In effetti la scomunica non era riferita l negazionismo, ma nemmeno alle questioni liturgiche, la ribellione riguardava il primato del Papa stesso. Mi piace indagare sui retroscena di questo "perdono" ai lefebvriani, è un argomento politicamente interessante, ma non solo. L'ultra ortodossia dei lefebvriani, che non sono pochi in realtà, come qualcuno voleva farci credere, rischiava di intercettare gli "scismatici" della chiesa anglicana e con l'amicizia da parte degli ortodossi dell'est europa, creare una nuova chiesa all'interno del complesso universo del cristianesimo. Interessante in proposito la lettura di un libro del 1987, "Mille anni di fede in Russia", una interessante intervista all'ex patriarca di Mosca Pimen, dove si pone l'accento sulle differenze tra il cattolicesimo ed il mondo ortodosso. Da parte russa si sottolineava la buona amicizia tra le due chiese, ma la totale indipendenza di Mosca verso Roma. Posizione che è anche quella odierna.
Che vi sia una certa spinta centrifuga verso nuovi orizzonti all'interno del cattolicesimo è cosa risaputa, ma per avere un'idea di quanto questo sia preoccupante per la chiesa di Roma, consiglio la lettura di un altro vecchio libro, del 1989, "Contro Satana" scritto da Monsignor Emmanuel Milingo.
Grazie Stefano per aver partecipato, non avevo dubbi che avresti risposto. Un saluto.