IL PORTO SEPOLTO.
(Mariano, 29 giugno 1916)
[i]Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde
Di questa poesia
mi resta quel nulla
d’inesauribile segreto.[/i](Metrica: versi brevi, nei quali la misura sembra essere il ternario, insieme a senari e novenari.)
Poesia che fa parte della raccolta omonima, a cui Ungaretti dando la spiegazione del titolo, da la spiegazione della poesia “Il Porto Sepolto è ciò che di segreto rimane in noi indecifrabile”
Concetto maestoso, pieno di significati e spessore, è quella parte di noi celata nelle pieghe dell’anima, che solo e non sempre la poesia permette di rivelare, ma se ci riesce ci riesce tramite la parola adeguata.
È un manifesto di poesia, è appunto la descrizione di poesia…del poeta
Infatti nel primo verso, la metafora del porto sepolto, sta indicare la parola autentica, quella parola che deve essere portata alla luce.
Quindi scavando, e andando oltre i normali legami si può arrivare alla parola autentica, quella parola sepolta, che torna alla luce.
Ma può disperdersi, quella parola tanto cercata, e tanto desiderata, perché può non essere recepita dalla comunità.
È molto importante questo concetto, perché rivela, come detto in altro post, poi alla fine l’oggettività della parola e della poesia: ovvero la poesia senza lettore, e senza commento è foglia trascinata dal vento e dispersa.
Nella seconda strofa e ultima si vede l’Ungaretti che affrronta lo spessore della poesia e della parola, il suo confronto con il nulla..la segretezza della parola, la sua efficacia, si raggiunge a patto di contemplare e contenere il possibile silenzio (mi resta quel nulla)
È la capacità dell’espressione con il silenzio, dal suono della parola nel nulla, da respiro silenzioso di chi afferra l’emergere della parola….l’importanza di quelle pause…
Di quei silenzi…tra un verso e un altro…
Di quei versi corti…spesso appena accennati.
È la forza della parola, fatta di evocazioni segrete, di silenzi trovati, di emozioni ritrovate.