Autore Topic: Fare poesia  (Letto 2690 volte)

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Offline Amara

Re: Fare poesia
« Risposta #15 il: Giovedì 15 Settembre 2011, 21:49:17 »
in effetti sì, alessio, il senso di quegli ultimi due versi è proprio quello, di critica... e non onirica, perchè quelli non li ho sognati! ho sognato solo i primi  due ;D ;D
allora meglio che tu scriva solo quello che  sogni... :)  :P

Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

Offline Michele Tropiano

Re: Fare poesia
« Risposta #16 il: Giovedì 15 Settembre 2011, 21:54:03 »
allora meglio che tu scriva solo quello che  sogni... :)  :P

non è il caso... tutto quello che sogno  :laugh: :laugh:
Exegi monumentum aere perennius
regalique situ pyramidum altius,
quod non imber edax, non Aquilo inpotens
possit diruere aut innumerabilis
annorum series et fuga temporum.
(Horatio, Carmina III, XXX)

gio.d.

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Re: Fare poesia
« Risposta #17 il: Giovedì 15 Settembre 2011, 22:08:54 »
l'originalità sta nella lunghezza, nella voluta presa in giro e nel modo nuovo che l'autore propone di scrivere, nuovo e personale, come forma e contenuti, volutamente ridicolizzanti.
non è altro che un gioco, ma un gioco fatto tanto bene che diventa serio.

ammappate aò! che gusti!

Offline poeta per te zaza

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Re: Fare poesia
« Risposta #18 il: Domenica 18 Settembre 2011, 22:44:00 »
Perchè il 90% di chi scrive poesie oggi non usa più la metrica, settenari, ottonari, endecasillabi, rime baciate e rime alternate, sulla falsariga di Dante, Petrarca, Pascoli, Carducci, Leopardi?

Ovviamente non per paragonarsi a loro, ma per tentare di dire quello che comunque diciamo a rime sciolte, in un modo più musicale, nella VERA poesia, e, ovviamente, con molta più fatica.

Poeta per te - Zaza

P.S. ne ho appena inviata una a rime sciolte, tanto per cambiare
di sabbia e catrame è la vita...
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In Venere

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Re: Fare poesia
« Risposta #19 il: Domenica 18 Settembre 2011, 22:55:30 »
forse perchè siamo nel 2011 e settenari ottonari ecc andavano bene in epoche tranquille e meno nevrotiche di questa. potrei anche farlo, e a volte l'ho fatto di scrivere così, ma poi mi vien da ridere.
non scrivo certo per rendere elegantemente un pensiero qualunque, piuttosto esprimo qualcosa di me.
credo che la metrica può essere come un canto interiore e come tale, istintiva. o no?
carducci contava le sillabe o andava a istinto?

Offline Michele Tropiano

Re: Fare poesia
« Risposta #20 il: Lunedì 19 Settembre 2011, 13:08:14 »
Perchè il 90% di chi scrive poesie oggi non usa più la metrica, settenari, ottonari, endecasillabi, rime baciate e rime alternate, sulla falsariga di Dante, Petrarca, Pascoli, Carducci, Leopardi?

Ovviamente non per paragonarsi a loro, ma per tentare di dire quello che comunque diciamo a rime sciolte, in un modo più musicale, nella VERA poesia, e, ovviamente, con molta più fatica.

Poeta per te - Zaza

P.S. ne ho appena inviata una a rime sciolte, tanto per cambiare

Amico Zaza (a proposito, ma sei quello della canzone? tutti ti cercavano...), la tua domanda, oggi, nel 2011 è totalmente fuori luogo, nonchè abbastanza ridicola. Sono passati più di cent'anni dallo scioglimento della metrica tradizionale, avrei potuto accettare la tua domanda agli inizi del Novecento, non certo oggi, cosa che mi fa solo sorridere! In letteratura, ma anche nella vita in generale, non si torna mai indietro; o al massimo si torna con dei passi di modernità. Gli endecasillabi oggi si possono usare, certo, ed io lo usati anche nelle mie poesie, ma non certo sulla "falsariga di" perchè sarebbe un ritorno inutile e anacronistico. Sono anche io dell'avviso che la VERA poesia sia quella di Leopardi, di Dante, ma sicuramente lo è anche quella di Mario Luzi, di Vittorio Sereni, di Edoardo Sanguineti, in parte. La mia qui, non è certo paragonabile al Sabato del Villaggio del grande Leopardi, ma è solo un esperimento, se non si sperimenta non si va da nessuna parte... naturalmente a farlo non possono essere tutti, ma questo è un altro discorso ancora...
« Ultima modifica: Lunedì 19 Settembre 2011, 13:10:05 da Michele Tropiano »
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Offline Gianpiero De Tomi

