Autore Topic: "La gente di Kachachullo ha sete" di Oliviero Angelo Fuina  (Letto 1205 volte)

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Offline Marina Como

"La gente di Kachachullo ha sete" di Oliviero Angelo Fuina
« il: Giovedì 22 Novembre 2007, 20:25:29 »

Arido il terreno d’altopiano
d’un poco d’acqua che innalzi vita.

La gente di Kachachullo ha sete
nei passi ad impolverare l’aria
- quasi un giorno a coltivar speranza -
al pozzo che pompa ormai non funge.

Ad Ovest scende sporco il Billate
- fiume marrone di terra smossa -
contendendo il prezzo col bestiame
- un virulento futuro in palio -

Fonde son le orme più pesanti
- secchi d’acqua infetta sulle spalle -
Il presente brucia nella gola
arde nello sguardo l’ingiustizia.

Madri e figli a camminare il tempo
prima della prossima infezione
sogni evaporando nella strada
assetando domande di troppo.

Irrilevante è l’etnia Hadya
- ultimi fra gli ultimi del mondo -
debole si spegne il loro grido
anche nella Storia manca l’eco.

Arido il terreno d’altopiano:
prosciugata è l’ultima coscienza.


20/10/2007
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Marina Como

Re: "La gente di Kachachullo ha sete" di Oliviero Angelo Fuina
« Risposta #1 il: Giovedì 22 Novembre 2007, 20:28:15 »
Una splendida poesia dove già il titolo mostra la denuncia contro la mancanza di aiuti a quei popoli che soffrono il problema della siccità.
Un potere descrittivo che incide nelle coscienze, scava nei particolari, del paesaggio e dell'introspezione.
Un linguaggio che il poeta sfrutta in tutte le potenzialità ponendo in evidenza sia il paesaggio che la vita degli abitanti, sia la loro introspezione che quella del poeta stesso, dell'osservatore, del lettore. Riesce a coinvolgerci nella scena, ma senza la facile immedesimazione della pietà, no, Fuina ci offre qualcosa di più, ci regala l'empatia con quella gente, senza darci scampo, non possiamo più esentarci dal sentirci colpevoli di tale scempio, siamo noi, i fortunati che non facciamo nulla, noi tutti, che stiamo osservando i nostri fratelli, siamo resi consapevoli.
Dei fratelli unici ed irrecuperabili, come la gente hadya, azzeccatissime le figure messe a fuoco, una madre ed un figlio appunto, figure uniche per antonomasia.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Marina Como

Re: "La gente di Kachachullo ha sete" di Oliviero Angelo Fuina
« Risposta #2 il: Giovedì 22 Novembre 2007, 20:32:20 »
La poesia dalla struttura e ritmo perfetti, è sviluppata in decasillabi e quartine, eccetto la introduzione e la chiusa, che sono distici. Questa discrepanza è studiata apposta per il contenuto, che rappresenta la denuncia vera e propria. Oltre che con l'uso dei due versi la chiusa richiama anche con la ripetizione del primo rigo e lancia l'affondo nel cuore del lettore e nel messaggio.
Le quartine si snodano con la punteggiatura che funge anche da stacco di pensiero, dalla descrizione del paesaggio o introspettivo della gente, alla riflessione del poeta.
Alta capacità ed originalità descrittiva, l'autore ci offre un affresco davvero reale, con una proprietà di linguaggio che rasenta il genio (e per questo lo prediligo) nel suo ritmo, che naturalmente si porge al lettore in sottofondo, senza che questo pesi minimamente nel discorso che si sviluppa... forse non ce ne accorgiamo, ma leggendo Oliviero la musicalità ci prende e senza travolgerci ci accompagna, e... credetemi sulla parola, se pensate di star leggendo dei decasillabi nelle prime due righe... potete andare sul sicuro... saranno tutti decasillabi perfetti!
Per il resto... quante frasi potrei citare che mi hanno colpito! Ma... forse... basta! Parla la Poesia.
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.

