Non è certo spiacevole la gioiosa e serena poesia della Rosarita de Martino. Tutt'altro!
Mi permetto però di ricordare a tutti quelli che continuano a pubblicare poesie sperimentali (??!!) in questo settore, di volere prendere in considerazione il significato del termine sperimentale, nella sua accessione più diretta, vale a dire di sperimentazione intesa come avanguardia di un nuovo stile di poesia. Fra gli ultimi sperimentatori della poesia italiana viene in mente, ad esempio, Marinetti, che nel secolo scrorso fu promotore di un genere poetico veramente sperimentale.
La poesia "San valentino" citata, più che appartenere al genere sperimentale, al quale non si acosta minimamente, appare piuttosto nettamente riferirsi ad uno dei generi poetici più comuni e continuamente trattato nelle poesie "normali".
La poesia "sperimentale" dovrebbe per lo meno cercare di trovare un nuovo tono che si distacchi dagli altri, e non perdersi dietro un verseggiamento usato e riusato, e che di sperimentale non contiene nessun aspetto.