La grande Silvia Saint ( ahahahah) presenta: "Il moto" di Peterpan

[silvia saint]

Il Moto

i colori volgono ad oriente
ci creiamo nel futuro
ci distruggiamo nel passato
moto naturale
da sinistra verso destra
le mani si aprono
con occhi
e respiri d'anima
chi puo' mai fermare il tempo...
chi puo' fermare la vita...
...ma createvi sempre piu' grandi

Autore: Peterpan

E il sipario si apre sull’Alba: tripudio di luce e colori, simbolo di un inizio sempre nuovo, ma mai al suo debutto.

E subito, senza affrontare percorsi di alcun tipo, si arriva ad una conclusione impossibile da contraddire:  l’uomo proietta, se stesso e il “mondo” nel futuro per necessità, per istinto di sopravvivenza,  si distrugge nel passato spinto dallo stesso istinto, incapace nel momento dell’errore- il presente- di averne davvero una piena percezione. Inevitabile sbaglio, quindi.
 
Sbaglio? Non esiste uomo che non abbia mai sbagliato.
Che lo sbaglio sia l’unica via condivisa unanimemente ed indiscutibilmente  per raggiungere un presente?
Un presente  da migliorare sempre con un nuovo futuro un nuovo giorno?
Che lo sbaglio sia una necessità, dunque, una ragione per affrontare un nuovo giorno con partecipazione?

La mente umana rimane un mistero per lo stesso uomo che riesce a vedere fuori di sé senza avere la piena coscienza del dentro sé e conosce il non-io meglio del proprio io.
Complimenti per la poesia e anche a me per il commento ahahahahah
Kisses
SS
  Silvia Saint fa parte del comitato Studi Seri: noi vi prendiamo sul serio ma non pretendiamo che voi facciate lo stesso ahahahahahha
Vi leggo tutti attenti a quello che scrivete! Ahahahhahahhaha

[Maurizio Brancaleoni]

Una buona poesia fuori dai soliti clichè sulla voglia di non crescere mai e che spinge comunque verso un futuro presumibilmente sempre migliore..
Complimenti alla Criticona per la scelta..

MorìS

[Oliviero Angelo Fuina]

Analisi dell'enunciato totalmente condivisibile.

Stilisticamente, però, la trovo un po' trascurata con quel doppio pronome personale "ci" in anafora iniziale e quei puntini di sospensione negli ultimi tre versi, come se in poesia non ci fossero altri più idonei espedienti per pause di sospensione e respiro.
(Ma si sa, sono io che sono intollerante ai tre puntini... - in poesia- )
Tutta la poesia, leggendola, sembra non regalare non dico picchi ma nemmeno altopiani poetici (liricamente parlando) ma solo (e comunque non è poco) profonde riflessioni in un tono quasi meditativo.
Trovo inoltre curioso, tornando alla tematica poetica, che un tale eterno concetto venga firmato a nome "Peter Pan", che del fermare il tempo cocciutamente ne ha fatto il proprio riconoscibile marchio.
Tutta la mia stima, a prescindere, all'autore e la mia simpatia.
Da dividere in condominio con la nostra Santissima Silvia