Autore Topic: Scrivere in rima? Un'opinione... dal futuro  (Letto 2439 volte)

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Offline Benito Ciarlo

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Una corrente dell'epoca viziata
« Risposta #15 il: Sabato 11 Ottobre 2008, 01:46:12 »
Frammento ritrovato negli scavi archeologici del Metro



"...dopo questo termine, senza dubbio ambiguo, si manifestò un fenomeno complesso:la critica alla modernità come nucleo stesso della coscienza d’un cambio di epoca. Non si tratta, dunque, di una determinazione temporale, di un periodo storico, e neanche di una tendenza con caratteristiche ben definite, ma di una revisione, di una maniera differente di mettere a fuoco il programma della modernità, espressa in termini di rifiuto o dalla volontà di ridefinirsi. Come ha detto Niklas Luhmann, al dibattito postmoderno bisogna riconoscere almeno un merito: mise in luce che la società moderna aveva perso la fiducia nella correttezza delle descrizioni di se stessa. Ed è qui precisamente, nelle differenti posizioni che si adottano in seno a questo dibattito, dove si pone manifesto che quel cambio, degli anni ottanta, non era stato univoco ne omogeneo.
Sicuramente la proposta formulata da quei poeti concerne le chiavi stesse sulle quali si fonda il discorso poetico della modernità: il raccoglimento e il riferimento a se stessi, la brama di purezza e di autonomia, di originalità e novità.
All’inizio tutti coincidono col rifiutare una poesia scritta unicamente con l’idea della poesia, cioè, concepita meramente come un problema di stile e fondata sulla massima distanza dal linguaggio della vita quotidiana. Sebbene sia chiaro che questo atteggiamento iniziale si risolve in maniera differente, secondo il modo in cui ognuno si relaziona con la tradizione.
Da una parte troviamo quei poeti per i quali il ritorno alla tradizione è innanzitutto il ritorno all’istituzione e all’ordine.
Altri poeti, al contrario, cercano di convertire questo ritorno alla tradizione in un viaggio d’andata e ritorno. Cercano d’andare più in là della modernità, rivelando la sua instabilità interna, sperimentando una via d’uscita. Da questa prospettiva, se la modernità è un nome con cui chiamiamo questa corrente di pensiero che cerca di espellere dal dominio dell’arte tutto ciò che è improprio , la post-modernità sarebbe - come ha descritto Steven Condor - l’intensificazione decostruttiva di questa logica moderna che punta li dove convergono gli estremi binari:purezza- impurità, raccoglimento-teatralità, tradizione-novità, pubblico-privato...
Se i primi pongono l’accento sulla perdita e sulla nostalgia (di lì la propensione elegiaca e la rassegnata malinconia), i secondi convertiranno il rincontro con la tradizione in una esperienza di accrescimento e arricchimento...
"

« Ultima modifica: Sabato 11 Ottobre 2008, 01:48:21 da Benito Ciarlo »
mi ha sempre stupito quali giri assurdi debbano fare i fiumi per passare sotto tutti i ponti (Beppe Grillo)

Offline Benito Ciarlo

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Riflessione in rima quasi romanesca
« Risposta #16 il: Sabato 11 Ottobre 2008, 10:36:23 »
comprendere il fenomeno dei rimatori ad oltranza diventa sempre più complicato
Un'altra corrente, a quanto pare, era rappresentata dai rimatori in vernacolo

(dal Corriere dello Spazio del 11 ottobre 3008)



Oggi lo sdoppiamento va de moda:
er bene ar male porta sottobbraccio
così nun sai più dì si quella coda
ar diavolo appartiene o a ’n poveraccio.
Come in quer libbro indove se parlava
der tizzio che de notte com’un lupo
le femmine de Londra assassinava,
mentre de giorno nun pareva cupo,
così succede puro qui in Itajia:
li fiji appena che se so’ svezzati
ammazzeno e guadambiano la tajia.
Li genitori poi, sti disgrazziati,
ammazzeno li fiji drentr’ar letto,
sarvo poi dì che loro nun so’ stati.

Sarà. Però mica cce credo a sta magagna:
è tutta trippa bbona pe’ quer ganzo
che predica ogni sera all’aula magna
de Vespa de Santoro e de Costanzo.
Quanno sentenzia tace tutto er monno
come se fosse verità divina...
e parla in nome tuo, sor Sigismonno,
dicenno ch’ha studiato la matina
quello ch’a sera a la televisone
deve da dì pe’ fa bon’impressione.

Loro so’ disgrazziati, quest’è certo
biechi assassini della loro prole
ma sta manfrina a me dà lo sconcerto,
mejio sarebbe sta’ senza parole.
« Ultima modifica: Sabato 11 Ottobre 2008, 10:39:13 da Benito Ciarlo »
mi ha sempre stupito quali giri assurdi debbano fare i fiumi per passare sotto tutti i ponti (Beppe Grillo)

Offline Benito Ciarlo

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Il Corriere chiede un parere agli esperti
« Risposta #17 il: Domenica 12 Ottobre 2008, 21:55:06 »
In uno dei vari rotoli venuti alla luce negli scavi del deserto del Metro è riportata una composizione del 2008 intitolata "SONETTO"
E' una mistificazione?
Le strofe a rima ABAB -ABAB-CDD-DCC sono forse un esperimento o rientravano nei canoni di quel genere di composizione?
Se tra i nostri lettori vi fossero degli esperti, sarebbe gradito un loro parere

Discutevamo della nostra vita
mentre ti dipingevo come rosa.
Ti sentivi di certo un po’ tradita
dal mio tormento che non si riposa

dalle mie strade tutte senza uscita
dai miei timori grandi, dolce sposa.
Io non seppi lenir la tua ferita
e del tuo pianto non capii che cosa

l’avesse provocato. In quel ruscello
si specchiava il cielo. E giù più in basso
la tela spinta dall'incauto passo

mi scivolò nell’acqua come un sasso.
Del quadro non restò che il tratto bello
del tuo sorriso... sognato dal pennello.



 
da: IL CORRIERE DELLE SPAZIO DEL 12 OTTOBRE 3008
mi ha sempre stupito quali giri assurdi debbano fare i fiumi per passare sotto tutti i ponti (Beppe Grillo)