e, se
la poesia non fosse amore,
scontato, calore, le pene del cuore
in rima prima e rinvenuta
costretta, nel bisogno espressivo -
mio dire invasivo e corrotto,
divenuto scialbo, privo di stelle
che luccicar dell'occhio,
tremulo andirivieni da una stagione
all'altra - e,
se la poesia non fosse audacia
d'attaccar di fronte, prevedendo
quel che non può accadere - una felicità
vitalizia - di giorno in giorno.
(Questa è la scusa al monitor, ma che volete?
la mia macchina infernale, la sua rete.)
e, se questa poesia non fosse
benissimo a un tempo doloroso,
delicata parodia, sovente delizioso
o distonia d'intenti, quell'originale mercè
che il cuore paga.
C'è una buona fede nei versi
delle parole - pure - nelle sue stesse
oscurità. poi rompendo la violenza
col sigillo della lettera, gratissima sorella
del tempo più sensuale. e,
se questa poesia mia non fosse,
vecchia amica malcurata,
come l'ultimo sospiro, prestamente,
d'un afflusso al petto...
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