Forse in questa discussione un po' tutti (come spesso accade) hanno ragione (hanno le loro ragioni) : Capaldo, che pone l'accento sulla funzione sociale, quasi di sostegno psicologico, del commento, Martino, che vorrebbe vedere maggiormente premiate le poesie meritevoli, ecc. Io penso che ognuno di noi dovrebbe essere in grado, da solo, di accorgersi quando ha scritto qualcosa di pregevole, ed essere contento comunque, al di là dei commenti che, se esageratamente numerosi e laudativi, potrebbero anche non far piacere all'autore consapevole ( "Non mi starai mica prendendo per il... " , potrebbe egli pensare) . Io credo di scrivere (appena) sufficientemente, mentre, pur amando la pittura (certa pittura) e la musica (certa musica) , non so assolutamente disegnare (lo faccio come un bimbo di scuola materna) , né cantare (sono alquanto stonato) , né tanto meno suonare (ecco la maggior differenza tra me e Montale, che era anche un bravo pittore e un discreto cantante lirico: scherzo! ) ; se ricevessi commenti positivi per queste mie del tutto improbabili e soltanto ipotetiche attività, penserei senz'altro a quella cosa che poc'anzi ho messo tra virgolette... Siccome poi ho fatto l'insegnante di scuola media, mi piace ogni tanto immaginare (anche se sicuramente forzo troppo la realtà) che alcune nostre cose vengano lette pure da studenti con interessi letterari: ebbene, leggendo una poesia scritta male ma pluricommentata sempre positivamente, costoro potrebbero farsi un'idea distorta della poesia stessa, e produrre in qualche concorsino poetico scolastico delle male piante che rischierebbero di attecchire per le generazioni future (ma questo, per dire la verità, credo che sia già successo... ) Concludendo, per il bene della nostra amata arte suggerirei di pensarci due volte prima di commentare, e di farlo solo se si ha davvero qualcosa da dire, qualcosa che spesso sarà positivo, ma che talvolta potrà essere anche negativo.