Autore Topic: Invito al commento Aurore di Bruno Leopardi  (Letto 561 volte)

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Offline Paola Pittalis

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Invito al commento Aurore di Bruno Leopardi
« il: Lunedì 24 Novembre 2014, 07:20:12 »
Poesia ricca di contenuti e molto emotiva, la lessi molto tempo fa ma mi è rimasta impressa per la sua drammaticità, quando anche il denaro nella malattia fa la sua parte...
Il giudizio tecnico lo lascio agli esperti
 
Aurora di B. Leopardi


Quando tua madre me l'ha detto
io quasi diventavo matto
e mi mancavan le parole
e mi tremava tutto dentro.

Poi son passati come un lampo
quei nove mesi di futuro
nei quali lei ti aveva in grembo
e a me sembrava, di toccare il celo.

Che festa grande in questa casa:
ecco, è arrivata la Regina
eri un bocciolo di una rosa,
eri una splendida bambina.

Le notti insonni per cullarti
i pianti per la febbre o fame,
ed ore intere a coccolarti
o a quattro zampe a fare il cane.

Ed aspettavi il mio ritorno
ed aspettavo di tornare
e ci pensavo tutto il giorno:
senza di te non ci so stare.

Poi, uno strano capogiro
cadesti a terra all'improvviso
crollava addosso il mondo intero:
com'era bianco quel tuo viso.

La corsa fino all'ospedale
ma non sapevano che fare
io di li fuori stavo male:
non ti potevo accarezzare.

Tua madre ed io: un solo abbraccio,
ci ritrovammo come quando
si è ragazzi ed il vantaggio
è che nelle mani stringi il mondo.

Passò quel gelo che da tempo
accompagnava la nostra vita
quasi vent'anni dati al vento
tra una discussione e una cazzata.

Ci avevi unito un'altra volta,
per noi contava solo che,
che ci fosse un punto di svolta
che riportasse a casa te.

Ma dopo giorni d'ospedale
arrivò fredda la notizia:
"sua figlia ha un brutto male".

E la speranza era legata
ad un viaggio di trentasei ore
dall'altra parte della terra,
che però, solo può affrontare
chi cammina con la ventiquattrore.

Chi tiene i soldi sulla banca:
conti da perderci la testa
aperti e chiusi, a destra e manca
ed ogni giorno fa una festa.

Per noi non c'era alcun futuro
perché di soldi neanche l'ombra
e fermi a piangere su un muro
e a bestemmiare chi ti compra!

La mia Regina era attaccata
a fili e tubi per mangiare
la madre dietro la vetrata
che la vedeva respirare.

Ed io impotente che assistevo
ad una storia disumana
si può morire a cinque anni?
E tutto in una settimana?

..."Purtroppo, la bambina ha un brutto male..."
dicevan gli esperti, quasi indifferenti:
"...però, una chance, forse si potrebbe avere
ma lontano da qui, e con tanti soldi..."
E, giuro che ho tentato,
con le unghie e con i denti.

Tu eri solo una bambina
Angelo puro sulla terra
figlia d'operaio e di cameriera:
per sopravvivere, una guerra.

Dove trovavo dolce Amore,
i soldi dell'ultima speranza:
io non mai avuto "ventiquattrore"
e la nostra casa era una stanza.

Se solo io potessi ora...
tornare indietro a quando c'eri
se si potesse, giuro, Aurora,
farei ben altri pensieri:
una rapina o un rapimento
e tutto per un giusto fine,
perché il male che ti uccise dentro
non ti ammazzasse come un cane.

Angelo mio, la vita è un volo
e tu domani spiegherai le ali...
di te pensavo con dolcezza
ma non sapevo che quei mali
lasciano soli a morir piano
senza neanche l'ultima carezza.

Che non ho avuto il tempo di fare
perché la morte arriva prima,
prima che tu possa realizzare
che non l'avrai mai più vicina.

Adesso vado, devo andare
ho poco tempo o troppa fretta
devo raggiungere il mio amore
Aurora è in celo che mi aspetta...

E farò un salto di tre piani
e il tempo che adesso ci separa
sarà un istante, e da domani
la vita, insieme la vivremo
e sarà sempre primavera.

Ed a tua madre ho li lasciato
un foglio scritto, poche righe:
"...sappi che io ti ho sempre amata
tra i miei ritorni e le mie fughe...

...e sappi pure cara mia
che in questa vita andata male
voi siete state: casa e via,
Amore e voglia di tentare.

Amore e voglia di uscir fuori
di dare un senso all'esistenza
vissuta sempre tra i dolori,
tra mille stenti e una speranza.

Lo so, per te son stato un pover'uomo,
brutto marito e brutto padre
forse un fallito, un incapace
per la sua figlia e per sua madre...

Ora ti libero di me però,
ti prego, fatti un'altra vita...

Io, io vorrei vederti,
da quel celo inquinato
felice, accanto a un altro uomo
che ti dia quel che non ti ho dato.

Per ogni volta che dicevi:
non sei capace a fare soldi...
a migliorare questa vita,
ed era un dialogo tra sordi.
Credimi, io ti ho sempre amata..."

Ma adesso,
Aurora aspettami, tuo padre
ancora un attimo ed arriva
per stare insieme, ora e per sempre
e non lasciarti mai più sola...

Se non son stato io capace
di vincere la morte
per poter tu esser felice
e sovvertire questa sorte,
almeno posso starti accanto
avere il tempo di guardarti
dentro un sogno infranto:
l'eterno, è un modo di specchiarti.

E tu, sei un Angelo innocente
e Dio ti accoglie nel suo coro
così come non farà con quelli
che non mi diedero un lavoro,
che non mi diedero una mano.

Ma adesso, zitto, il terzo piano
ha appena preso la sua via.
Aurora, aspettami che arrivo...
Cosi sia..

Offline Elena Artaserse

Re:Invito al commento Aurore di Bruno Leopardi
« Risposta #1 il: Lunedì 24 Novembre 2014, 17:33:45 »
Raramente ho letto composizioni intrise di tanta drammaticità, quasi un testamento se  ho letto bene tra le righe.
Vivere una tale tragedia come  lo è la perdita d'un figlio è una prova disumana e insopportabile e per il contesto in cui avviene è ancor  più crudele. L'autore mette in risalto la pena e l'inadeguatezza del genitore dinanzi ad una sentenza di morte annunciata e la disperazione è immensa da togliergli persino il desiderio di continuare a vivere. Bellissimi i versi che ti entrano nell'animo per rimanerne intrappolati.