'idea dello stato d'animo dell'autore, che non è ermetico o criptico in questa circostanza, ma chiaro, come l'Amore esige.

bella bella bella! i miei complimenti!  ;)
« Ultima modifica: Venerdì 29 Febbraio 2008, 14:36:49 da Zima »
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Giuseppe anfortas Guidolin

Re: "Capriccio" di Anfortas
« Risposta #3 il: Venerdì 29 Febbraio 2008, 18:44:23 »
Vi ringrazio per i commenti, davvero preziosi e pertinenti  :)
questa poesia nasce come naturale espressione di un "capriccio silenzioso d'amore", di un moto sincero, appassionato e solitario del cuore .. nella prima quartina viene esplicitato in modo puro e diretto il bisogno d'amare, il desiderio di volerlo fare e di non poterne fare a meno .. nella seconda quartina viene evidenziata meglio la natura di questo sentire istantaneo e occasionale, ma perdurante, incessante e sotterraneo: un "vizio" da gestire e coltivare, quasi da "coccolare" gelosamente dentro l'anima, che diviene però anche esercizio sterile e "peccaminoso" nel momento in cui non riesce più a spegnersi o acquietarsi trovando esaudimento all'esterno di sè...  una sottile "condanna" che può ossessivamente tramutarsi in esplicito dolore interiore quando subentra la consapevolezza della propria solitudine e il triste presagio che questo "slancio" non potrà mai forse trovare una risposta. L'uso delle parentesi nei versi finale vuole semplicemente sottolineare come quest'ultimo pensiero sia comunque quasi solo per caso affiorato in qualche angolo oscuro e nascosto della notte e sia destinato spontaneamente a rimanere intimo e riservato, quasi protetto e custodito nei recessi del proprio cuore ...

grazie di cuore a voi ... siano nati per risplendere d'amore !  ;)
Giuseppe