mi andrebbe d'essere danza in mezzo al mare
basterebbe per farti fiutare i miei colori
le angosce, vetri sciolti dal fumo nei bar di periferia
l’aria che sbianca e disegna i tavoli e le sedie
- L’ho sentita arrivare Signorina, da lontano
ha l’odore un po’ di donzelletta e un po’
di apprendista caparbio, tra manici di scopa
- Mi inviti a ballare, Signore, a pel d'acqua
mi striga, mi metta d'ali rosa il fior di pesco
conoscerci sarebbe ancor più che primavera
Quando le sensazioni provenienti da un testo del genere mi coinvolgono positivamente, di solito (ma non sempre) lascio passare del tempo prima di commentare. In questo caso quattro giorni direi che sono sufficienti
.
Parlavamo ieri sera, con un'altra persona, di questo testo e mi è venuto in mente che è simile ad un sogno, come lasciar correre la fantasia prima di addormentarsi. In quel momento, che divide la veglia dal sonno, dove tutto è possibile, dove le nostre fantasie possono prendere vita ed avvolgerci in una calda sensazione di dolcezza, spiritualità, ma anche passione e sensualità.
Le impossibilità possono trasformarsi in probabilità e tutto diviene parte di un disegno illogico, ma tremendamente voluttuoso, dove finalmente attori e spettatori sono un tutt'uno e la capacità di discernimento tra realtà e finzione si dissolve nella penombra della nostra volontà di cercare quello che non abbiamo.
Mi è piaciuta tanto questa tua presentazione.