Autore Topic: Poesia introspettiva-autori vari a confronto  (Letto 11252 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Zima

Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #15 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 09:45:31 »

Cerchiamo di cogliere tutto quello che di buono c'è in ogni intervento.

Forza Maurizio! :)

Benissimo!!...Francesca mi ha tolto le parole di bocca!!  ;D

chiarite le opinioni di tutti, cerchiamo di andare avanti, non ci fermiamo a leggere soltanto, ma aggiungiamo il nostro punto di vista, con educazione e rispetto per tutti, ma soprattutto: che riguardi la poesia!!!  :)  facciamo si che questo spazio diventi luogo di confronto!!!

Forza!!  8)
« Ultima modifica: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 09:47:08 da Zima »
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #16 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 12:53:34 »
Stelle sorelle-Rossodisera
Il cielo pieno di stelle
mi accompagna
in questa notte serena.

Sono amiche e sorelle
e la luna è mia compagna
in questa vita che sento ora piena.

Conoscono l’animo mio ribelle
di corse tra i peschi di campagna
di quando ho urlato ”No” alla vita mia aliena.

Quante parole a voi luci monelle,
quante confessioni senza vergogna
per dissipare ogni mia pena.

Quanti sospiri a voi lucciole belle
parlando dell’Amor che il cuore agogna
e di brividi che percorrono la schiena!

Il cielo pieno di stelle
questa notte sorride e mi accompagna
nella nuova vita, accanto a Lui, serena.

La prima impressione leggendo questo testo  è l’estrema semplicità espositiva adottata dall’autrice, capace di coinvolgere il lettore in una surreale atmosfera d’altri tempi.
La scelta di utilizzare delle terzine, ognuna delle quali rappresenta un pensiero, un momento di comunione con il mondo, oserei dire con l’universo,  permette una lettura agevole e meditativa.
Interessante questo modo di riferirsi alle stelle con originali vezzeggiativi (amiche e sorelle, luci monelle, lucciole belle). Una cosa del genere  mi è capitato di leggerla in una poesia d’autore riportata tempo fa su questo forum, ma non mi era piaciuta perché stilisticamente troppo piena di fronzoli; questa, invece, è essenziale,  direi che esprime il rapporto interiore con sé stessa utilizzando un mezzo secolarmente usato ed abusato per veicolare le emozioni: le stelle appunto, ma utilizzandolo con sapiente maestria senza rendere l’idea dell’ovvio e del banale.
C’è una serenità di fondo, una grande quiete che pervade l’intero testo. E’ impossibile, leggendolo, non lasciarsi trasportare da una leggera malinconia insita, forse, in quei peschi di campagna o in quelle confessioni sussurrate in gola, a metà strada tra il cuore e la mente.
E quella pace, il silenzio ovattato di una notte di luna piena e la consapevolezza della propria realizzazione (in questa vita che sento ora piena), tutto concorre a proporre una prospettiva confortante della vita; come d’altra parte si evince anche dalla chiusa (questa notte sorride e mi accompagna/nella nuova vita, accanto a Lui, serena).

« Ultima modifica: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 13:17:24 da Gianburrasca »

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #17 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 12:55:13 »
Dal punto di vista tecnico forse non proprio felice la scelta di utilizzare le rime alternate(che peraltro non si notano immediatamente), che porta a ripetizioni  nei versi e a consonanze ed assonanze stilisticamente poco eleganti.
L’utilizzo di versi sciolti (senza rime), infatti, avrebbe portato a scelte lessicali più varie senza costringere a delle continue variazioni metriche (sulla lunghezza del verso) e ritmiche; variazioni che appesantiscono la lettura (in rima).
Mi piace molto lo scarno utilizzo che si è fatto degli aggettivi, ai quali spesso altri autori ricorrono quando difettano le idee.
 
Testo decisamente interessante ma sicuramente migliorabile in alcuni punti dove si potrebbe dire di meno e lasciare qualche spazio interpretativo in più, ma questo a patto di abbandonare la rima o modificarla profondamente per esempio ricorrendo ad una unità ritmica costante.

