Autore Topic: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?  (Letto 3241 volte)

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Offline Amara

Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #15 il: Lunedì 15 Giugno 2009, 02:32:18 »
..che devo dirvi?.. volate un po troppo alto per me... non so parlar di nietzcshe... ne' tantomeno analizzarlo e smembrarlo... e non credo nemmeno di aver davvero compreso tutto ciò che avete espresso..
posso solo dire che spesso l'uomo è assillato dall'horror vacui.. materiale e spirituale.. tendendo quindi a riempirlo di inutili e falsi bisogni...
credo che il vuoto.. sia davvero tale.. quando non lo si desidera colmare...
in caso contrario.. è soltanto un momento assolutamente perfetto.. a cui aspirare ed in cui ritrovare davvero la via.. quella vera... che sarà diversa per ognuno...

siccome non credo che nessuno aspiri ad un vuoto che tale rimanga...
penso che il vuoto non esista... ma sia soltanto la momentanea assenza di ciò che desideriamo...

vabbè.. perdonate il livello semplicistico della mia risposta... ma oltre.. non so andare...

..vi stiro e vi ammiro...  ;D


p.s. Rel... qualcosa da mangiare.. mi spetta lo stesso??? :)
Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza
(J. L. Borges)

arostàzazzà

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Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #16 il: Lunedì 15 Giugno 2009, 16:26:45 »

E' fondamentalmente significativo come, dalla iniziale domanda di Relavius, il discorso si sia spostato sulla necessità/esigenza di distinguere o confrontare due concetti che hanno sempre riscosso attenzione nella storia del pensiero filosofico e scientifico nel quale spesso si sono incrociati fino a coincidere.
I filosofi medievali s'impegnarono a negare l'esistenza del non essere, e di riflesso del vuoto, in quanto questo implicherebbe il fatto che Dio, oltre all'essere, avrebbe creato anche il non essere, e ciò pare paradossale poiché Dio si presenta nelle Scritture come "ciò che è" .

La "negazione del vuoto" è presente anche in epoca moderna sebbene la riscoperta del neoepicureismo fece riproporre nuovamente la possibilità dell'esistenza del vuoto.

Nella filosofia tedesca il "vuoto" viene a coincidere col "nulla" in senso metaforico all'interno del nichilismo che predica la caduta di tutti i valori privi di fondamento ultimo o metafisico - per Schopenhauer e Nietzsche il nulla è appunto il vuoto lasciato dal senso, dal fine, dai valori.
Nel Novecento, tuttavia, si è assistito alla definitiva separazione tra nulla e vuoto. Si criticano i presunti filosofi che utilizzano in modo scorretto dal punto di vista logico e linguistico certi termini. È il caso della parola "nulla", la quale presa in generale non indica nulla in quanto non è un sostantivo vero e proprio, bensì un quantificatore e può essere usato solo relativamente ad un'unità precisa.

Il "vuoto in sé", "assoluto", cioè "spaziale",  è una questione fisica tornata in auge a causa della teoria quantistica; dunque il "nulla" può essere circoscritto alla filosofia ed il "vuoto" alla fisica.

A questo punto è lecita una divagazione sulla concezione di “nulla” come correlazione dell'infinito nella sua accezione cosmica ?
Il nulla in quanto tale è indefinibile e non può essere assoggettato a connotazione spaziale o temporale. L'atto stesso di tentarne una definizione lo porrebbe nello stato di definibile e dunque limitabile o assoggettabile ad uno schema per quanto filosofico possa essere.

Posso immaginare un infinito in cui esiste il “vuoto”? O immaginare spazi in cui è solo il nulla ad essere presente? Ma se il nulla è presente in quegli spazi, non sto definendolo in qualche modo dando ad esso una connotazione spaziale? E dunque se riesco a collocarlo in una dimensione spaziale ne sto delineando i contorni, venendo meno all'asserto iniziale di un nulla  non assogettabile alle leggi della spazialità ed temporalità.

