Mi rendo conto che non sono stata chiara ma non fa niente, qui il fine è solo di scambiare opinioni. Solo una cosa: non lasciarti ingannare - quando leggi una poesia - dal fatto che ci sia un chiaro "elemento descrittivo" e la "fisicità dellle sensazioni" all'ennesima potenza; anche in tal caso il poeta vuole dire qualcosa che sta al di sotto della "realtà".
Sei stata chiarissima invece, te l'assicuro. Anch'io sono convinto che ogni descrizione, anche la più scientifica, sia inevitabilmente intrisa di elementi emozionali. Siamo esseri umani, questa è una nostra caratteristica! Ciò su cui divergiamo, credo, è che io ho un concetto di poesia più elastico mentre tu tendi a delimitarlo entro certi canoni.
P. S. Nel testo di Ung. mi azzarderei più che altro a parlare di allegoria, non metafora. Ciao!
Hai ragione, d'altronde l'allegoria è stata anche definita una metafora continuata.
La pioggia si può udire. Le nuvole sono rade. Le tamerici si bagnano, sono ricoperte di sale e stavano per seccare. I pini hanno la corteccia a scaglie, per la siccità e le loro foglie sono a forma di ago. La pioggia arriva anche nel sottobosco sui mirti, bagna anche le ginestre ed i loro fiori nel centro dei cespugli formati dai rami, i ginepri sono molto folti e pieni di bacche dal profumo caratteristico.
Vado bene come naturalista?
Oh, ma anche questa è poesia! Ed è poesia tutto il resto che hai scritto. Io la pubblicherei come poesia sul sito, e non scherzo, complimenti! Mi riconferma nella mia idea "elastica" di poesia.
Nel particolare, io sono quel deficiente che coglie sempre le bacche del primo ginepro che incontro perché mi piace il loro profumo, ma non le assaggerei in quanto gira voce che siano velenosissime, molto più del linguaggio.