Prima parte del commento
“Distante è il tuo pensarmi”
Nota d’ammirevole poesia, aprire immediatamente l’animo del lettore ed il suo sguardo all’ennesimo cuore che parla.
Mi è sorta spontanea una perplessità (senza procedere nella lettura): se quel “distante” alludesse ad una separazione fisica (di lontananza) oppure indicasse un distacco mentale, oserei dire di rifiuto, prescindere dal concetto di spazio separare i due soggetti.
Proseguendo nella lettura, l’autrice ci risponde.
“…e nell’attesa ardo per la gelida
tua assenza”
Esiste “un’attesa”, che non è certo fine a se stessa.
Un’attesa che non dovrebbe concedere spazio ad equivoci (la poesia è basata su un amore corrisposto e la speranza sempre giustificata?).
Lui è distante, nel senso classico del termine: si trova provvisoriamente in un’altra città, paese o continente…semplicemente lontano.
Lei “arde”, desiderosa d’amarlo, nel “gelo” conseguente alla sua “assenza”
Quindi l’autrice, c’incalza teneramente…
“Sospesa mi ritrovo
a trasudare le sciolte
inibizioni”
Passione, erotismo, intimità dei gesti, amorevole follia…sono afferrabili in questi versi: un concentrato sapiente, una sintesi, di ciò che potenzialmente potrebbe essere (se quella lontananza non esistesse)…ma è necessariamente da rimandare.
Una sorta d’avventura in stand by, ma sicura, pronta, indiscutibile: il tipico atteggiamento di chi ama senza riserve e si vuole concedere…per amore.
Essere “sospesi” è un connotato tradizionale di chi ama: non si pensa, si ama! Quasi staccandosi da terra; molto più ragionevolmente, vedendo la terra e ciò che contiene con occhi profondamente diversi.