Di recente ho assistito a due spettacoli di Benigni, personaggio strano ed intrigante.
Per chi non lo sa nei suoi spettacoli oltre alla satira, nella seconda parte introduce, spiega e recita un canto della Divina Commedia.
Sulla poesia lui ha detto, perdonatemi se non ricordo la fonte citata:
" la bellezza della poesia sta per il 50% nelle mani di chi la scrive e per il restante 50% negli occhi di chi la legge."
So che qua non è in discussione la bellezza di una poesia ma poi sempre Benigni ha aggiunto che la poesia è un'estensione della nostra anima esattamente come una penna lo è per la mano.
Allora se si concorda, come ho fatto io, con questo tipo di concetto, cioè vedere la poesia come mezzo, cambia di significato a seconda "dell'uso e consumo" .
In fondo quando scriviamo cerchiamo di trasporre qualcosa di noi.