I miei occhi sono gonfi d'indicibili ricordi
obbligati al buio eterno dietro un velo di speranza
lacerato dalle ombre che circondano la stanza
allagata nel silenzio di una musica per sordi.
Navigo tra i versi di una fede abbandonata
delirando nella notte dei pensieri indecorosi
annientato dall'inerzia sui sentieri più virtuosi
mentre il vento soffia morte su una croce insanguinata.
Amo il ventre dell'abisso, così oscuro e seducente
sin da quando ero un bambino col futuro alle sue spalle
osservato come un corvo in un mondo di farfalle
nebuloso come un sogno che avvizzisce nella mente.