E’ con vivo piacere che espongo un mio semplice pensiero su Giorgio Lavinio: autore della settimana.
La poesia di Giorgio, pur riuscendo a dare robustezza al senso della concretezza, della fisicità, della quotidianità, senza trascurare la varietà fenomenologica della vita, sembra, tuttavia, essere avvolta da un ardore spirituale, dall’ansia e il bisogno d’infinito.
Gli stati d’animo del poeta, talvolta, vinti dallo scoramento, dal buio delle solitudini esistenziali, si alternano a slanci di fiducia verso il prossimo, di speranza per un mondo migliore.
Ed ecco che la sua poesia diviene comunicativa, positivista.
Una porta aperta al mondo, nel bisogno umano di interagire con esso, coinvolgendo e facendosi coinvolgere dalle armonie sociali.
Uno splendido esempio, tanto per menzionarne qualcuno, ce lo trasmette in:
“E se vuoi chiamami amico mio
Entra pure tu in questa stanza
Fa freddo e c’è polvere dappertutto
Ma c’è posto in questo posto
Dove il sole entra quando vuole…
Dai non farti prendere dal panico
Non c’è niente da non fare
E tutto quello che si fa
Serve ad imparare
Lo sai ho deciso di dire quello che penso
Con l’armonia della mia fantasia
Senza parole di scuderia
Senza decaloghi della giusta amicizia
Qua ognuno non fa quello che dico io
E se vuoi chiamami amico mio”.
Versi, questi, che dicono davvero tanto, anche al di là delle parole espresse.
E che emozionano tantissimo…
Che dire Giorgio?
Complimenti Vivissimi ed elogi di vero cuore, per questo tuo meritatissimo traguardo raggiunto.