Offline Stefano Toschi

Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #18 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 15:53:43 »
Una notte serena è lo sfondo costante di questa poesia, una serenità che è il riflesso dell’animo acquietato nella presenza di Lui.
Da sempre le stelle inducono un senso di infinito, di eternità, di trascendenza.
Un’intuizione che può procurare, a secondo dello stato d’animo, un sentimento di sgomento o di placido abbandono e così, la nostra autrice, può sentirle emotivamente vicine nel ricordo di notti segnate dal senso di estraneità al mondo, alla vita, di ribellione, e nel presente pacificato da un amore vissuto.
Se è vero che alcune delle immagini adoperate sono abbastanza stereotipate, è pur vero che altre mi sembrano originali e indovinate. Ad esempio l’accostamento dell’animo ribelle alle corse tra peschi di campagna, che riesce ad unire il senso di agitazione a quello di una segreta, pervadente armonia, quasi immagine speculare della solidarietà del cielo stellato.
Lo schema rimico, molto rigido, delle terzine contribuisce a dare un certo ritmo senza risultare pesante, né si avverte più di tanto il fastidio per la ripetizione di alcune parole rima.
La misura dei versi, è invece certamente non studiata, tuttavia non è fuori luogo porvi attenzione, poiché anche quando il poeta scrive “a orecchio”, la musicalità che ottiene nei suoi versi è passibile di uno studio più sistematico.
I primi cinque versi:

Il cielo pieno di stelle
mi accompagna
in questa notte serena.

Sono amiche e sorelle
e la luna è mia compagna


Sono tutti ottonari, tranne uno quaternario, si tratta di una misura propria dell’incedere dolce della filastrocca, bene in linea col clima sereno del contenuto.
Nei versi successivi il tono si fa più riflessivo ed anche le misure dei versi cambiano, si nota una buona frequenza di endecasillabi (alcuni canonici, altri extracanonici, con accento di 5°) e di versi anche più lunghi, più adatti allo sviluppo del discorso intrapreso.
Certamente la poesia trarrebbe giovamento da una composizione più studiata dal punto di vista metrico.
Nel complesso comunque risulta piacevole alla lettura, a parte in qualche punto, ad esempio in corrispondenza delle rime in –ena della seconda e terza strofa, e riesce bene a trasmettere lo stato d’animo che l’ha ispirata.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #19 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 16:43:29 »
...
I primi cinque versi:

Il cielo pieno di stelle
mi accompagna
in questa notte serena.

Sono amiche e sorelle
e la luna è mia compagna


Sono tutti ottonari, tranne uno quaternario, si tratta di una misura propria dell’incedere dolce della filastrocca, bene in linea col clima sereno del contenuto.
Nei versi successivi il tono si fa più riflessivo ed anche le misure dei versi cambiano, si nota una buona frequenza di endecasillabi (alcuni canonici, altri extracanonici, con accento di 5°) e di versi anche più lunghi, più adatti allo sviluppo del discorso intrapreso.
Certamente la poesia trarrebbe giovamento da una composizione più studiata dal punto di vista metrico.
...

tanto per la precisione, i versi precedenti non sono tutti ottonari essendo presente un settenario:

Sono amiche e sorelle
So/no a/mi/che e/ so/rel/le

per quanto riguarda gli altri versi si spazia dalle 4 alle 13 sillabe, abbastanza (troppo) variegata a mio avviso.




Offline Stefano Toschi

Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #20 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 18:10:50 »
tanto per la precisione, i versi precedenti non sono tutti ottonari essendo presente un settenario:

Sono amiche e sorelle
So/no a/mi/che e/ so/rel/le


Naturalmente, come tu saprai, esiste la dialefe, la possibilità cioè di considerare come sillabe separate quelle in cui si incontrano le vocali finali e iniziali di due parole. Qui ci sono due possibilità di introdurre la dialefe. Anche se in questi casi la norma sarebbe la sinalefe non esistono regole tassative al riguardo e i poeti si comportano di volta in volta come gli pare più opportuno.
Mi si dirà che in un componimento praticamente in versi liberi non è legittimo andare a cercare artifici del genere, io però ritengo di poter introdurre nella lettura una leggera pausa tra "sono amiche" ed "e sorelle"
mantenendo così il metro ottonario.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

flambé

  • Visitatore
Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #21 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 18:29:29 »
Sì, anche per me letto così è un settenario, che diventa ottonario con una semplice virgola:

Sono amiche, e sorelle


senza virgola potrebbe essere:

Sono amiche e pur sorelle.



