ASTRATTO IMMORTALE
L’odore dei corpi spaventa come
cercare sotto i sassi
la parola da dire,
la lettera solvente:
credo ed esisto fuori da me stesso;
cedo ed esito in noi,
ara d’amore e terra,
trattenendo la vita
dentro il tempio che siamo.
Infine il tuo profumo di ginestra,
e ti amo abbastanza
da essere, astratto
immortale, riflesso quanto voglio
nell’anima discesa
dalla tua evanescenza,
ora, l’unico uomo
fecondato da un bacio.