Siamo incatenati nella nostra libertà e liberi di essere incatenati. L'incatenarsi in determinati ruoli è anche una scelta, quindi libertà di scegliere. Il matrimonio non dev'essere un ruolo obbligatorio e nemmeno una prigione. La libertà si presenta sotto tante forme e viene a mancare solo quando siamo alienati dal nostro stesso modo di vivere, non accettando più quindi ne il matrimonio che diventa una restrizione, ne altre forme di dipendenza, anche lavorativa. Non escludo che si può essere liberi totalmente non solo avendo la massima possibilità di guardare e dire a 360 gradi, senza ricevere ripercussioni di ogni genere, ma anche dietro scelte ben definite. La famiglia è libertà e scuola, e si è liberi di educare al meglio i propri figli, ma quando ci si sente oppressi da essa, quando qualcosa è morto dentro, allora la si cataloga come ruolo indesiderato. La libertà è vita, è amore, chi ripartisce la stessa in ruoli scomodi e monotoni, non è più libero, ma in un modo o nell'altro, depresso e stufo di vivere sempre la stessa giornata noiosa e abitudinaria.
Creare una famiglia non è schiavismo, non deve essere identificato come la fine della nostra libertà, perché siamo appunto liberi di crearla. Se ci fossero state delle leggi restrittive a riguardo, allora la libertà sarebbe stata messa in discussione. Non c'è nulla di più fantastico e pieno di libertà dell'amore verso i propri cari e non sentirsi incatenati, non è corretto. Ci si sente incatenati solo quando si è impediti di agire o di pensare. La liberta di scegliersi una famiglia non è un ruolo restrittivo. Mentre per il lavoro il discorso è diverso. Anche se si possono scegliere determinati studi per farsi una posizione, la maggior parte delle persone riescono a trovare un'occupazione come lavoratore dipendente, ecco, quì siamo dentro una prigione che purtroppo viene celata dalle discipline aziendali per una buona riuscita produttiva; in verità è schiavismo sottopagato.
Ci sono dei compromessi che il sistema ci obbliga ad accettare, essi fanno parte della civiltà in evoluzione, sena le leggi non si può vivere e spesso per noi sono solo restrizioni, anche se nel rispetto della libertà di ogni singolo individuo. Più regole più restrizioni, meno regole più inciviltà, ma se non ci fossero credo che ci sbraneremmo l'uno con l'altra. L'essere umano ha bisogno di regole per non tornare nelle caverne. Pensare di essere libero è accettare di esserci in ogni caso, e sempre con amore per la vita. Se poi si vuol essere liberi totalmente ma egoisticamente, beh, si può rimanere da soli in un'isola con la speranza di avere almeno acqua e cibo.
L'articolo uno della costituzione italiana riporta quanto segue: "L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione." Fondata sul lavoro si, siamo un paese produttivo, quanto alla sovranità avrei qualche dubbio. Esiste la libertà di pensiero sotto ogni forma? Non credo, basti vedere le guerre politiche che fanno nella tv di stato.
Sono libero di invadere lo spazio di un altr? No. Ma questa non vuol significare prettamente libertà, ma libertà di uccidere il prossimo, ma fa sempre parte della parola libertà. Concludo dicendo come ho già scritto prima, che la libertà è amore per la vita, scelte comprese, senza ruoli come specie d'impedimento, d'incatenamento, ma rispettando il prossimo e nelle regole di vita. Il ruolo di marito che ricopro, mi rende felice, se non avessi potuto ottenerlo, non avrei potuto avere la cosa più bella e libera del mondo, i figli. La libertà è anche sacrificio. L'amore è il combustibile, la libertà il comburente. Ciao