la percezione della felicità è a volte inversamente proporzionale alla profondità del sentire.A volte può essere proporzionale.
Scendendo a fondo nelle relazioni umane, ma tanto a fondo, si corre il rischio di vedere svanire nelle persone che ci circondano la sincerità, l'altruismo, la dedizione, lasciando il posto a forme di egoismo. E qui la percezione di felicità svanisce. La superficialità dei sentimenti e delle relazioni può quindi donare l'illusione di un'apparente felicità.
Di contraccolpo un animo di notevole spessore soffre sì nelle relazioni umane, ma poi sa cogliere la fecilità che è racciusa nelle piccole cose, che magari sfugge ad un animo più superficiale, il quale ha bisogno di "cose", di emozioni più eclatanti per sentire la felicità.
Credo che la massima felicità che l'uomo possa raggiungere è la serenità interiore, e tale felicità non dura un attimo, ma richiede un percorso.