Autore Topic: Finzione e costruzione poetica  (Letto 2230 volte)

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Offline Marcos D Ingaldi

Finzione e costruzione poetica
« il: Mercoledì 6 Agosto 2008, 12:14:03 »
Ho trovato uno spunto di dibattito molto interessante a partire dal commento di Zima alla mia ultima poesia. Voglio premettere che non mi sono affatto offeso e non ho trovato in alcun modo offensivo lo stesso. E' solo un commento, un parere, espresso con convinzione e in nodo cortese ed educato. E proprio per questo mi sono messo a riflettere sul particolare evidenziato da Zima: lei infatti ha trovato la mia poesia un po' troppo "costruita". Immagino in contapposizione ad una scrittura piu' immediata, che lascia piu' spazio all'emozione espressa attraverso parole "calde", buttate giu' sull'onda emotiva che ha dato origine alla poesia stessa.

In effetti la mia poesia e' costruita. Tuttavia credo che qualsiasi poesia e', in fondo, nient'altro che un artifizio grazie al quale l'autore cerca di infondere nel lettore una parte delle emozioni che l'hanno generata. Ma le poesie non sono, secondo me, generate solo da emozioni. Le poesie nascono anche da riflessioni profonde. Riflessioni sul tema e la situazione che la poesia tratta. Riflessioni sulla sua forma stilistica, sulle figure retoriche che meglio si addicono a raffigurare una certa scena mentale dalla quale trarre impressioni ed emozioni. Per cio' in qualche misura ogni poesia altro non e' che una costruzione mentale di suoni, immagini e sensazioni sensibili in generale le quali, una volta ricostruitesi nella mente del lettore, dovrebbero portare a provare almeno alcune delle emozioni che l'autore ha provato e che hanno dato origine alla poesia stessa.

Ora il dubbio potrebbe essere: in quale misura la poesia dovrebbe contenere artifizi del genere descritto sopra e in quale dovrebbe, invece, contenere parole piu' semplici, dirette e vicine ai sentimenti di chi le compone? Ma allo stesso tempo, qual'e' la linea di demarcazione tra una e l'altra componente? Qual'e' il metro di misura per asserire che in effetti una poesia contiene troppi artifizi per poter suscitare emozioni chiare e vicine a quelle del poeta?


Personalmente credo che questa linea sia inimmaginabile. E che il poeta non debba in nessun modo limitare la costruzione astrusa di immagini e suoni attraverso la ricerca linguistica e stilistica, per paura di non poter addivenire al risultato che rincorre. Anche a costo di sembrare "finto". Perche' spesso e' proprio dalla contemplazione della finzione che si possono trarre le emozioni piu' forti. E il teatro ne e' un esempio.
Che tu creda di potere o non potere, hai ragione comunque.

Offline Zima

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #1 il: Mercoledì 6 Agosto 2008, 12:30:41 »
grazie di questo topic, marcos, perchè mi da modo di esplicitare il mio punto di vista!

in pratica è il tuo stesso! ;)

la poesia è, o dovrebbe sempre essere, costruzione, impalcatura e scenografia, proprio come in teatro.
le parole servono proprio a mettere insieme lo stato d'animo dell'autore, a sviscerarlo, a rendere pubblica, esterna, una riflessione profonda, condotta all'interno di se stessi.

nel mio dire che la tua poesia è "artificiosa" ovviamente mi riferivo ad un mio gusto personale, che insegue si costruzioni e assonanze, che si fonda sulla ricerca del suono, che non è libero vagare di pensieri bradi, ma in quello che io sento il mio giusto modo, il mio equilibrio, che varia da testo a testo, da argomento ad argomento, da momento a momento.

l'estenuante rincorrersi, nella tua, di questi suoni ("r" "t") mi ha creato una sorta di ansia.
io credo che fosse proprio quello che tu volevi trasmettere, nella vita cominciata e presto finita.

non esiste un limite di artificiosità e d costruzione, o meglio...è un limite personale, che varia da momento a momento per ciascuno di noi! :)
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Stellaerratica

