Autore Topic: LA POESIA INFINITA ( quattro mani con CLAUDIO TEDESCHI)  (Letto 1492 volte)

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Offline Gianluca Regondi

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LA POESIA INFINITA ( quattro mani con CLAUDIO TEDESCHI)
« il: Venerdì 30 Settembre 2011, 19:04:13 »
LA POESIA INFINITA (POESIA A 4 MANI CON CLAUDIO TEDESCHI)

Sorsi raffermi di whiskey
da 4 lire e poche pounds
Ogni tanto anche gl'inglesi
si vendono trangugiando musica
assaporando le note
di un barman stonato
di una storia sbagliata
sputata su un tavolo,
vomitata in fondo
a sinistra mentre Jack
se la ride dietro
il vetro opaco
d'impronte sconosciute
di mani tradite
impugnando un bicchiere
stracolmo di sudore,
la solita sbronza indignata
che se ne stava li
tra Jack e il barista incallito.

Dove sono tutti?
Sembravano dire
le noccioline tostate
e salate al punto giusto
salate per far bere di più
i clienti affossati come jack
Dispersi perduti
in una vertigine
di occhi nei cristalli
nella spirale che
risucchia parole nell'eco
di una parete di sogni
nei letti sconfinati
nel deserto di lenzuola di ghiaccio
...Jack lo sa
Jack lo sente
Jack non mente...

Ma quante strade
ti hanno mentito
quanto catrame
in questo e in altri deserti
ho incontrato
quanto infinito nero e sottratto
ho incontrato nella mia anima
che hanno voluto soffocare
quanta ghiaia appuntita
e rumorosa
ho dovuto comprendere
e tenere per mano

Oh anima mia
anima confusa
dalle stelle
torna in me
e fammi amare
almeno il mio momento
immobile e assorto
per recitare
una preghiera infinita
e colmare le distanze
tra me e il non me

Come un cane bastonato
abbandonato che trema
e che abbaia nella notte
cercando una strada
una porta
un segno sul muro
una mano
o solamente una voce
una voce... di echi
soffusi e selvaggi.
Ora s'intrecciano
come rami spogli
in attesa dell'autunno
che non può non ricordare
quei chiodi nelle mani trafitte
che il padre aveva promesso
come estremo fine
del bene universale

I figli di Jack credono solo
abbia mentito al mondo
alle ferite che avanzano
che ammorbano l'aria
che soffoca e annega
ognuno nel fango dei desideri
nell'assenza di volontà
oppressi dal fato
essi cercano fortuna
nelle pieghe di un destino
virtuale
automatico
scellerato...

E poi gli altri
sempre gli altri
che son sempre i migliori
con le loro storie
di volontà e lavoro
giudizio e retta via
gli altri che sono di più
gli altri che sanno
della loro felice
permanenza su questa terra
che non hanno segreti
o misteri
persino il loro whiskey
è il migliore
il più forte
il più raffinato
il più furbo...
il più velenoso
una mistura
di sangue e acido
lacrime e polvere...
e
fango
fango
fango schizzato con rabbia
mi bruciano gli occhi
ho un sorriso
come una cicatrice
ho pianto troppo
e i miei sogni
adesso ridono
barcollanti ma fieri.

Altre noccioline salate
per lo stomaco di Jack

"I suoi occhi erano scuri
come sono scuri
i campi appena arati"
e il suo addio
mi ha strappato il cuore
come se l'anima fosse
una gomma fusa
e senza colore
C'erano i corvi a Vienna
svolazzavano nel vento
che arrivava da nord

Altro whiskey
per lo stomaco di Jack
altro fango da respirare
per Jack

Jack il nativo del mondo
con la tempesta nell'anima
e la pelle di ruga
che brama l'acciaio
di uno sguardo
o il vibrare di una voce
nella disperazione
di un silenzio opprimente
poi... socchiude
i suoi occhi di madreperla
e si accarezza
la cicatrice intarsiata nel cuore
a decorare vecchi amori
indecenti
utili
solo per ricordare
che l'innocenza
si perde solo una volta
solo per camminare
in vicoli di vetro affilato
in questo ignoto
che arranca

Il suo nome era Rosy
e il colore dei suoi occhi
erano come acqua soffusa
l'aspettava sempre
all'uscita di scuola
era come un amico
più amico
e si rideva della vita
della Prof. di italiano
e dei suoi capelli
di zucchero filato
del congiuntivo
dei figli di papà
con le bandiere rosse
e nere
a piangere
nei cortei affumicati dalle cipolle
delle casalinghe in incognita
dai vetri infranti sulle strade
lastricate di sogni
e genuina ingenuità
Poi la musica...
finalmente la musica
la lenta musica
di uno sguardo diverso
nel tremore timido
dentro il cuore
la lenta musica
delle mani sfiorate
ancorate una all'altra
come se una vita nuova
mai incontrata divenisse
nata
Ricordo la vertigine umida
di quella tenerezza
capitata
improvvisa
di un'altra madre ancestrale
che conosce tutta
la storia della vita...

Amore nudo e indifeso senza
nessuna coscienza rivelata
senza veli
perdendosi in quegli occhi
color dell'acqua
e un sorriso di gioia
nascosta
Quegli occhi di velo
come una fine
di preziosa rugiada
a profumare
i primi istanti del cuore
le prime ore della speranza
dove un presentimento
liscio
ingannevole
impercettibile
di un qualcosa che esiste
che è vivo
che si distende
e si nasconde
nell'ombra
di un perchè
perché la vita è così?
perché tu sei così bella?
perché l'aria che respiro
mi fa cadere
e correre
per non finire mai...
mai.

(Claudio Tedeschi)
(Gianluca Regondi)

Offline Amara

Re: LA POESIA INFINITA ( quattro mani con CLAUDIO TEDESCHI)
« Risposta #1 il: Sabato 1 Ottobre 2011, 14:22:11 »
...essendo davvero... infinita... :)
anche se è una cosa ben scritta.. non è sufficientemente originale
per catturare e portare la lettura fino alla fine con interesse e piacere..
(per me ovviamente)...
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)