Tra un ramo e un altro incespico.
Gli occhi rivolti al cielo. È notte.
L'Etna riscalda il suo pubblico con
un sinistro canto. Emette cineree melodie.
Il sipario del cielo si apre.
Ecco che entrano: stelle le protagoniste della serata.
Uno spettacolo già visto, chissà quante volte. Naso in su.
Guarda come danzano vestite di costumi sfavillanti.
Guarda che coreografie, che movimenti.
Guarda: la protagonista è entrata: la Luna è sul palco.
L'accompagnano i pianeti.
Come volteggia il tutù di Saturno,
ricamato finemente, anello per anello. Sembra cucito a mano.
Che leggiadria! Formano figure le stelle, senza mai sfiorarsi,
muovendosi simultaneamente, lentamente, quasi impercettibilmente.
Si fermano. Guardano.
Ci indicano. Osservano e ridono.
Ridono di noi, così buffi, così goffi, così stupidi.
Ridono dell'Uomo.
Ridono. – Anche voi sapete far brillare –
Comincia la Luna – Sì, le BOMBE – grida Saturno
– i FUCILI – dice Sirio sorridendo – Le MINE – intona Betelgeuse.
Ridono – Anche voi cercate il luccichio –
Comincia la Luna – del DENARO – s'ode Venere
– del POTERE – continua Vega – della FAMA – proclama Titano.
Ridono. – Anche voi danzate –
Comincia la Luna – tra la MORTE – sussurra il Sole
– tra la CARESTIA – dichiara Polluce – tra le GUERRE – ridacchia Marte.
Ridono. Che buffi sembriamo ai loro occhi.
Guardo impotente, e rido. Rido degli Uomini e arrossisco.
Rido di me.