Mi hai preso,
con gl’occhi steso
imbavagliato nel silenzio
e quasi perso,
ti cerco, nel cerchio
dell’essenza
passeggiando sul cielo
con lo sguardo al soffitto,
invento l’universo
e stringo l'assenza
di un viso diviso
fra la mente e il corpo…
e poi volo,
con le ali frenate sull’attimo
arreso all’ipnosi dell’incanto
del tuo sguardo immerso
dalla voce fino alla foce
fra le gambe accavallate
cerco la sorgente del piacere
fra i muschi
dell’umida passione
all’ombra delle tue ombre.
Apprezzo molto le assonanze, Mauri, credo diamo ritmo fisico alle parole e nel contempo, la distanza della parola dall'azione. Mi spiego: sono premeditate per descrivere un comportamento istintivo... e questo mi piace molto: vanno a creare il contrasto, un po', come in cucina: il morbido e il croccante
Per questo, però sfoltirei il testo di alcune espressioni abbondanti:
Mi hai preso,
con gl’occhi steso
imbavagliato nel silenzio
e quasi perso,
ti cerco, nel cerchio
dell’essenza
passeggiando sul cielo
con lo sguardo al soffitto,
invento l’universo
e stringo l'assenza
di un viso diviso
(fra la mente e il corpo): questa, secondo me, spiega troppo e penalizza la leggerezza del resto
Altrettanto dicasi per
del piaceree poi volo,
con le ali frenate sull’attimo
arreso all’ipnosi dell’incanto
del tuo sguardo immerso
dalla voce fino alla foce
fra le gambe accavallate
cerco la sorgente (del piacere)
fra i muschi
dell’umida passione
all’ombra delle tue ombre.
Solo inezie, rapportate al mio modo di scrivere poesia.
Al di là di ciò, complimenti, per l'impegno, in un campo non facile e per il risultato: Pollice Su
filodiseta