Una vita senza tempo
di Marinella Accinelli
Con un linguaggio poetico limpido, essenziale, comunicativo , alieno da sperimentalismi funambolici e da stilemi ermetici, l’autrice dispiega nei suoi versi il senso profondo della vita.
Veramente una vita “senza tempo” , come recita il titolo , perché ripropone i valori eterni dell’esistere:l’amore e l’odio, l’indifferenza e la pietà , la gioia e il dolore,declinati ora in immagini di intimità familiare , quelle della madre, del padre, del figlio, dell’uomo amato, degli amici , realizzate con tenerezza e autenticità di sentimenti , ora in immagini più esterne, ma comunque coinvolgenti - della società malata di indifferenza ,di guerre, di odi inutili ,tutte però, aperte, fraternamente, alla comprensione diretta del lettore, che,in questo percorso, familiare e non, ritrova se stesso, i propri vissuti e la propria dimensione di “cittadino del mondo”.
La realtà viene però immersa e filtrata nello spazio durativo della memoria e della coscienza, in un “tempo senza tempo”,in cui il passato, il presente e il futuro vivono nell’ “eterno presente” dell’anima, nucleo generativo dell’ attività poetica e del nostro stesso consapevole esistere .
Il gesto di scrivere,del resto, è di per se stesso un mezzo per esprimere la consapevolezza di sé e del mondo, rivelativo di un’esigenza di dirsi, di fermarsi, nella fuga dei giorni, in un tempo sospeso, che dia una direzione di senso ai nostri itinerari, cognitivi , emotivi, fantastici .
Un viaggio interiore dunque, quello della poesia, che affidandosi al simbolo,alla metafora, alla musica delle parole , riesce ad esprimere la poliedrica e misteriosa complessità della vita .
E Marinella Accinelli punta in questa direzione perché sa che ,forse, meglio di ogni altro codice comunicativo, il linguaggio lirico, nelle sue capacità suggestive, restituisce un volume e una ricchezza di significati altrimenti inesprimibili, tentando di evocare , nella spazio della pagina bianca ,ma anche nel cuore e nella mente del lettore quell’ “eco dell’ignoto”(Pascoli) che è il segno della vera poesia.
Graziella Corsinovi
Docente di Lingua Italiana e di Storia del teatro e dello spettacolo
Università di Genova .Facoltà di Scienze della Formazione