Trovo questo topic molto, molto interessante... e torno all'imput di base...
Personalmente, ritengo che la poesia debba, possa oscillare tra l'assoluta spontaneità (=trasferire su carta l'impulso, la passione, l'emozione, così come sgorgano, nel linguaggio con cui sgorgano)...e l'assoluta artificiosità (intesa come costruzione poetica"a tavolino", tesa ad ottenere un effetto, un suono, un'emozione...).
Questa libertà è "il bello della poesia", permettendo infinite combinazioni tra i due atteggiamenti...
Sono d’accordo,
ognuno scrive e ci arriva a modo proprio, rispetto a esperienze affinità modi fare e di essere, cultura mentalità, ecc.
ad esempio, si può provare a “giocare” con le parole come si fa coi numeri (i numeri non sono freddi, non servono solo a “contar il vil danaro”),
tentare di creare “equazioni, formule” (non vorrei allargarmi troppo
) per spiegare, illustrare,
“teoremi”……. mentali e, perché no, spirituali.
5+5=10
oppure
[[[(2*2)*(10-9)]+[(80-50)-(28-2)]]+2]=10 (ho scritto una boiata?)
tradotto in "versi"
stamattina ho raccolto una rosa
pensando a te mia……………….. ecc. ecc.
al primo sussurro dell’aurora candida
il mio passo errò fra teneri grovigli
con flebile fatica le membra mie
aprirono allo sguardo incredulo
meraviglie di verde madre
e fra tanti effluvi colsi la regina,
che dolce gaia dona al suo creato,
pensando a te mia………… ecc. ecc. (persevero nelle boiate???)
c'è una costruzione palese, magari forzata, dell'impalcatura
ma suona meglio, trasmette molte più immagini, lo scopo della poesia
in fondo è questo
(mi sono allargato)