Autore Topic: La proporzione divina  (Letto 11652 volte)

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Offline Marina Como

Re: La proporzione divina
« Risposta #45 il: Mercoledì 21 Maggio 2008, 18:39:09 »
faccio un esempio...
io scrivo..

Nubi,
ondeggiano.
Metamorfosi di sogni.
Luna,
vestita d'argento.
Un'alba gentile,
spiagge deserte.
La sera ha divorato
silenzio.
I tuoi pensieri,
una farfalla (senza le ali).
L'innocenza dell'alba,
coriandoli d'arcobaleno.

una poesia (?) mah..parole senza alcun senso..eppure a me piace...
teoricamente potrebbe piacere anche a qualcun'altro..
ma cosa è...solo un "maldestro" esercizio di miei titoli di altre poesie...
la matematica dove è?
sayonara
Solo per pignorare! Ma perchè anche insconsciamente hai preso un ritmo tutto pari nella prima metà della poesia e poi tutto dispari?
bho.... non lo sò!
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Monster

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Re: La proporzione divina
« Risposta #46 il: Giovedì 22 Maggio 2008, 12:01:30 »
Solo per pignorare! Ma perchè anche insconsciamente hai preso un ritmo tutto pari nella prima metà della poesia e poi tutto dispari?
bho.... non lo sò!
non l'ho scelto di proposito...è venuto da se...dagli ultimi (non ultimissimi) titoli di mie poesie..
puoi controllare!!
ciao

Offline Stefano Toschi

Re: La proporzione divina
« Risposta #47 il: Giovedì 22 Maggio 2008, 16:48:31 »
Quello che importa, Monster, non è il fatto che tu abbia costruito i versi e la strofa volutamente secondo un certo criterio o meno, ma il fatto che, comunque tu l’abbia ottenuta (anche in maniera del tutto casuale), ti piaccia come suona.
A questo punto è lecito domandarsi perché ti suona bene?
Un’analisi metrica potrebbe forse darci qualche risposta, nonostante che tu non abbia voluto usare nessuna metrica.
Visto che siamo in un topic sperimentale ci provo. :)
Quello che cercherò di analizzare è il ritmo accentuativo della strofa.
I numeri indicano la posizione degli accenti ritmici, accanto è riportato il tipo di verso.

Nùbi,                              1 bisillabo
ondéggiano.                     2 trisillabo sdrucciolo
Metamòrfosi di sògni.         3-7 ottonario
Lùna,                              1 bisillabo
vestìta d'argènto.              2-5 senario
Un'àlba gentìle,                  2-5 senario
spiàgge desérte.                1-4 quinario
La séra ha divoràto             2-6 settenario
silènzio.                            2 ternario
I tuòi pensièri,                   2-4 quinario
una farfàlla (sènza le àli).    4-6-8 novenario
L'innocènza dell'àlba,          3-6 settenario
coriàndoli d'àrcobalèno.       2-(6)-8 novenario

continua
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Stefano Toschi

Re: La proporzione divina
« Risposta #48 il: Giovedì 22 Maggio 2008, 16:51:51 »
Si nota una netta prevalenza del ritmo binario (7 versi su 13), la cui monotonia è interrotta di tanto in tanto da versi più brevi, con un solo accento ritmico, o più lunghi, con tre accenti ritmici, i quali si discostano, però, poco dal ritmo principale ( di una sola unità, diciamo).
Trovo utile suddividere la strofa in tre parti che presentano, ciascuna, strutture dotate di una certa simmetria.

Prima parte.
I primi tre versi presentano la seguente struttura ritmica:
1 accento
1 accento
2 accenti
I primi due possono essere visti come un verso a ritmo binario(un quaternario) spezzato in due che si rispecchia nel terzo verso ottonario.

Seconda parte.
I successivi sei versi presentano la seguente struttura ritmica perfettamente simmetrica:
1 accento
2 accenti
2 accenti
2 accenti
2 accenti
1 accento

Terza parte.
Gli ultimi quattro versi presentano la seguente struttura ritmica alternata:
2 accenti
3  accenti
2 accenti
3 accenti

Si può anche notare che il gruppo di due versi che chiude la seconda parte contiene tre accenti ritmici anticipando in qualche modo l’alternanza della terza parte.
Mentre il gruppo di due versi che apre la seconda parte ha la stessa struttura ritmica di quello che chiude la prima.
Credo che l’uniformità ritmica gradualmente variata e la struttura “ordinata” delle parti, unitamente ad un certo andamento “crescente”, possano dare una qualche ragione della sensazione di “piacere” provata.
Ora se è possibile dare conto della sensazione di “piacere” provata dalla mente tramite l’orecchio attraverso un’analisi “numerica” (lasciamo stare la matematica) è verosimile che si possa “progettare numericamente” una struttura che possa risultare piacevole alla mente e all’orecchio, forse con risultati anche superiori a quelli ottenuti in maniera spontanea.
Il che, naturalmente, non è una mia scoperta ma è stato fatto praticamente da sempre.
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Alessandro.S

  • Visitatore
Re: La proporzione divina
« Risposta #49 il: Venerdì 30 Maggio 2008, 21:06:26 »
Ho seguito tutta la spiegazione di Stefano.
Penso che la proporzione divina sia interessante: qualcosa che si ritrovi in natura, nel corpo umano ecc. non può che colpire l'uomo!
Ma <<schiaffare>> una poesia entro le sue dimensioni è puramente artificiale... la ''dimensione'' è bella e misteriosa perchè divina, ma la poesia -che a parer mio fino a un certo punto deve seguire gli schemi- è qualcosa che va di per sé, e mi sembra un pò una 'forzatura' quello di cui state discutendo. Naturalmente è solo una considerazione. Tra l'altro oltre a fare una bella confusione si incappa pure nella questione della difficoltà di rientrare nello schema complicato da Stefano proposto, e secondo me l'elemento più importante di una poesia è la potenza, l'espressione e l'immensità della parola e non cavilli ormai fuori moda quali complicate attinenze a una metrica così terribilmente complicata!
Interessante discorso...
                                                         Alessandro

