Ricordo, era d'estate ( canzone prima)
Ricordo, era d'estate, alla finestra
batteva una falena.
Ardeva la sua pena,
l'azzurra via trovandosi negata.
D'un giallo odor soffuso di ginestra,
nella sera serena,
la stanza era piena.
Un'anima in un corpo segregata
mi parve la falena, imprigionata,
che voglia negli spazi alta librarsi
e là dimenticarsi
della natura che maligna affligge
il desiderio e infligge
ad esso strazi, angustie e lo addolora,
l'opprime, lo martoria, lo distrugge.
Pietà mi colse allora
dell'animale e del genere umano:
m'avvicinai e aprii le imposte, piano.
S'addorme la campagna ( canzone seconda)
S'addorme l'umida campagna aulente
a sera, nella pace,
mentre tremula giace
sotto il cinereo manto che l'acqueta.
E l'avvolge lo scuro che consente
il momento che tace alla terra ferace
tra il bruir della pioggia che disseta.
La sera trascolora ed è lieta
nella segreta morte sua più pura:
nè l'ombra l' impaura.
Vorrei che così fosse il mio perire:
un segreto svanire,
nell'ombra dissolvendomi che accoglie
teneramente il corpo all'imbrunire
e che le cure scioglie.
Così ragiono e la campagna tace
nel silenzio profondo, nella pace.