L'immagine che ho di te
(sonetto ABBA ABBA CDC DCD)
Un raggio mi frastaglia in controluce
la trama del tuo viso custodita
il fine carezzar delle tue dita
in concave pitture riproduce
architettura di poesia seduce
figlia dell’arte sei la preda ambita
dannata quella tua beltà eremita
che in afasie di palpiti conduce
nella tua sintesi unica e irrequieta
instancabile sei dell’eleganza
l’ambasciatrice fine e più discreta
leggerti è come un’armonia di danza
infonde dentro un’estasi completa
che estingue il tempo annulla la distanza.
el greco
adagiami la curva del tuo grembo
sotto la nuca, tra i capelli sciolti
stempera luce fioca sopra i volti
e del giorno non resti neanche un nembo
narrami dei ricordi più sepolti
mostrami dei pensieri ciascun lembo
ogni frammento gaio oppure sghembo
di te, che infine taci e poi mi ascolti
- vieni sempre più dentro alla mia danza
di onde e flutti e di placide note
fra trasparenze tiepide d'organza
nelle movenze audaci, ma devote -
e per te solo, qui nella mia stanza
sospiro vita sulle assenze immote
filodiseta