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #2 il: Mercoledì 6 Agosto 2008, 13:49:35 »
mi piace questo post, non è che ci metti il link della tua poesia, così lo trovo prima, leggo e esprimo anch'io?
così, di botto, su due piedi credo che la poesia dovrebbe essere il trovare i giusti vestiti alle proprie emozioni. taglio, fattura, tessuto, colori, accessori giusti.
mi riservo di riscrivere dopo il link alla tua poesia.
 ::) :)
Il peggior crimine è conoscere la verità e non far nulla.
(Carlo Parlanti - www.carloparlanti.it)

Offline Marcos D Ingaldi

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #3 il: Mercoledì 6 Agosto 2008, 14:03:53 »
Ah, ok Zima. Allora in quel caso siamo d'accordo. Infatti l'utilizzo delle gutturali, la mancanza di punteggiatura, la brevita' dei versi e la loro disomogeneita'  dovrebbero, nelle mie intenzioni, suscitare un senso di ansia frenetico per una situazione iniziata e finita nell'arco di breve senza che nessuno potesse fare nulla per impedirlo.


In realta' per capire meglio la situazione andrebbero lette anche un paio di altre poesie che ho scritto ma non ancora pubblicato.

x Stella il link e' http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=66178

Ciauz!
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Offline Marina Como

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #4 il: Mercoledì 6 Agosto 2008, 14:35:07 »
 Ci riesci egregiamente! a farci sfuggire fino alla chiusa, se non interessasse al lettore soffermarsi sulle parole e soffrire.
Premesso che a me piacciono molto le assonanze, ma in ogni vocabolo si racchiude una sfumatura, ed anche la ripetizione di quel vocabolo in altro contesto offre nuovi spunti di riflessione, in questa tua. Secondo me ho trovato fatte forse male (per il MIO PERSONALE modo di leggerle) le pause. Esse non offrono al lettore il "fermati ed ingoia quello che hai letto" adeguatamente ed allora ci si trova soltanto a riflettere e non vi si rimane "coinvolti" dalla musicalità ma incastrati in essa a disbrigarne il significato per provare l'emozione.
Contrariamente a quello che volevi, nel mio leggere la tua, non sono riuscita a correre sino alla chiusa, per il troppo impegno a "costruirmi da sola" le giuste emozioni.
Forse con un esempio mi spiego meglio: questo è quello per me più eclatante
Ridi ruggisci
rincorri radi
turbati rimbombi...
   lo leggerei meglio con
ridi ruggisci
rincorri radi turbati
rimbombi
    ovvero diciamo che forse accorperei i verbi, gli aggettivi e metterei in evidenza i soggetti della frase, per una lettura più visivamente comprensiva che comunque non spezza il ritmo della corsa.


Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Zima

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #5 il: Mercoledì 6 Agosto 2008, 15:05:33 »
ecco si, marina dice bene quello che avevo cercato di comunicarti nel mio commento.

se si avverte quest'urgenza di correre a destinazione, a volte si inciampa nelle lettere, non riuscendo a sgrovigliarsi.

è ovviamente un parere personale, e ripeto, l'intento di trasmettere ansia è riuscito...
"proverò a spaccare
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r.d.

Offline Marcos D Ingaldi

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #6 il: Mercoledì 6 Agosto 2008, 15:58:41 »
Be' diciamo che le stroffe, se fossero in prosa, dovrebbero essere lette cosi':

Ridi, ruggisci, rincorri radi, turbati rimbombi

Ma avendo evitato ogni tipo di punteggiatura ho scelto quella metrica perche' tra le parole "ridi" e "ruggisci" mi sembra naturale una pausa per via del ritmo impresso dagli accenti.

rIdi ruggIsci - qui gli accenti sono separati da 2 sillabe
rincOrri rAdi - qui da 1 quindi il ritmo accelera
turbAti rimbOmbi - altre 2 sillabe di separazione tra gli accenti, mentre per via della cadenza della parola rimbombi (che sembra segnare il tempo come se fosse un tamburo), pare alla fine accelerare ancora leggermente.

Questo tira e molla e' proprio quello che volevo intendere e suscitare.
Che tu creda di potere o non potere, hai ragione comunque.

