Autore Topic: Poesia o scrittura astratta?  (Letto 4144 volte)

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Offline Gianpiero De Tomi

Re: Poesia o scrittura astratta?
« Risposta #15 il: Mercoledì 31 Agosto 2011, 13:02:31 »
sono insensibile, pazienza. forse sembra poco scorrevole solo a me

No, in realtà non mi riferivo a te in particolare, era una riflessione sul modo di leggere ed interpretate le poesie che in ogni caso, fa parte di un particolare modo "unico" per ogni essere umano, che dipende dal suo vissuto. Ho messo quella poesia solo per evidenziare che alla fine, non è così importante il chi ed il come, ma piuttosto ciò che evoca l'opera in sè stessa nel lettore. In te suscita queste emozioni, bene.

Offline Fil78

Re: Poesia o scrittura astratta?
« Risposta #16 il: Mercoledì 31 Agosto 2011, 21:25:30 »
Io ho iniziato a publicare poesie su scrivere e ricordo ancora che la prima mi fu data buona come portafolio personale  ;D e devo dire la verità fu un grande incoraggiamento.Per censurare ci vuole anche un po di attenzione e valutare ogni aspetto quando è possibile.
« Ultima modifica: Mercoledì 31 Agosto 2011, 21:27:55 da Fil78 »

Offline Goldstyles

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Re: Poesia o scrittura astratta?
« Risposta #17 il: Venerdì 2 Settembre 2011, 01:11:26 »
Vorrei dire solo una cosa, le poesie tradotte sono difficili da valutare a livello di musicalità, occorrerebbe analizzarle in lingua originale. Detto questo penso che molti dei pensieri che voi ci spiegate nelle pagine del forum siano corretti, io personalmente vorrei tanto che certe cose mi si facessero notare nelle poesie che scrivo, io sono solo un appassionato, non ho nessun tipo di arte nelle mie corde, ma sarebbe bello se ogni tanto ritrovassi dei commenti nelle mie poesie, anche critiche o riflessioni su situazioni... sarebbe bello :( io penso che nel rispetto reciproco sia questo un modo di crescere anche per chi forse scrivendo a volte banalità non se ne rende conto.

Ciao Ragazzi
Il personale sfuggire di privazioni astratte dona vita ad apparenze corrotte.

Offline Pino Penny

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Re: Poesia o scrittura astratta?
« Risposta #18 il: Domenica 1 Gennaio 2012, 14:17:17 »
Secondo voi, quando una poesia è da dichiararsi illegibile o con contenuto astratto, contorto ecc...? E quando una poesia si ritiene tale ma è solo un piccolo discorso stilato di getto? E se la poesia astratta lo fosse per alcuni e per altri avesse invece un senso? Nell'identificarne l'intercettibile do spazio a chi ne avesse idea.

ecco nell'ultima che hai detto..è soggettivo!nel senso che l'astrazione come del resto anche nella pittura,è a volte l'unica forma possibile per sviscerare il proprio sentire intimo.
Naturalmente,non tutti possono comprendere e neanche non tutti possono comporre in astratto..difatti si parte dal classico cioè dal formale e solo dopo una grande maturazione si approda all'astrazione.Finisco dicendo che tutto ciò è molto difficile,difatti personalmente ho scritto pochissime poesie astratte o criptico-intimista.
vi è da dire un'altra cosa:a volte una lettura superficiale e troppo veloce(la poesia và declamata parola per parola,possibilmente a voca udibile)non ci fa capire il senso compiuto.Ma allora la colpa non è dell'autore..forse lo sforzo di capirla è a carico del lettore e in questo sito,i lettori sono molto superficial veloci..compresi i membri della redazione? domando..asserisco..sospetto..chissà!(chiusa criptico-astratto-superficial-intimistica.)
guardi la vita a...colori?Io a volte si, a volte in nero a seconda dei giorni.se sono grigi anche grigio è un colore.Ma anche in blu non mi dispiace.in rosso per tirarmi su.in giallo se mi sento più pazzo del solito,in bianco se ci vado...