Offline Oliviero Angelo Fuina

Re: "La gente di Kachachullo ha sete" di Oliviero Angelo Fuina
« Risposta #3 il: Giovedì 22 Novembre 2007, 21:47:52 »
Rimango piacevolmente stupito dall'attenta analisi, strutturale e "comunicativa", di questa mia poesia, da parte dell'attenta e capace Marina (che colgo l'occasione per ringraziare con tutta la mia incondizionata stima).

Ha saputo ottimamente cogliere la giusta valenza dei miei distici ed il percorso d'empatizzazione intrapreso, che ho tentato con gli eventuali lettori di questa mia composizione.

Felice anche d'essere riuscito ad evitare una facile retorica (che poteva solo distogliere da un voler dire), ho voluto portare a conoscenza "il fatto", i relativi disagi e i riverberi a vibrare coscienze e consapevolezze.

Approfitto per precisare meglio il contenuto.
Il problema specifico della popolazione di Kachachullo è che l'unico pozzo d'acqua (con pompa) si trova a Ropi, che dista a più di 15 km di distanza e può dare una media di quasi 2 litri d'acqua a persona per i 30.000 abitanti della zona... ma fra l'andare e tornare (ovviamente a piedi con relativo secchio) ci vogliono anche più di 8 ore. Questo con la speranza che funzioni, se si ha fortuna.
Il Billate (pseudo fiume della zona) è così sporco e melmoso che anche gli animali "lo schifano".
E si muore.
Le universali figure di una madre con figlio le ho inserite proprio per non far cadere in un dato meramente statistico questa logica e tragica conseguenza di una condizione umana di vita umanamente inaccettabile.

Alcuni nostri gruppi missionari e di volontari stanno attualmente portando avanti concreti progetti per una pompa d'acqua vicina e funzionante.
Ma troppo si è aspettato ed il fatto che questa popolazione sia composta per la quasi totalità di un'etnia fra le più irrilevanti (politicamente e socialmente) anche per la stessa Etiopia ha fatto si che il disinteresse si prolungasse in maniera inaccettabile.
Intanto, si continua a morire.
Ringrazio ancora per l'attenzione e per la possibilità che mi è stata data di poter aggiungere qualcosa.

Oliviero.

Offline Zima

Re: "La gente di Kachachullo ha sete" di Oliviero Angelo Fuina
« Risposta #4 il: Domenica 25 Novembre 2007, 19:25:24 »
come non concordare con il commento e l'analisi perfetta e completa di Marina...

una poesia denuncia che non provoca pietà, ma che come urlo somesso della gente d'Africa ci sveglia con la bocca secca... processo empatico che si svolge in lenti e strascinati decasillabi così come il trascinato passo assetato sotto il sole... ogni scelta non è casuale!

una poesia che ci rende tutti complici di un destino crudele.

ringrazio Oliver non solo per i suoi splendidi versi, ma per la ricerca che c'è dietro, non solo poetica e per l'introduzione al delicato argomento... risveglia la nostra coscienza sociale!

approfitto per ricordare che molte, troppe popolazioni  solo un po' + fortunate della gente di Kachachullo,  devono vivere con 20 litri d'acqua al giorno e anche meno che devono utilizzare sia per bere che per lavarsi, mentre noi ne buttiamo via centinaia ogni giorno per lavarci solo i denti... forse questa non è la sede adatta, ma vale sempre la pena ricordare di limitarei troppi sprechi inconsapevoli!!
"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.

Offline Marina Como

Re: "La gente di Kachachullo ha sete" di Oliviero Angelo Fuina
« Risposta #5 il: Domenica 29 Agosto 2010, 23:53:11 »
  Ho pensato di riproporre alcune poesie anche io!
Ma soprattutto di riproporre i commenti verso poesie che ci sono realmente piaciute!
Potete darmi torto?
Se voglio fare la stronza ci riesco bene.  Talmente bene che quasi quasi ci sono. O forse ci sono.  Si, deciso.