Offline Marina Como

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #7 il: Mercoledì 6 Agosto 2008, 20:16:45 »
 :)  vero! è un tira e molla!
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Paolo Ursaia

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #8 il: Mercoledì 6 Agosto 2008, 21:40:04 »
 Trovo questo topic molto, molto interessante... e torno all'imput di base...
Personalmente, ritengo che la poesia debba, possa oscillare tra l'assoluta spontaneità (=trasferire su carta l'impulso, la passione, l'emozione, così come sgorgano, nel linguaggio con cui sgorgano)...e l'assoluta artificiosità (intesa come costruzione poetica"a tavolino", tesa ad ottenere un effetto, un suono, un'emozione...).
  Questa libertà è "il bello della poesia", permettendo infinite combinazioni tra i due atteggiamenti...
  Gli Autori Latini erano maestri nel coniugare queste due caratteristiche...quadrupetante putrèm sonitù quatit ùngula campum...( cito a memoria...essendo io rimbambito, sicuramente ci sarà qualcosa di errato...chiedo venia) col gioco della metrica, l'uso delle "r" e delle "t" ottengono la velocità, l'emozione della scena; ed insieme, prosegue la storia in corso di narrazione...
Cunctando restituit

Offline Nicomar

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #9 il: Giovedì 7 Agosto 2008, 15:50:19 »
Trovo questo topic molto, molto interessante... e torno all'imput di base...
Personalmente, ritengo che la poesia debba, possa oscillare tra l'assoluta spontaneità (=trasferire su carta l'impulso, la passione, l'emozione, così come sgorgano, nel linguaggio con cui sgorgano)...e l'assoluta artificiosità (intesa come costruzione poetica"a tavolino", tesa ad ottenere un effetto, un suono, un'emozione...).
  Questa libertà è "il bello della poesia", permettendo infinite combinazioni tra i due atteggiamenti...
Sono d’accordo,
ognuno scrive e ci arriva a modo proprio, rispetto a esperienze affinità modi fare e di essere, cultura mentalità, ecc.
ad esempio, si  può provare a “giocare” con le parole come si fa coi numeri (i numeri non sono freddi, non servono solo a “contar il vil danaro”),
tentare di creare “equazioni, formule” (non vorrei allargarmi troppo ;D) per spiegare, illustrare,
“teoremi”…….  mentali e, perché no, spirituali.

5+5=10
oppure
 [[[(2*2)*(10-9)]+[(80-50)-(28-2)]]+2]=10  (ho scritto una boiata?)

tradotto in "versi"

stamattina ho raccolto una rosa
pensando a te mia……………….. ecc. ecc.

al primo sussurro dell’aurora  candida
il mio passo errò fra teneri grovigli
con flebile fatica le membra mie
aprirono allo sguardo incredulo
meraviglie di verde madre
e fra tanti effluvi colsi la regina,
che dolce gaia dona al suo creato,
pensando a te mia…………       ecc. ecc.   (persevero nelle boiate???)

c'è una costruzione palese, magari forzata, dell'impalcatura
ma suona meglio, trasmette molte più immagini, lo scopo della poesia
in fondo è questo

(mi sono allargato) :laugh:
« Ultima modifica: Giovedì 7 Agosto 2008, 15:52:19 da Nicomar »

Offline Phersu

Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #10 il: Domenica 10 Agosto 2008, 11:51:52 »
Penso anche io che l'equilibrio giusto sia quello tra spontaneità e costruzione che non vale solo per la poesia, ma si può applicare a molte altre Arti.
In fondo lo stesso concetto di "Arte" ci parla di libertà e di eterna contrapposizione-imitazione di Natura.

khay

  • Visitatore
Re: Finzione e costruzione poetica
« Risposta #11 il: Martedì 30 Settembre 2008, 21:33:31 »
Penso anche io che l'equilibrio giusto sia quello tra spontaneità e costruzione che non vale solo per la poesia, ma si può applicare a molte altre Arti.
In fondo lo stesso concetto di "Arte" ci parla di libertà e di eterna contrapposizione-imitazione di Natura.


Poesia come suono onomatopeico del proprio sentire. Quindi va benissimo la tua, Marcos. Hai reso ciò che volevi  :D