Dunque il nulla rappresenta l'assenza anche di pensiero (in quanto anche il pensiero è assoggettabile alla spazialità e temporalità) o di qualsivoglia attività. E' un po' come paragonarlo alla morte: fin quando noi esistiamo lei non esiste, in quell'unico brevissimo istante in cui lei esiste, cessiamo di esistere noi.
E' dunque, filosoficamente parlando, la morte il nulla?



goccia

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Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #17 il: Martedì 16 Giugno 2009, 20:35:36 »
Mi piace ciò che ha detto Thelema, perchè mi da un altro aggancio.
Tempo fa mi interessai alla questione del soggetto occidentale, alla sua decostruzione in particolare e mi imbattei ancora nel nichilismo (ma che strano eh?).
La cosa che mi stupì, ma neanche più di tanto, fu che con Nietzsche crolla non solo il presupposto ontologico dell'autofondazione della coscienza, ma anche il mito di una fissità identitaria.
Quindi per rigor di logica è normale che la persona percepisca una crisi, un vuoto, che io non voglio ricondurre solo alla scomparsa di Dio.
Questo perchè il filosofo non schiaccia l'umanità presa nel suo lato migliore (e qui cito un'altra volta la risposta di Thelema, che giustamente riporta la questione per la quale il medioevo termina con la sua filosofia) ma quello di Nietzsche è un richiamo forte alla valorizzazione dell'individuo contro la tendenza a considerare l'uomo in generale.
Preso così (non mi sto inventando nulla, posso citarvi anche i testi eh) il nichilismo diventa una pietra centrale del prendersi cura di sé, che ci aiuta a disincantarci.
E così mi rifaccio un'altra volta alle parole di Thelema che dice la sua sulla nostra società.
Penso che abbia ragione, ma proprio perchè la caduta dell'anthropos, del nostro, ha determinato non solo una crisi di valori, ma addirittura l'incapacità di averne altri.
Non so se mi sono spiegata..credo di no, ma vabbè  ;D


Offline Zarathustra

Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #18 il: Mercoledì 17 Giugno 2009, 00:17:09 »
beh ragazzi/e
tutto ciò che è stato detto finora non fa una piega da qualsiasi angolo noi desideriamo analizzarlo.
Unico neo, dal mio punto di vista, risulta essere la scarsità di punti di vista e/o idee personali e l' abbondanza di citazioni e descrizioni di teorie che altri hanno sostenuto prima di noi.

Credo che la valorizzazione dell' individuo, a mio parere necessaria ed assoluta, citata da Frammento trovi la sua apoteosi in " Also sprach Zarathustra " dove la spinta data all'individualità ed al potenziamento di essa, trovi la sua sintesi in quello che viene definito " superuomo " un individuo capace di esprimere se stesso e l' inalterabilità del suo pensiero da parte di agenti esterni messi in campo per dominare e modificare il pensiero puro, veicolando desideri, necessità e bisogni dell uomo verso sentieri e mete precostituite e redditizzie per il gestore del momento.

Ma Nietzsche non calcolò, e come poterlo, la comparsa della televisione che colmò il " vuoto " lasciato dalla schiavitù religiosa, ormai in declino, soprattutto cristiana ed islamica, dedita alla segregazione ed alienazione del pensiero libero.

Da qui la connessione con il concetto che diede vita a tutta questa discussione...
La necessità ora è quella di capire ed accettare la nostra volontà di volere
Tale concetto ci libererà da ogni schiavismo e dipendenza che tanto imbrigliano la nostra società appiattendo e annebbiando ogni individualità.



Offline Marinella Accinelli

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Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #19 il: Mercoledì 17 Giugno 2009, 11:42:01 »
Un'individuo libero non conosce Vuoto o Briglie religiose o mediatiche, quindi la discussione la si può vedere da diverse angolazioni, siano esse sociologiche, storiche, filosofiche o psicologiche partono e arrivano sempre nello stesso punto...la libertà dell'ndividuo, non come possibilità di fare o di dire, ma di essere, senza condizionamenti, e questo difficile cammino non lo si fa sui libri ma dentro di noi, fino ad arrivare alla consapevolezza che, di fatto, non esiste vuoto e non esiste libertà, tutto ciò che pensiamo è già previsto, è giè stato vissuto o pensato da altri ed a noi non resta che Vivere, il più serenamente la il pezzo di vita che ancora ci è dato di percorrere...magari senza farci troppe domande e godendo così di ogni emozione, in modo da esser coì ricettivi e Pieni da non poter cadere nel Vuoto...