Offline Marina Como

Re: Poesia o scrittura astratta?
« Risposta #19 il: Martedì 10 Gennaio 2012, 00:28:21 »
vi è da dire un'altra cosa:a volte una lettura superficiale e troppo veloce(la poesia và declamata parola per parola,possibilmente a voca udibile)non ci fa capire il senso compiuto.Ma allora la colpa non è dell'autore..forse lo sforzo di capirla è a carico del lettore e in questo sito,i lettori sono molto superficial
Concordo. Riguardo agli autori del sito come lettori, ho avuto anche io molto spesso questa impressione, ma altrettanto ne ho trovati di ottimi. Forse oltre ad essere dei poeti in erba, ci sono anche molti lettori in erba! Nella sezione Articoli del forum, ce n'è uno riguardo il commentare una poesia: ma il discorso penso possa valere anche similmente per il "come" si dovrebbe leggere una poesia.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline paolo corinto tiberio

Re: Poesia o scrittura astratta?
« Risposta #20 il: Martedì 10 Gennaio 2012, 21:33:12 »
problematica interessante, la lettura ad alta voce di una poesia... esperienza recentissima mi ha portato a vedere la questione sotto molteplici aspetti, quasi tutte estensioni cmq della funzione che la fisicità delle onde vocali mettono in gioco in un ascoltatore, che non è identico al lettore, come un testo scritto non lo è da uno recitato... la lettura mentale di una poesia è sempre potenzialmente incrostata della singolarità materica di una voce che lo dice o lo direbbe, ma il lavoro grosso è disincrostare la materia sonora, la voce che deve in atto veicolare il testo dalle inflessioni dialettali, da vezzi glottologici congeniti, da vizi di pronuncia, da false o facili impostazioni, da tutte le "sporcizie" insomma non armoniche che deturpano il testo... ricordando che la pulizia della propria voce dagli effetti indesiderati non sarà mai completa, resistendo alcune particolarità che ci portiamo dalla nascita... anche dal luogo, cosicché un senese patirà meno di un abruzzese o campano nel lavoro di ripulitura...
ma poi in fin dei conti penso che non sia desiderabile per nessuno ascoltare la lettura orale di una poesia da una "macchina lettrice" programmata a tale scopo...
salvatico è quel che si salva

Offline Marina Como

Re: Poesia o scrittura astratta?
« Risposta #21 il: Martedì 10 Gennaio 2012, 22:33:03 »
problematica interessante, la lettura ad alta voce di una poesia... esperienza recentissima mi ha portato a vedere la questione sotto molteplici aspetti, quasi tutte estensioni cmq della funzione che la fisicità delle onde vocali mettono in gioco in un ascoltatore, che non è identico al lettore, come un testo scritto non lo è da uno recitato... la lettura mentale di una poesia è sempre potenzialmente incrostata della singolarità materica di una voce che lo dice o lo direbbe, ma il lavoro grosso è disincrostare la materia sonora, la voce che deve in atto veicolare il testo dalle inflessioni dialettali, da vezzi glottologici congeniti, da vizi di pronuncia, da false o facili impostazioni, da tutte le "sporcizie" insomma non armoniche che deturpano il testo... ricordando che la pulizia della propria voce dagli effetti indesiderati non sarà mai completa, resistendo alcune particolarità che ci portiamo dalla nascita... anche dal luogo, cosicché un senese patirà meno di un abruzzese o campano nel lavoro di ripulitura...
ma poi in fin dei conti penso che non sia desiderabile per nessuno ascoltare la lettura orale di una poesia da una "macchina lettrice" programmata a tale scopo...
Si, ma questo credo sia un altro discorso. Personalmente si parlerebbe di comunicazione tra persone diverse, quindi di agire sui propri mezzi per comunicare il proprio sentire, sperando (ma anche no?) che sia quello stesso dell'autore. Quindi il problema così posto è su di un piano differente, quello dell'attore, della rappresentazione.
Altro invece, penso, sia il tema posto da Il Boccaccino che prevede soltanto il solo ascoltare se stessi, ma credo che basti il pensare ad ascoltarsi, come tu hai ben descritto nel tuo "lo dice o lo direbbe".
Ma per tornare all'attore: non male anche il sentire una interpretazione diversa dalla tua! I comici a volte sono speciali in questo. Io mi sono divertita tantissimo quando mi è apparsa l'immagine di Shakespeare come amante che parla ad un marito geloso, nel leggere il suo XVI sonetto! Provare per credere: tu non ci avresti mai pensato, forse, ma io quando mi è capitato di declamarla (tra amici), la recito ironicamente anche così. Aggiungendo la morale: mica te lo sciupo, te lo rendo!  E funziona, lo stesso. Anche se non credo di stare esattamente interpretando lo spirito shakespiriano.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline paolo corinto tiberio