Offline Zima

Re: La proporzione divina
« Risposta #50 il: Sabato 31 Maggio 2008, 19:49:52 »
arrivo un po' in ritardo a leggere questa discussione che trovo estremamente interessante...

di certo ripeterò in breve e in maniera meno articolata e potente, quello che già altri hanno detto prima di me, ma, volendo rispondere ad Alessandro, vorrei ricordare che ogni schema metrico impartisce delle misure...

vogliamo dire forse che l'infinito di Leopardi (tanto per citare una tra le poesie più famose) sia ingabbiata in uno schema? che non abbia potenza evocativa o che non trasmetta emozioni? ...eppure si tratta di endecasillabi, tutti pensati e costruiti a regola d'arte!  ;)

io credo che la poesia possa scorrere fluida, seppure incanalata in una forma precisa, e anzi, credo che la massima poesia si abbia proprio allorquando le parole scivolino sulla nostra lingua senza darci l'opportunità, prima di una analisi più approfondita, di capire che è stata "costruita", "misurata".

se la poesia è una musica di parole, dobbiamo ricordare che anche la stessa musica ha alla sua base la matematica...
ora non riesco a trovarlo, così su due piedi, ma qualche mese fa ho letto un libro scritto da un pianista contemporaneo, Giovanni Allevi, che, in un capitolo, parla proprio di quanto anche la musica sia "matematica".

questo proposto da Stefano, comunque, è un gioco linguistico che mi ha divertito molto, sebbene complicato! eheheheh!!! ;)
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Stefano Toschi

Re: La proporzione divina
« Risposta #51 il: Lunedì 2 Giugno 2008, 16:07:11 »
A proposito dell’utilizzo della Sezione Aurea nella musica può essere interessante, anche se un po’ lungo, leggere la pagina seguente:
http://www.sectioaurea.com/sectioaurea/S.A.&Musica.htm

Un brano esaminato nel saggio è il terzo movimento della Musica per archi, percussione e celesta del musicista ungherese Bèla Bartòk.
Ecco il link:
http://it.youtube.com/watch?v=zqZhft6hZ5E

Oltre alla musica classica, dove un uso esplicito e consapevole lo si trova soprattutto nel corso del novecento, l’autore analizza anche un brano dei Genesis: Firth of Fifth che secondo lui è volutamente strutturato secondo la Proporzione Divina.
Può essere ascoltato su Youtube:
http://it.youtube.com/watch?v=5ksoDr3Ip_w

"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Stefano Toschi

Re: La proporzione divina
« Risposta #52 il: Lunedì 2 Giugno 2008, 16:13:15 »
Curiosità su numeri di Fibonacci e poesia.

Pare che prima ancora che Fibonacci li ideasse la sequenza dei suoi numeri fosse stata “scoperta” nella poesia sanscrita.
Come in latino ed in greco, in sanscrito, le sillabe possono essere brevi (le indicherò con B) o lunghe (le indicherò con L). Si poneva quindi il problema di stabilire quante possibili varianti ammettesse un verso mantenendo una uguale durata. Assumendo che una sillaba lunga equivalga a due brevi abbiamo:

-per il verso della durata di una unità temporale, 1 sola possibilità: una sillaba breve (B)
-per il verso di due unità temporali,  2 possibilità: due brevi (BB) o una lunga (L)
-per il verso di tre unità temporali, 3 possibilità: BBB o BL o LB
-per il verso di quattro unità temporali, 5 possibilità: BBBB o LBB o BLB o BBL o LL
e così via: le variazioni possibili di ciascun metro sono uguali alla somma delle variazioni dei due metri precedenti.

Esiste testimonianza che ciò era noto ai poeti indiani sino dal VI secolo anche se in termini rigorosi la cosa è stata enunciata da Hemacandra qualche decennio prima di Fibonacci, nel XII secolo.

Nella poesia occidentale, un componimento che presenta forti tracce fibonaccesche, è il limerick: in esso il numero di versi è 5, il numero di piedi per verso (e quindi di accenti) è 3 (in tre versi che rimano tra loro) e 2 (in due versi che rimano tra loro), il numero totale di piedi (e di accenti) è 13, tutti numeri di Fibonacci.
Eccone uno di Edward Lear:

There was an Old Man with a beard,
Who said, 'It is just as I feared!
Two Owls and a Hen,
Four Larks and a Wren,
Have all built their nests in my beard!'


E anche noi ci siamo esercitati in passato:
http://www.scrivere.info/community/forum/index.php?topic=1706.0
"Ogni certezza è nel sogno" (E. Poe)

Offline Phersu

Re: La proporzione divina
« Risposta #53 il: Domenica 8 Giugno 2008, 15:14:14 »
Molto interessante il tuo intervento sulla sezione aurea applicata alla poesia, è quello che si "dovrebbe" fare, io purtroppo quando scrivo lascio la penna libera. Concordando sul fatto della poesia, aggiungerei che bisognerebbe applicare la sezione aurea a tutto ciò che ci circonda, ricercando e sfruttando l'armonia che ne deriva. Io, nei siti che mi attraggono, ricerco sempre la "vesica piscis", o mandorla indiana, che mi aiuta a capire e percepire non solo il significato dell'opera ma anche il suo scopo.