Vedo ancora un qualcosa di più, un credere convinto nella imperfezione dell'amore in vita, il vorticare illuso, il vero "riposo" si avrà soltanto dopo la fine, nel "mare" dove la "sua mano" si può intendere anche come la mano del Dio, che rinfrescherà dando nuova vita, ed ecco le "danze controtempo", il breve tempo della vita, la sua precarietà, saranno sincrone.
Non solo, a me colpisce anche il verso "sola, senza...ventre" quasi a simboleggiare la mancanza di maternità che rende più soli.
Ma soprattutto il linguaggio sonoro, mi ha colpito, dove il ripetersi ed il richiamarsi dei suoni gestisce il ritmo, eccelle il verso "sgranàndo sògni in suòni d'òmbra còme sàbbia" dove la "s" richiama "illuso" e "riposo", cui segue dita-domani-d'onda nel quale l'ultimo vocabolo richiama l' "ombra" e tramite la r "approdo" e... ancora "riposo". Come vediamo anche per fonosimbolismo la poesia risulta meravigliosamente legata al suo messaggio.