Autore Topic: "Mafia" di Demetrio  (Letto 1488 volte)

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alfredo

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"Mafia" di Demetrio
« il: Domenica 2 Dicembre 2007, 15:50:36 »
Tutti zitti,
tutti dietro le persiane,
sono volti bianchi,
pupille dilatate,
bocche che non sanno urlare.

La mia lingua
picchia sul palato,
deglutisco,
e ingoio l' ultimo conato.

Giuseppe
è l' ultimo che si è ribellato,
adesso sta spegnendo le fiamme
e scava nella brace,
cerca l' ultima speranza,
la forza di cambiare.
« Ultima modifica: Domenica 2 Dicembre 2007, 15:58:38 da Alfredo Genovese »

alfredo

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Re: "Mafia" di Demetrio
« Risposta #1 il: Domenica 2 Dicembre 2007, 15:59:59 »
Demetrio, autore dell’estremo Sud, arricchisce il suo talento ponendo alla ribalta, ed
esaltandoli, episodi di vita cittadina, del quotidiano, delle tradizioni e tutti che investono
in prevalenza il  sociale e la comunità meridionale in cui vive.
Le sue opere vengono assiduamente investite di un linguaggio semplice ed efficace riuscendo, oltre ad incuriosire, ad inculcare nel lettore, verso dopo verso, quel particolare entusiasmo che in alcuni casi riesce anche a mozzare il fiato.
Uno di questi testi, per il quale sono stato totalmente attratto, sia per la formula poetica, sia per il problema trattato, è senza dubbio alcuno “MAFIA”.
L’autore ha concepito il testo additandogli nel suo percorso tre momenti essenziali e salienti, tre strofe probabilmente distaccate tra loro proprio per mettere in evidenza le tre fasi derivanti dalla testimonianza cittadina di un episodio di carattere intimidatorio ed estorsivo messo in atto a danno di un qualcosa senza vita: l’inerme proprietà, simbolo del sacrificio.

Tutti zitti
Bocche che non sanno urlare:

La strofa dell’osservazione, la strofa con la quale viene denunciata la testimonianza sottomessa all’obbligato silenzio, all’obbligato non vedere, tanto è così cruento che le ritorsioni debbano essere evitate, la strofa quindi dove l’autore con molto tatticismo sta a dimostrare come ancora il terrore entra attraverso le fessure di quelle persiane chiuse;

sono volti bianchi
pupille dilatate.

Si assiste impotenti, con paura, quel tipo di paura senza coscienza civile ma che tuttavia l’autore giustifica

alfredo

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Re: "Mafia" di Demetrio
« Risposta #2 il: Domenica 2 Dicembre 2007, 16:02:03 »
La mia lingua
Deglutisco

Altro momento sensibile del testo, il momento dove la volontà alla reazione spinge ad aprire quelle persiane, il momento in cui si chiudono i pugni e si vorrebbe reagire ma che viene bloccata da quell’impulso stomachevole che costringe ad ingoiare e al non fare.
Certamente viene denunciata con la strofa il segno del risveglio, l’inizio della rinascita del senso civico: unirsi e combattere la piaga dilagante dell’estorsione, figlia legittima del fenomeno mafioso.
Certamente parlare di mafia, non è come rischiare di renderla simpatica(Ironica affermazione di Andrea Camilleri) ma piuttosto di mistificarla, di opporsi al regime del terrore, al quel tipo invisibile di oppressione psicologica sfociante nel dopo nell’agire a far danno fisico giungendo anche al delitto più atroce (la morte).
Demetrio con la sua ultima strofa e non mi meraviglia il fatto se il personaggio Giuseppe sia figura non retorica e convincente ma vera e come tale simbolo della moderna energia in contrapposizione al fenomeno primitivo, oppressivo nella sua ferocia e che tanto male ha provocato ma che oggi, vuoi per le continue denunce di volontari alla resistenza estorsiva, vuoi alla debole e non più forza prorompente del potere mafioso, evidenzia in siffatta situazione di affiacchimento e di scoraggiamento delle persone oneste, di quella categoria che dedita al lavoro ed al progresso investe in un terra dove i pericoli della vendetta, della ritorsione, dei delitti di ogni genere ne fanno un affare anche e sovratutto economico.

Giuseppe è l’ultimo/ che si è ribellato, versi che rappresentano il diniego , il pilastro simbolo della ribellione a questa violenza, alle angherie, ai sorprusi che dilagano tra la società degli onesti. Giuseppe col suo coraggio cerca di contrastare e di combattere, a costo della propria vita, questo fenomeno anche con sgomento e con la paura sicuro che qualcosa prima o poi potrà dilagare nella coscienza di chi impotente ha assistito, in coloro che alla vista di delitti come quello che ha subito Giuseppe, hanno sofferto interiormente senza poter esternare apparendo sempre deboli agli occhi di coloro che pensano il contrario.
Scava nella brace/ cerca l’ultima speranza/la forza di cambiare
 



alfredo

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Re: "Mafia" di Demetrio
« Risposta #3 il: Domenica 2 Dicembre 2007, 16:04:02 »
Una chiusa terribile dove questa sua ribellione, costata cara, è stata  punita con il danno, danno comunque che è avviso ma in Giuseppe è vivo, non dimostra più paura poiché crede che per il futuro la coscienza civile possa un giorno insorgere contro questi uomini del male e dal volto nascosto dall’omertà ieri costretta oggi annientata. Così vengono denunciati coloro che fino a ieri di vantavano di essere artefici di: violenza, distruzione e morte.
Il testo, in sintesi racchiude quel senso di brillantezza e di speranza che inizialmente veniva per un avvio poco confortevole, ma d’altro canto Demetrio si qualifica grande interprete per meglio suggestionare i suoi numerosi lettori.

demetrio

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Re: "Mafia" di Demetrio
« Risposta #4 il: Lunedì 3 Dicembre 2007, 13:33:46 »
Voglio ringraziare Alfredo per la critica su questa mia poesia.
Devo sottolineare il grande lavoro e le belle parole.

Si è vero, mi piace raccontare la vita della mia terra, mi piace raccontare quello che mi gira intorno...mi piace raccontarlo per come lo vivo e il mio stato d'animo..
Vorrei arricchire la disamina della poesia "mafia"
Convivere con questo problema non è facile, anzi è quasi impossibile. ma nello stesso tempo, stranamente la gente ne fa abitudine.
Ha proprio azzeccato anche la struttura che ho voluto creare alla poesia, dividendola in tre tronconi, proprio per sottolineare lo stato d' animo di chi vive questo fenomeno.
Le persone inermi e impaurite
io stesso mentre mastico amaro
e giuseppe uno dei pochi che ha voluto alzare la voce, e ha avuto la peggio
Ma è una goccia nel mare e giuseppe è troppo piccolo...e non aiutato ha sempre la peggio...
Voglio ricordare uno slogan che i ragazzi di Locri hanno coniato dopo l' ennesimo omicidio di un politico calabrese e che ne fanno ancor oggi il vessillo " adesso ammazzateci tutti"...si perchè solo con l' unione si può veramente sconfiggere la mafia...il solo giuseppe è poco...
Questa è una storia vera, una delle tante storie che succedono nella mia terra...una storia di paura, di rabbia, di ingiustizia...

Grazie Alfredo