"Pensare diversamente" c'è. Caso mai non la ripete, ma è inutile ripeterla due volte, anche perché nel brano dell'intervista video il secondo "Pensare diversamente" inizia un'altra parte del discorso, e nella testata del sito non è possibile contenere tutto.
Oltretutto nel brano scritto che tu citi c'è una contrapposizione fra la congiura dei poeti ed il pensare diversamente, ed il ripeterlo alla fine serve a sottolineare che quello che serve è il pensare diversamente, non la congiura dei poeti (che come dicevo è solo un'allegoria). Nell'intervista (e conseguentemente nella testata del sito) non viene citata la congiura nella stessa frase, quindi non c'è bisogno di ripeterla perché non c'è equivoco. Leggendola si capisce subito che quello di cui c'è bisogno è pensare diversamente, perché non viene proprio citata la congiura dei poeti.
In "...è capace di pensare diversamente. Ed è questo di cui avremmo bisogno oggi..." il "questo" si riferisce all'ultimo verbo, al "pensare diversamente", ed è inutile ripeterlo mettendo i due punti che, fra parentesi, nella frase pronunciata non ci sono, anzi Terzani fa una piccola sosta proprio come se iniziasse una frase diversa e staccata.
Insomma non serve la parte seguente alla frase perché non c'è neppure la parte precedente alla frase, e quindi non c'è pericolo di equivoco e non c'è bisogno di precisarlo per evitare l'equivoco.
Secondo me la frase va bene così e si capisce bene quello che Terzani vuol dire. Il problema è in chi legge, non nella frase. Tu ti ricordavi tutto un discorso, dei significati che ne avevi tratto, ed ovviamente da una frase estrapolata non puoi ricavare tutti i significati che avevi trovato nel libro.
Qui c'è una parte sola, per dire che serve pensare diversamente, e questo è quello che dice la frase, senza altri soggetti e senza la necessità di ripetizioni.