Comunque, per esprimere un parere, il testo è per me alquanto fiacco nel contenuto e nella scelta di un lessico scontatissimo. Potrebbe avere la sua forza nella metrica, dove proprio dovrei fare i salti mortali per ritrovare una sorta di sistematicità.

Boh, sarò ottusa io ;D

Sta di fatto che questa scontatezza semantica, gemellata alla sregolatezza metrica, offre un terreno assai interessante per un'indagine introspettiva sull'autore.

Ci scommetto che su questa traccia si potrebbe azzeccarci più dell'oroscopo  ;D



ciao ;)

Offline Stefano Toschi

Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #22 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 18:59:52 »
Anche senza virgola può legittimamente essere letto come ottonario, prendi ad esempio questo verso della Commedia:
"esta selva selvaggia e aspra e forte"
oppure quest'altro
"Tant'è amara che poco è più morte"
o ancora
""tant'era pien di sonno a quel punto".
Sono tutti endecasillabi.
Viceversa si trovano infiniti esempi di sinalefe tra parole separate da virgola.
Quello che fa la differenza, in fondo, è la recitazione, quando non si è di fronte a veri e propri artifizi "matematici".
Su una cosa però ti do ragione: la forza di questo testo non è nella metrica.
Quello che intendevo far notare era semplicemente come anche in un testo costruito "a orecchio" e senza l'intento di dargli una precisa struttura metrica ne emerga a tratti qualche traccia.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #23 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 19:49:30 »
Naturalmente, come tu saprai, esiste la dialefe, la possibilità cioè di considerare come sillabe separate quelle in cui si incontrano le vocali finali e iniziali di due parole. Qui ci sono due possibilità di introdurre la dialefe. Anche se in questi casi la norma sarebbe la sinalefe non esistono regole tassative al riguardo e i poeti si comportano di volta in volta come gli pare più opportuno.
...


Incredibile, ancora esiste qualcuno che legge vecchi dizionari di metrica.
Mi viene la nausea per quante volte avrò letto di questa annosa questione di chi si ostina ad evocare la diafele come se fosse la panacea da rispolverare all’occorrenza.

Mi secca profondamente scrivere sempre le stesse cose, quindi mi limiterò a riportare una cosa letta non molto tempo fa:
"Quando due vocali appartenenti a due parole diverse, l'una in qualità di vocale finale, l'altra in qualità di vocale iniziale, si incontrano all'interno del verso, si ha normalmente una fusione. Ciascuna vocale conserva immutato il suo timbro e viene pronunciata distintamente, ambedue però, pur appartenendo a parole diverse, formano insieme un'unica sillaba metrica. Questo fenomeno, simile a quello della sineresi, si chiama sinalefe.

Contrariamente all'uso normale si possono tenere distinte le vocali, e allora le vocali contigue nel contesto ma appartenenti a parole diverse formano due sillabe metriche diverse. Questo procedimento, analogo alla divisione che si effettua all'interno di una parola (dieresi), viene chiamato dialefe in quanto è il contrario della sinalefe.

Non è facile dare una regola sull'uso della dialefe, fenomeno molto frequente sia nella lirica della scuola poetica siciliana e dello Stil nuovo, sia nel Dante della Divina Commedia. È una caratteristica del verso dantesco, ma lo è anche di tutta la poesia anteriore al Petrarca. Quest'ultimo ruppe in modo deciso con l'uso della dialefe, anche se non è del tutto assente nella sua poesia (più rara nella lirica che nei Trionfi). Fuori dalla lirica la dialefe si incontra di frequente nella poesia epica sino alla fine del Quattrocento e nella poesia popolareggiante del primo Rinascimento. È un segno di tecnica arcaica, e quando, con il Bembo, il Petrarca verrà assunto a norma obbligatoria, la dialefe scomparirà da tutti i versi e da tutti i generi fuorché nei casi in cui si mira a un determinato effetto.
"

Non mi sembra che nel verso in questione ci sia la ricerca di un particolare effetto, né all’interno del verso stesso c’è un cambio di ritmo tale da giustificare eventualmente il richiamo alla diafele.
Non mi risulta nemmeno che il testo in esame sia un poema epico né una divina commedia in miniatura, dunque prima di richiamare anomalie metriche come la diafele soltanto per fare scena, per favore cerchiamo di documentarci.




