Concordo con Marina:
chapeauTutti sanno come ogni scritto poetico, in mano ai critici più sofisticati, possa trasformarsi in opera di grande contenuto o in emerita schifezza, in virtuosismo di stile o in vergognoso strafalcione. Senza andare lontano, lo avevi a suo tempo dimostrato anche tu, quanto il commento possa fare acquisire merito anche alla poesia più debole.
Qui non temo di essere smentita: sei riuscito, cazzeggiando, quindi di sicuro nel giro di pochi minuti, a liberare la vera poesia, quella per cui tanto si deve lavorare, quella di spessore sia nel contenuto, sia nella forma . [Quella che quando capita che mi viene a me, sono troppo soddisfatta]. Quella alla quale ambisco ad arrivare con una certa continuità; quella in cui la regola, la tecnica sono sottopelle, sono pelle, sono a fior di pelle. insomma, come dire... una cosa che sembra scritta come capita, dal primo che capita, ma che non fa una grinza e potrebbe essere messa al cospetto di chiunque macini seriamente poesia, ad ogni livello.
Non so se mi sono spiegata: è il rubinetto che si apre e lo "studio" scorre naturale nelle vene della poesia. Sei arrivato dove io non sono ancora riuscita, al punto in cui esce tutta la libertà prodotta dalla perfetta sincronia intelletto- mente- cuore, che convogliano nel tuo testo poetico, per poi andare a toccare, ri-scomposti, le corde del lettore.
filodiseta