Autore Topic: Motivo medievale  (Letto 1136 volte)

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Offline poeta per te zaza

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Motivo medievale
« il: Domenica 21 Febbraio 2016, 18:20:45 »


Motivo medievale di Tomas Tranströmer (Premio Nobel 2011 per la Letteratura)


Sotto le nostre espressioni stupefatte
C’è sempre il cranio, il vuoto impenetrabile. Mentre
Il sole lento ruota nel cielo.
…………………………………….La partita a scacchi prosegue.
Un rumore di forbici da parrucchiere nei cespugli.
Il sole ruota lento nel cielo.
La partita a scacchi si interrompe sul pari.
…………………………………….Nel silenzio di un arcobaleno.

di sabbia e catrame è la vita...
o scorre o si lega alle dita...

Offline NicolaGiordano

Re:Motivo medievale
« Risposta #1 il: Lunedì 22 Febbraio 2016, 01:47:45 »
La partita a scacchi è quella tra essere e nulla, e le varie metafore di morte suggeriscono una partita non tra pari ma tra un avversario superiore (il nero, il nulla) che gioca per vincere e un avversario inferiore che gioca per la patta
(il bianco, la vita).
E il miracolo della vita e dei suoi pochi momenti di felicità è specificamente questo, la quasi vittoria della formica sul gigante, il sudato ottenimento di questa benedetta patta, il sussulto e la trovata del "giocatore inferiore", che non si è arreso ed è rimasto concentrato e agguerrito per tutta la partita, pur sapendo fin dall'inizio che una sua vittoria era praticamente impossibile, per la sproporzione di forze contro il campione.

Fuori di metafora, una vittoria definitiva del bene e del senso sul nulla e la morte sono impossibili, si gioca contro la morte per la patta, e solo di questa eventuale patta si può godere.

In questo senso la titolazione medioevale e quindi tendenzialmente cristiano/cavalleresca della poesia è ironica o paradossale, non c'è una vittoria finale del bene se non vanamente desiderata, e l'anacronismo degli scacchi moderni in un medioevo europeo è probabilmente una citazione del Settimo Sigillo di Bergman, che apre alla tematica dell'essere fondato sul nulla come essere irredimibile, che non è redento neanche dalle verità della religione o della poesia.

Il vento nei cespugli come una forbice da parrucchiere è un'immagine femminina (parrucca), artificiosa
 (abitudine a curare  l'aspetto) e antropomorfica (il cespuglio di suo non sarebbe umano) proiettata su un elemento naturalistico (e che richiama da vicino la forbice Montaliana) , che sembra dire il localismo e la caducità di tutti i punti di vista, la località microdifferenziale di un mondo infondato.

Ma anche e più specificamente la forbice da parrucchiere e questo rito di rasatura segreto nei cespugli, sembrano narrare la strategia e il travaglio del giocatore "bianco", che per poter strappare la miracolosa patta alla molto più forte morte ha dovuto rendersi un po' simile alla morte anche lui, nel suo corpo, rinunciare pudicamente ai capelli, assomigliare al teschio del v2.

L'arcobaleno poi è un simbolo millenarista, che indica il trascendimento verso il futuro e l'utopia dei valori medioevali, che naturalmente, tentato da uomini imperfetti, ha generato altri bagni di sangue e l'avvento della modernità; qui potrebbe indicare l'aspirazione a una fine del medioevo senza il conseguente incubo della modernità, una fine dei tempi così come la sognarono e medioevali e non come la videro i posteri: l'aspirazione a una pace dopo il diluvio, a un paradiso in terra.

Ma è soprattutto ironico il senso prevalente di arcobaleno come segno universale di pace al di là di tutte le religioni, il che in fondo potrebbe indicare che la Morte, regina imperscrutabile degli scacchi, a volte ci fa pattare apposta con dei suoi "errori" discreti nei momenti cruciali della partita, e naturalmente ci fa credere di aver davvero pattato noi, con le nostre forze: è una Signora che non vuole infierire.
Quando il saggio indica La Luna il guitto spara...

Offline poeta per te zaza

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Re:Motivo medievale
« Risposta #2 il: Lunedì 22 Febbraio 2016, 10:22:10 »
 :) Complimenti Nicola, per la chiara, perspicace e colta spiegazione di questa Breve del Nobel 2011,
che, aggiungo, è tradotta da Franco Buffoni.
Personalmente, ci avevo visto una partita a scacchi con la morte, ma senza quella profondità di interpretazione che tu hai dato.

Aggiungo anche questa, del grande poeta svedese Tomas Tranströmer:

Mistero per la strada

Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato.
Gli giunse un sogno più vivido
Ma non si svegliò.
Si posò l’oscurità sul viso di un uomo in cammino
Tra la gente nei raggi di sole
Forti e impazienti.
D’un tratto si fece buio come per il temporale.
Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti –
Un museo di farfalle.
Tuttavia il sole era forte come prima.
I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo.



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