stellaerrata

  • Visitatore
Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #24 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 21:24:57 »
Possibile che non si riesca in modo costruttivo a dire le cose come stanno? Possibile che non si riesca a dire all’autore di questo testo che è stato ripetitivo e che certi concetti sono elementari e che si potevano dire meglio con un po’ di impegno in più? Possibile che si debba scrivere sempre di getto e relegare in secondo piano la ricerca dello stile, dell’eleganza, della ricerca della concisione e di una espressione meno istintiva?
 
Mi sono arrabbiato e forse l’autore non meritava questo sfogo, ma mi irritano certi buonismi e certe prese di posizione solo perché l’autore è un “essere umano” (ma che discorsi sono?) allora dobbiamo solo dire bravo, bel testo, trasmetti emozioni, bella costruzione, mi sento vibrare leggendoti ecc, ecc.  Beh scusate tanto ma io non ne sono capace.


partendo dal presupposto che non voglio toccare la poesia in questione, vorrei però sottolineare un aspetto di cui spesso ci si lamenta sul sito: i commenti.
perché la gran parte dei messaggi/commenti è miele senza una base di spiegazione? insomma, a me fa piacere leggere che piace la mia poesia ma gradirei anche qualche critica motivata che mi induca a pensare effettivamente alle emozioni ma anche alla struttura dei versi stessi.
tante poesie che leggiamo sono emozionanti ed emozionali, ma quante si potrebbero osservare anche dal punto di vista strutturale? perché non dare la possibilità ad un autore di approfondire e curare e dunque migliorare il suo stile? una sorta di coerenza testuale non è una cornice inutile. a volte una tela senza cornice ha senso solo se libera da incastri, ma altre volte la cornice giusta dà quel qualcosa in più che le permette di valorizzarsi anche di più. un quadro con colore base arancione vorrebbe una cornice fucsia? a meno che l'artista non lo voglia per un senso ben preciso, io credo che magari una cornice marrone possa avvicinarsi di più (banalizzo l'esempio).
è vero che spesso lasciamo commenti molto buoni per non "ferire" l'autore, ma  credo che tutto sommato Gianburrasca non abbia tutti i torti.
scusate il mio intervento che vi prego non prendere come polemica.

Gianburrasca: se vuoi martoriare le mie pseudopoesie motivandomi le critiche, ne sarei felice ed onorata.

ad ogni modo, ho apprezzato la poesia di Rossodisera.

Offline Stefano Toschi

Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #25 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 21:53:19 »
Caro Giannino Stoppani, non leggo vecchi manuali di metrica, semmai recenti.
E sono più documentato di quanto tu non creda.

Da Salvatore Quasimodo, Quasi un madrigale: due strofe di endecasillabi sciolti tranne l’ultimo verso settenario.

Il primo verso presenta dialefe:
“Il girasole piega a occidente”

Settimo verso, nessuna dialefe, nonostante il punto:
“quest’ultimo gioco del cielo. Ancora,”

Mario Luzi, Come tu vuoi.
Questo verso è un endecasillabo, presenta dialefe:
“vieni ed entra, attingi a mani basse”

Persino nella canzonetta.
Gianna Nannini, Fotoromanza
In una serie di otto decasillabi troviamo:
“è una scena al rallentatore”
con dialefe tra “scena” e “al”

Questo solo sfogliando, a caso, qua e là.
Permettimi, allora, di citare anche il manuale di metrica, via:
Da Carducci, Odi Barbare, Nella Piazza di San Petronio, in distici elegiaci (un settenario e un novenario):
”Tale la musa ride / fuggente al verso in cui trema.”
Con dialefe tra “fuggente” e “al”

Mi concederai, allora, di interpretare la lettura del verso in questione “Sono amiche e sorelle” come un ottonario? A parte il fatto che anche a volerlo leggere come settenario, questo non cambierebbe la sostanza della mia affermazione che i primi cinque versi hanno il ritmo della filastrocca.
Detto questo chiudo e non risponderò oltre, perché questo topic è dedicato alla discussione delle poesie proposte da Lariani e non ad un battibecco sull’uso della dialefe nella poesia italiana.
Se vuoi parlare di questo apri un altro topic.
Ciao.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

gianburrasca

  • Visitatore
Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #26 il: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 22:20:52 »