(ovviamente è solo la mia opinione)

goccia

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Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #20 il: Mercoledì 17 Giugno 2009, 14:26:25 »
Zara hai ragione, ma per avere un parere proprio, occorre scavare, e per scavare è necessario avere tra le mani non un solo documento, ma molti con i quali, poi, fare i dovuti collegamenti.
Potrei dimenticarmi tutto, fare finta di non aver mai posato gli occhi e il tempo su determinate scritture.
Sarei quindi colma di vuoto o addirittura vuota di vuoto (si penso che sia più giusta la seconda).
Mi piace che citi la legge di Thelema con la sua volontà di volere, alla quale si potrebbe agganciare la legge di attrazione.
Mi piace perchè, per quanto condivida queso punto di vista, ho voluto in qualche modo ribaltarla e mi sono accorta, magari a torto, che prima di avere una volontà di volere, si deve smettere di volere qualunque cosa, anche la libertà che questa legge persegue, ma per fare questo si dev'essere uomini integri e non è semplice, perchè si rischia di cadere in un simpatico circolo vizioso contornato da seghe mentali (scusate eheheh).

Non credo sia la televisione, non solo almeno, a farci camminare in un mondo particolarmente ristretto ed apparentemente privo di vie intelligenti.
Siamo proprio noi, esseri umani (a torto o a ragione) a volerci tutto quello che ci sta intorno.
C'è una volontà di volere anche qui? In un certo senso si, poichè la volontà di volere essere noi uomini liberi può sfociare nella volontà di volere una vita comoda, colma di felicità fittizie e visi sorridenti non si sa per cosa, e in un certo qual modo libera seppur inconsciamente incatenata.

Offline Zarathustra

Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #21 il: Mercoledì 17 Giugno 2009, 21:19:08 »
Un'individuo libero non conosce Vuoto o Briglie religiose o mediatiche, quindi la discussione la si può vedere da diverse angolazioni, siano esse sociologiche, storiche, filosofiche o psicologiche partono e arrivano sempre nello stesso punto...la libertà dell'ndividuo, non come possibilità di fare o di dire, ma di essere, senza condizionamenti, e questo difficile cammino non lo si fa sui libri ma dentro di noi, fino ad arrivare alla consapevolezza che, di fatto, non esiste vuoto e non esiste libertà, tutto ciò che pensiamo è già previsto, è giè stato vissuto o pensato da altri ed a noi non resta che Vivere, il più serenamente la il pezzo di vita che ancora ci è dato di percorrere...magari senza farci troppe domande e godendo così di ogni emozione, in modo da esser coì ricettivi e Pieni da non poter cadere nel Vuoto...

(ovviamente è solo la mia opinione)


Ciao Marinella
vedi io ho assoluto rispetto per l opinione di ognuno ed è proprio per questo che desidero inoltrarti pure la mia.
Purtroppo io senza domande non so stare e quindi la mia vita non sarebbe serena senza di esse.
Condivido ciò che dici riguardo il cammino personale che ognuno dovrebbe fare con il proprio io, ma credo anche che siano necessarie delle basi ed un educazione - passami il termine . per poter intraprendere  questo cammino.
Se le persone meno " forti" sono continuamente deviate da tale rotta.... beh trovo difficile che esse posano in qualche modo solo pensarlo questo benedetto percorso.

Non condivido però la tua convinzione riguardoil fatto che tutto sia già previsto e che tutto sia già stato detto o pensato e che non ci resti altro da fare che vivere la situazione.... subirla.
Mi sa di arresa

Come discutevo con un amico - almeno spero anche lui pensi di esserlo - io non mi pongo limiti e non credo di averne.
Questo non per presunzione, ma piuttosto per amore della ricerca, per amore di quel cammino interiore di cui tu parlavi.
Come si può pensare di avventurarsi lungo un impervio sentiero ponendosi dei limiti a priori?
Credo , come giustamente tu sottolineavi, che queste siano impressioni personali ed appunto io sono più ricettivo quando cerco, mi struggo o rifletto , di quando sono arreso e compiacente con ciò che mi si riversa contro.