Re: Poesia o scrittura astratta?
« Risposta #22 il: Mercoledì 11 Gennaio 2012, 13:15:40 »
Si, ma questo credo sia un altro discorso. Personalmente si parlerebbe di comunicazione tra persone diverse, quindi di agire sui propri mezzi per comunicare il proprio sentire, sperando (ma anche no?) che sia quello stesso dell'autore. Quindi il problema così posto è su di un piano differente, quello dell'attore, della rappresentazione.
Altro invece, penso, sia il tema posto da Il Boccaccino che prevede soltanto il solo ascoltare se stessi, ma credo che basti il pensare ad ascoltarsi, come tu hai ben descritto nel tuo "lo dice o lo direbbe".
Ma per tornare all'attore: non male anche il sentire una interpretazione diversa dalla tua! I comici a volte sono speciali in questo. Io mi sono divertita tantissimo quando mi è apparsa l'immagine di Shakespeare come amante che parla ad un marito geloso, nel leggere il suo XVI sonetto! Provare per credere: tu non ci avresti mai pensato, forse, ma io quando mi è capitato di declamarla (tra amici), la recito ironicamente anche così. Aggiungendo la morale: mica te lo sciupo, te lo rendo!  E funziona, lo stesso. Anche se non credo di stare esattamente interpretando lo spirito shakespiriano.
e infatti ad un certo punto si dismette l'abito di autore per indossare quello d'attore che comunica... da un leggio, o da un palcoscenico, oppure da una sala di registrazione, o davanti alla webcamera del pc... comunica con un ipotetico o reale ascoltatore costituendo la relazione sorgente-ricettore, solo che un poeta che recita un suo testo deve distanziarsi il più possibile da esso, come se fosse d'altri... è un azzardo!, e non è facile per l'autore, creatore del testo e pertanto sorgente, improvvisarsi "attore", cioè canale dove passa, nella fisicità dell'onda fonica il messaggio poetico... oltre ai difetti e vizi di pronuncia ricordati sopra, non facilitano le cose altre questioni... la respirazione, la distinzione e chiarezza, i silenzi, i registri, la scelta dei toni, le inflessioni eccetera... tutte cose che derivano dalla differenza tra leggere (mentalmente) e dire, tra corpo e mente...
luogo comune è che i poeti non siano capaci comunicare i loro testi né ad alta né a bassa voce... non so, un luogo comune pur qualcosa di vero pesca ogni tanto, anche se ricordo Ungaretti alla televisione (sì proprio alla televisione, da non crederci!) recitare le sue cose e l'Iliade alla grande...
in ogni caso, cento volte meglio una dizione "sporca" sporcata dall'autore stesso, che certi bellimbusti con voce impostata alla perfezione che come macchinette o automi programmati snocciolano con fonetica irreprensibile qualunque testo comico o tragico o, come fece Gasman parodiando se stesso, persino il foglietto delle avvertenze nei medicinali...  :)   ciao
salvatico è quel che si salva