Premettendo che nn sono assolutamente d'accordo con RB, vi propongo questo testo di Eugenio Montale tratto dalla raccolta "Ossi di seppia"(1925)
Spesso il male di vivere ho incontrato
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi; fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Non potevo non apporre qlc di mio nei confronti di un autore che amo molto.
Avete letto la poesia? Bene. In questo testo potrete trovare il "correlativo oggettivo". Cos'è? Non sono altro che concetti e sentimenti astratti che trovano la loro espressione (il loro corrispettivo, risultando così "correlati") in oggetti ben definiti e concreti. "Il male di vivere" è identificato attraverso immagini esplicative: "il rivo strozzato... l'incartocciarsi della foglia... il cavallo stramazzato".
Il correlativo oggettivo si può considerare la moderna allegoria dantesca. Montale amava molto Dante e non si può prescindere da questo per meglio comprenderne la sua poetica. L'allegoria dantesca trova spiegazione nella mente divina, il correlativo oggettivo di Montale si dibatte in sè stesso senza ottenere risposte.
Avrei ancora molto da dire, ma forse il tutto risulterebbe un pò troppo pesante ed io pedante, indi qui mi fermo.