- ovviamente pure questa è un opinione personale....la mia )

Offline Marina Como

Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #22 il: Giovedì 18 Giugno 2009, 18:05:09 »
beh ragazzi/e
tutto ciò che è stato detto finora non fa una piega da qualsiasi angolo noi desideriamo analizzarlo.
... in " Also sprach Zarathustra " dove la spinta data all'individualità ed al potenziamento di essa, trovi la sua sintesi in quello che viene definito " superuomo " un individuo capace di esprimere se stesso e l' inalterabilità del suo pensiero da parte di agenti esterni messi in campo per dominare e modificare il pensiero puro, veicolando desideri, necessità e bisogni dell uomo verso sentieri e mete precostituite e redditizzie per il gestore del momento.

Ma Nietzsche non calcolò, ...

Da qui la connessione con il concetto che diede vita a tutta questa discussione...
La necessità ora è quella di capire ed accettare la nostra volontà di volere
Tale concetto ci libererà da ogni schiavismo e dipendenza che tanto imbrigliano la nostra società appiattendo e annebbiando ogni individualità.
Concordo tutto è ben stirato.
Ma Nietzsche non calcolò... la scoperta dei neuroni a specchio, che non solo ci cambiano le idee, ma cambiano l'uomo stesso! Altro che superuomo, l'uomo si evolve continuamente, non esiste un limite nel quale rimanere ed essere "super" esente da agenti esterni.
Io in base ai neuroni a specchio, immagino l'uomo come una cipolla! ne scrissi una a tale proposito:

Speranza     (Spiritualità)

   Come una cipolla:
strati diversi
alcuni sottili, evanescenti
corposi atteggiamenti.
L'insieme d'essere
il mio essere stratificato.

Come le gocce che sanno
di pianto e di riso:
incommensurabili.

Nota pesantezza:
morrò ignorandomi.

Sconosciuta grandezza:
Vivrò morendo.

(continua)...
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Marina Como

Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #23 il: Giovedì 18 Giugno 2009, 18:16:34 »
Per spiegarmi meglio: i neuroni a specchio, scoperti da Gallese, in pratica sono dei neuroni che "riflettono" , ovvero si muovono in una determinata maniera anche se per es. non siamo noi a fare una determinata azione, ma è un'altro.
Se vediamo una penna, il nostro cervello si muove come se dovessimo afferrarla per scrivere, oppure per ficcarla in un occhio a qualcuno, oppure... tutto questo anche se noi siamo immobili e non abbiamo nessuna intenzione di utilizzarla! Tutto questo anche se sappiamo che fra poco la penna sarà presa dal prof per correggerci i compiti!  E qui per me entra il concetto di empatia. Tutto il nostro cervello si evolve quando osserviamo gli altri fare qualcosa! Il nostro cervello impara a farlo prima di noi. Se vediamo una persona piangere, il nostro cervello piange! Non siamo altro che il risultato di quello che viviamo giorno per giorno, strato su strato. A regè, me dispiace davve 'stà brutta notizzia, ma nun semo artro che cipolle! Ma... che cipolle! Pure cor cervello! E  puro amemim'hannodetto che me n'appartiene uno, magari de scarto... magari che fà piagne, ma co' tutta la materia, puro si grigia!
« Ultima modifica: Sabato 20 Giugno 2009, 10:32:59 da Marina Como »
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

VenusVega

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Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #24 il: Venerdì 19 Giugno 2009, 15:06:45 »
Faccio un breve intervento...e mi scuso se nn mi sono fatto vedere, ma ho avuto giornate un po' piene ultimamente...

Per prima cosa leggendo i post precedenti, volevo dire che mi trovo quasi del tutto concorde a Thelema,
dire ad Amara che per lei ho pronta una razione doppia ;)....e dire a Zara, che senza dubbio considero un amico, che fa bene a non porsi mai dei limiti perché questo è il giusto atteggiamento per affrontare la vita.


Inoltre ho trovato davvero interessante l'idea di Marina sui neuroni a specchio...devo rifletterci un po' su ::).

