Autore Topic: sperimentazione? O semplice stream of consciousness? Oppure vana farneticazione?  (Letto 1033 volte)

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Offline Willy Zini

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ennesimo disturbo da parte mia. Colpevole ma cosciente, se vi va, date un'occhiata.

_ Nebbia introspettiva.

aria fugace
nei pensieri annebbiati
e la fantasia scivola
strofinandosi lungo
il sorriso lento.
Aggrediscimi e fluttua
impulsività latente
la nube m'attraversa
ed io son niente.
Com'è bello
poterti ascoltar
mano incandescente
che il tuo divino tracciare
cuce l'esistenza.
La voce della campana più grave
risuona nelle viscere,
inutile parlare,
è solo vibrazione
la nostra anima.
Vibra corpo
vibra dolore,
perché anche la musicalità
ha perso tutto il suo colore.
E mi trovo ancora qui
ancora io
con questi occhi indagatori
ma dove sei corvo del mio sentire?
Perché io?
Perché qui?
Perché?
Vorrei illudermi fosse tutto inutile
e tracciare linee senza senno
senza senso
come il mio esser qui e ora.
Ma tutto ha un senso
nel suo non averlo.
Conducimi ancora
lieve sognatore
ma non ti scordare
che sei nato per dimenticare.

Tutto ciò è un guazzabuglio,
una farneticazione innocente
e dimmi, caro Patriarca,
è forse Gesù
un calunniatore?
E se la magia è nata per curare
oggi non ci si raccapezza
e tutto è profano.
Gesù, mago del mio cuore,
il tuo coraggio è l'unica fede
e non credo nella Santissima,
e non credo nelle parole sofisticate,
e non credo al credere,
ma ti sento, coraggio nel mio cuore.
Io sono tu,
piccolo uomo nelle mani
di nostro Signore.

Questa è religione!
Questa demagogia!
Ma l'anima, se pia,
non si trasforma.
La luce la trovo in te
nel me,
e questo vomito colorato
lo dedico a me stesso.
Unico infinitesimale
minuscolo animale.
Grazie della tua luce,
apprezzo il tuo coraggio,
amo la tua sagacia.
Ma la saggezza,
no,
quella me la sono coltivata.
Inutile dire
"siamo tutti uguali".
Persino i gemelli differiscono.
Inutile parlare
è il sentimento a condurre.

Inutile sopravvivere vivendo,
l'unico comandamento,
insperato effuso,
è il mio discernimento.

Grazie Gesù,
grazie Velimir,
grazie Fabrizio,
grazie Ingeborg,
grazie Fernando,
grazie Wolfgang,
grazie Giovanni,
grazie Guido,
grazie Roberto,
grazie Boris,
grazie Thomas...

grazie Uomo.

Il perire è più dolce
immerso nelle vostre
evanescenti essenze.






Willy Zini

Offline Antonio Terracciano

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Re:sperimentazione? O semplice stream of consciousness? Oppure vana farneticazione?
« Risposta #1 il: Martedì 15 Ottobre 2013, 00:55:57 »
Ho letto con piacere la tua ultima poesia pubblica, quella su Pessoa, nella cui nota dici anche di essere stato recentemente a Lisbona.
Se mi posso permettere (spesso sbaglio) , mi sembra di avvertire nella poesia sperimentale che qui proponi forti reminiscenze proprio del sommo poeta portoghese del Novecento, oltre, in misura minore, di De André ed altri (che del resto citi per nome  alla fine della tua poesia) .
C'è un tentativo di complicare la realtà, di trovare un senso recondito delle cose, proprio come faceva Fernando, ancor più da giovane che in età matura (i "35 Sonnets" , scritti in inglese, richiedono un notevole sforzo di comprensione, che non sempre dà risultati certi) .
La tua, secondo il mio parere (che conta ben poco) , è una poesia un po' baroccheggiante e oscura, con spunti metafisici e filosofico-psicoanalitici, proprio come quella del portoghese. Se ritieni che questo sia il percorso a te più congeniale, sei sulla buona strada.

Offline Willy Zini

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Re:sperimentazione? O semplice stream of consciousness? Oppure vana farneticazione?
« Risposta #2 il: Martedì 15 Ottobre 2013, 01:25:48 »
Le sue parole mi lusingano. Certo non temo e non voglio nascondere l'enorme influenza che immensi poeti quali Fabrizio De Andrè, Fernando Pessoa, Ingeborg Bachmann, Velimir Chlebnikov e tanti altri hanno esercitato su di me e sulla "mia mano". Mi nutro di essi, e le loro parole sono lo spiraglio che mi permette di guardare oltre le barriere grigie della falsa mondanità divampante odierna. Certo mi si può accusare la persistenza nell'ostinarmi a cercare un senso che sia più profondo (a tratti incomprensibile) di ciò che concerne l'umile esistenza del mio "unico infinitesimale minuscolo animale" ma credo vi siano tempre e tempre. Non mi sono mai sentito "tagliato" per ciò che permea la vita che ci si impone di considerare tale al giorno d'oggi. Ma le sue parole, in concomitanza con la sua poesia, e opere d'altri sono la mia "pianta di limoni" come direbbe Montale, e sono geloso di tutto questo, perchè è l'unico senso che sento veramente autentico nella nostra, sempre più frenetica, autodistruzione.
Grazie.