Re: Fare poesia
« Risposta #21 il: Lunedì 19 Settembre 2011, 13:08:42 »
Non si usa più la metrica perchè primo, non c'è la conoscenza per usarla come coloro che hai citato e tanti altri autori del passato, ( anche se le regole sono chiare, mettere questo in una poesia che abbia un senso e non sia banalmente una ricerca, è molto difficile), secondo, la libera espressione in versi, consente di accedere meglio all'emozionale.
Personalmente, penso che in realtà utilizziamo solo alcune parti di metrica, per migliorare l'esposizione delle opere. Ma a questo punto, dipende dalla conoscenza personale e dalla predisposizione.

Kajemaru

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Re: Fare poesia
« Risposta #22 il: Lunedì 19 Settembre 2011, 15:10:20 »
Per mio modesto parere,che non è dovuto a studi particolari ma semplicemente ad un sincero interesse per la poesia, credo che quest'ultima debba essere un qualcosa che permetta alla persona che la scrive di esprimere uno stato d'animo, un'emozione,un pensiero...in base a questo penso sia irrilevante l'uso o meno della metrica,il ritorno al passato o la sperimentazione...personalmente penso sia una questione di gusti...
Scrivo spesso usando le rime, ma non voglio copiare o imitare nessuno, è che mi mi piace scriverle così!
Nonostante ciò non disdegno i versi liberi e le poesie brevi, e nemmeno le sperimentali...
Poco m'importa se sono stili desueti...

Offline Antonio Terracciano

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Re: Fare poesia
« Risposta #23 il: Lunedì 19 Settembre 2011, 23:39:37 »
Non sono per niente esperto in economia, ma so che l'aumento del numero delle merci ne abbassa il loro valore.
Lavatrici, frigoriferi, automobili, computer costano sempre meno perché se ne producono in grandissima quantità.
Le poesie in rima, circa cento anni fa, videro diminuire il loro valore perché ce n'era un'enorme produzione, fino ad arrivare alle famigerate poesiole banali e stucchevoli che facevano rima in "cuore-amore" .
Direi che ora viviamo una fase opposta: ad essere svalutate sono le poesie a verso libero (per non dire, per alcune, a versi finti, o prose in poesia) , che, come giustamente fa notare un autore che mi ha preceduto, occupano il 90 % (se non di più) del panorama poetico attuale.
Non è vietato tornare indietro, anzi: chi possiede oggi mobili d'epoca, auto d'epoca, o semplicemente una macchina per cucire "Singer" , sa di possedere del materiale pregiato, spesso oggetto di invidia da parte di amici o conoscenti che non se lo possono permettere...
Possiamo, anche in poesia, tornare indietro, naturalmente con i dovuti aggiornamenti e aggiustamenti, come hanno fatto certe case automobilistiche con i loro prodotti: la nuova "Mini" , la nuova "Cinquecento" , il nuovo "Maggiolone" ...
In poesia possiamo farlo evitando certi procedimenti ormai definitivamente sorpassati (come l'uso di parole desuete, per esempio la riduzione dell'articolo "il" in "'l" ) .
Grazie per l'attenzione.

gio.d.

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Re: Fare poesia
« Risposta #24 il: Martedì 20 Settembre 2011, 00:08:21 »
forse perchè siamo nel 2011 e settenari ottonari ecc andavano bene in epoche tranquille e meno nevrotiche di questa. potrei anche farlo, e a volte l'ho fatto di scrivere così, ma poi mi vien da ridere.
non scrivo certo per rendere elegantemente un pensiero qualunque, piuttosto esprimo qualcosa di me.
credo che la metrica può essere come un canto interiore e come tale, istintiva. o no?
carducci contava le sillabe o andava a istinto?


non lo so, a me di carducci interessa solo la piazza della mia città, dove c'è un bel locale di cui ho un ottimo ricordo!