Signorsì signor redazione full member!!!
(Peccato solo che la questione l'avevi sollevata tu)


« Ultima modifica: Mercoledì 13 Febbraio 2008, 22:24:06 da Gianburrasca »

Offline Maurizio Spaccasassi

Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #27 il: Giovedì 14 Febbraio 2008, 00:15:20 »
Faccio grandi complimenti per i vari interventi che hanno arricchito ulteriormente con nozioni ed informazioni veramente interessanti non solo sul testo in questione,ma anche sulla poesia in  generale,rimango stupefatto nell'apprendere cose che mi erano sfuggite totalmente,d'altro canto però questo significa che se siamo una squadra affiatata, per questo ognuno si  sa esprime al meglio nel suo ruolo.Ho letto con interesse gli interventi di Gianburrasca e Stefano Toschi ,stella Erretica,Flambè,perchè hanno arricchito un piccolo spazio aperto come piccola sperimentazione.Condivido in pieno il parere di Francesca Coppola,l'opinione e il giudizio deve essere libero,ma non dimentichiamoci mai del metodo di comunicare il nostro messaggio,perchè il problema non è mai la critica,ma il tipo di comunicazione.
Ringrazio Guido Passini perchè la sento come una persona altruista che ha tanta voglia di costruire,Roberta,perchè mi ha richiamato più volte al gruppo critico.Grazie per la fiducia e l'appoggio.
La discussione molto costruttiva tra Gianburrasca e Stefano Toschi sarebbe bello vederla sviluppata davanti un testo che presenta una bella costruzione degna delle loro conoscenze,mi piacerebbe che qualcuno la proponesse ...anche se aspettiamo un po' per gli altri testi...cosa ne pensate?Credo sia utile no?
« Ultima modifica: Giovedì 14 Febbraio 2008, 00:21:11 da Maurizio Lauriani »

Offline Maurizio Spaccasassi

Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #28 il: Domenica 17 Febbraio 2008, 00:10:04 »





Ho bisogno della notte-Alessia Grippo

Ho bisogno della notte,
dei suoi silenzi
e dei suoi respiri.
Ho bisogno della notte,
per chiudere gli occhi
e volare al di là.
Ho bisogno di andare,
qui non c’è posto per me,
per me che sono un poeta
che impregna
con la follia dell’uomo
i suoi versi.
Ho bisogno di andare,
ho bisogno della notte,
per sparire nel suo buio
e lasciare ai posteri
pergamene di verità
bruciare dagli sguardi
di chi ha paura della realtà

Offline Maurizio Spaccasassi

Re: Poesia introspettiva-autori vari a confronto
« Risposta #29 il: Domenica 17 Febbraio 2008, 00:12:40 »
Una poesia scritta tutta d’un fiato questa di Alessia Grippo,un testo a verso libero  semplice  e scorrevole che  si lascia cullare dietro ad anafore che si ripropongono in più versi:Ho bisogno della notte-ho bisogno di andare
(Nel commento userò spesso poeta al maschile per comodità di scrittura pur sapendo che l’autrice è una donna)

“ Ho bisogno della notte,
dei suoi silenzi
e dei suoi respiri.
Ho bisogno della notte,
per chiudere gli occhi
e volare al di là.”

Le parole e i termini utilizzati non sono mai messi per caso,è compito del lettore cercare di comprendere e dare la giusta collocazione  ai versi.

“La notte “vista come uno spazio –anche fisico- a cavallo fra realtà e sogno in questo caso la notte ha nella chiave di lettura il termine “LIBERTA’”
La notte che si sente come una liberazione in contrapposizione al giorno (che non riesce ad essere portatore di speranza)La notte che sussurra in quei silenzi che hanno voce.La notte che respira parallela al proprio respiro,è un bisogno vero e si sente dal verso deciso senza strofe  che l’anafora ripropone come fosse una nenia,come fosse un dolce lamento che accompagna per mano la stanchezza al sogno”per chiudere gli occhi “e volare aldilà”.

Continua...