A dir la verità, mio caro Greco
non creder che il mio guanto sia di lino
è vero che di donna il nome reco
ma ho Marte sulla lingua a far padrino.
Ti offro quindi, in tutta confidenza
di deporre le armi e la contesa
che non vi sia tra noi malevolenza
e piano s'apra un lume sull'intesa.
Anche perchè, se poi così non fosse
mi troverei davvero in imbarazzo
ad arginare tutte quelle mosse
che più che infastidire dan sollazzo.
Mio caro Don Chisciotte della penna,
rifletti bene su questo mio dire
se alla pace indirizzar l'antenna
o se elegantemente vuoi........ sparire.........
Non credo nulla, cara la "marziana",
ho già notato la tua fine astuzia,
potrei deporre la mia palandrana
sedermi e rimeggiare con arguzia.
In rime pertinenti e mai sguaiate
potrei anche cimentarmi per diletto
fornire rose e trine a cucchiaiate
o intrecciar di fine all’uncinetto.
Ma forse non mi vedo in questa veste
e non è questo certo il posto giusto
che son per me davvero un po’ indigeste
anche se, qui lo ammetto, di buongusto.
Però di far contesa sono stanco
ripongo tosto in fodero le armi
mi troverò un angolo in un banco
lontano da scagnozzi e da gendarmi.
Con grande gioia ho visto esser capaci
alcun di voi a intrecciare il verso
mi piacerebbe foste un po’ più audaci
che il vostro ingegno non vada mai perso.
Or vado ch’è di già suonata l’ora
mi appresto, pendolare della rima,
ché questo posto già si decolora,
a fare quel che già facevo prima.