Tornerò magari tra un pochino con le idee più chiare su quanto detto da voi!!!

Offline Marinella Accinelli

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Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #25 il: Venerdì 19 Giugno 2009, 16:01:53 »
Non condivido però la tua convinzione riguardoil fatto che tutto sia già previsto e che tutto sia già stato detto o pensato e che non ci resti altro da fare che vivere la situazione.... subirla.
Mi sa di arresa

Zara, io non intendevo dire che la nostra vita è già stata scritta, non credo nel destino o nel predestinato, forse mi son espressa male...il fatto è che ciò di cui stiamo discutendo è già stato discusso ed ogni nostro pensiero già pensato da altri, ciò che intendevo è che il "nuovo" non esiste, di qualsiasi argomenti si tratti che non sia biogenetica...comprendi?
Subire mai, accettare semmai, per vivere più serenamente accanto a noi stessi e quindi agli altri e non lasciar posto al Vuoto che altro non è che assenza di pensiero

Offline Marinella Accinelli

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Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #26 il: Venerdì 19 Giugno 2009, 16:03:59 »
...e comunque sia il Vuoto non può esistere in una vita vissuta in pienezza... a questo io aspiro
« Ultima modifica: Venerdì 19 Giugno 2009, 16:05:53 da Marinella Accinelli »

VenusVega

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Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #27 il: Domenica 21 Giugno 2009, 12:55:08 »
...e comunque sia il Vuoto non può esistere in una vita vissuta in pienezza... a questo io aspiro

Secondo me esiste sempre, magari vivendo in pienezza lo si può oscurare, ma è sempre lì. Credo che il Vuoto vada accettato come parte di noi, perché noi siamo "esseri mancanti" nel senso che non siamo completi in noi stessi ma abbiamo bisogno di altro per diventarlo (ad esempio l'amore di qualcuno, ma non solo). Questa mancanza, che io chiamo "fortuna", dovrebbe spingere l'uomo a non vivere tanto per respirare come diceva Wilde (cosa che accadrebbe se fossimo completi), ma vivere per completarsi e condividersi col mondo, nella continua ricerca del colmare il Vuoto che è in noi, e che mai riempiremo del tutto. Questo si ricollega con quanto detto da Marina sull'uomo in continua evoluzione. In effetti lo siamo, la nostra vita è una continua evoluzione che si plasma sulla realtà vissuta, e al contempo è anche un'evoluzione che aspira alla pienezza come dice Marinella. Tuttavia per quanto sia bello evolversi e completarsi non bisogna poi vedere nel presente una sorta di passaggio momentaneo, sarebbe come rinnegarlo. Il presente, a mio modesto parere, non ha bisogno di un futuro per avere "dignità", ne di un passato per essere giustificato (come sosteneva Nietzsche), la sua "dignità", e la nostra aggiungo, sta proprio nella consapevolezza dell'attimo in ogni istante, a comporre così una vita che non sia schiava del suo avere, ma serva del suo essere.

Offline Gianpiero De Tomi

Re: Cos’è il vuoto? Esiste? E l’uomo come si rapporta ad esso?
« Risposta #28 il: Domenica 21 Giugno 2009, 16:02:11 »
Premetto che non mi va di fare ricerche su internet digitando la parola "vuoto o "assenza" o ogni altro sinonimo di questo genere.

Mi reputo una persona sensibile,con alcuni limiti, ma di certo non un filosofo oppure un metafisico scrittore.

Dato che è già stato detto tantissimo non aggiungerò altre definizioni di cui,fra parentesi mi piacerebbe far alcune domande a chi le ha messe,cercando di capire se ne comprende il senso,ma non per critica ma solo per farmi spiegare nel dettaglio,dato che pur leggendo non riesco a carpirne alcuni oscuri aspetti.

Ma ad ogni modo,vorrei solo dire che la mente umana non concepisce certi "concetti" come il vuoto,l'infinito,se non attraverso equazioni matematiche oppure teorie filosofiche che ne dovrebbero rappresentare un senso,tale da non indurre il tormento nel nostro pensare.

La maggior parte delle persone ne elabora un proprio significato e personalmente io non credo,di essere in grado di dar definizioni che possano soddisfare.