Per il tema "Autoanalisi di un poeta" "AUTOGENESI" di Patrizia Ensoli
Nei sax notturni poggiati ai riflessi
triplicati ai lampioni randagi. Sotto la notte
stanno lì, attaccati alle fila di stelle. Silenti.
(Generazione spontanea di organismi viventi)
Perché sai
i paesi del mondo narrano le vite dei cieli
i tremori dei mari. Le ninfee di fiume distese alle rocce.
Poeti poi
che nome strano di persone comuni.
Forse l’ombra di qualcosa che brucia e colora i colori
dando forma immortale alla sete che arricchisce la vita.
Dappertutto risuona un ritmo un senso un accento sfumato. Crepitio che siamo.
Luce ampia e crudele di un sincero fervore.
http://www.scrivere.info/openThis.php?poesia=459063«I poeti... persone comuni di tutto il mondo che dipingono scorci di cielo, ritagli di mondo, accompagnati da quella musica struggente, a volte malinconica e triste della notte. Sono come quei lampioni isolati e silenziosi, emanano luce soffusa, sono generazioni di persone che esprimono il proprio sentire con le parole del cuore per rinascere da sé stessi.»
Questa poesia porta con sé quella vena di malinconia che spesso noi poeti abbiamo nel cuore e parla di una necessità, un bisogno naturale che certi individui (generazione spontanea di organismi viventi), autogenesi appunto, hanno di "partorire" sé stessi, dalle proprie parole, dal proprio sentire, che spesso rimangono come quelle ninfee attaccate alle rocce... inaccessibili ma così belle e spontanee da suscitare qualche emozione.
Leggendo questi versi penso che molti rivedranno sé stessi... Io mi sono vista e ho anche passeggiato dentro i quadri di Van Gogh, così magici, a prima vista armoniosi ma con dentro dolore e tormento.