Autore Topic: "Mi senti?" di Mirella Crapanzano  (Letto 1552 volte)

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Tinode

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"Mi senti?" di Mirella Crapanzano
« il: Venerdì 30 Novembre 2007, 23:49:08 »
Mi senti?

”Mi senti? ”
Quando ascolto il tuo respiro
che ancora chiede comprensione
Quando passi il tuo sguardo distratto
tra la folla
su di me
”Mi senti? ”
Quando persa
mi accorgo di averti smarrito
nel fondo
dei miei pensieri.
E le tue mani
mi accarezzano
penetrando angoli nascosti
tra le pieghe del mio pudore
”Mi senti? ”
Quando
senza pudore
mi trascini via
senza sospiri
e fraintendimenti
”Mi senti? ”
Quando pronunci
mute parole
ad ogni tuo passo
Quando ormai
indifesa
sciolgo i grani
delle mie paure
E non temo
l'incuria del tempo
”Mi senti? ”
E adesso mi guardi
con parole colme
di linguaggi
ormai senza più tempo
e insieme danziamo...
la fine di noi due  
(Autore: Mirella Crapanzano)
 
Prima parte del commento
In questa poesia, scelta tra quelle d’autori di recente introduzione nella grande famiglia di “Scrivere”, ravviso un crescente, graduale, intrigante sapore d’accattivante rassegnazione (non mi è dato di sapere, nella sua forma espressiva, sino a che punto premeditata e fortemente voluta), caratterizzare una storia d’amore dall’epilogo amaro.
Ciò che mi colpisce dell’opera, e di riflesso della sua autrice, è una sorta di equilibrio (precario, ma mai messo in pericolosa discussione) tra definitiva rottura e malcelato rimpianto, quasi evocativo dell’intenzione, non tanto di recuperare il rapporto, quanto di conservarlo nel cuore, sebbene deludente…”senza più tempo”. Una questione di stile, oserei dire, che l’autrice possiede in quantità industriale.
Il titolo stesso (“Mi senti?”), di per se, non è affatto l’emblema di un irreparabile distacco, bensì il reclamo di un’evidente esigenza (ed è qui la sottile distinzione, tra la scelta di un addio denso di rabbia ed un addio pregno di tenerezza e comprensione). L’autrice pretende, in un contesto d’amore che lega due persone, d’essere ascoltata, considerata, soprattutto rispettata.
La chiave di lettura, pertanto, non è il semplice, asettico consuntivo di un momento trascorso, quanto la raffinata rievocazione di ciò che è accaduto, ma non è stato percepito e, quindi, tanto meno gestito dal soggetto amato. Intendo dire: l’autrice non si ferma alla denuncia del suo avvilimento, lo inquadra nitidamente comparandolo all’intero dell’intima sfera che circoscrive le sue attese di donna sensibile ed intelligente.


Tinode

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Re: "Mi senti?" di Mirella Crapanzano
« Risposta #1 il: Venerdì 30 Novembre 2007, 23:50:19 »
Seconda parte del commento

Quel “Mi senti?” al presente, più realisticamente si potrebbe (al prezzo di sacrificarne gli effetti…poetici/interpretativi) tradurre in un più perentorio: “Mi sentivi?”
Si, perché l’autrice intende, con una pacatezza figlia della sua natura, rivendicare il diritto di puntualizzare gli errori sciaguratamente ignorati dal suo uomo. Vuole che questo comprenda, in un ultimo slancio d’amore, che donna avesse di fronte e quanto non sia sta compresa nell’essere tale.
Quindi: amore, mi sentivi quando ascoltavo il tuo respiro…chiedere comprensione?
Quando distrattamente (magico, questo termine!!!) puntavi su me, quasi non t’interessasse realmente trovarmi, tra la folla?
Mi sentivi quando i miei occhi tradivano il fatto d’averti riposto negli angoli più nascosti di me?
Mi sentivi quando non rispettavi il mio pudore, le mie riserve, il mio ritegno…e mi trascinavi (altro termine di devastante poesia!!!) in un vortice di passione scevro di dolcezza e preludio?
Mi sentivi quando le tue parole nascevano mute?
Quando paurosa sgranavo le mie paure, semplicemente guardandoti?
Notevole la chiusa, d’effetto, come ogni bella poesia impone senza riserve: “…e insieme danziamo la fine di noi due”.
Amici, io sarò un sensibile cronico (azzarderei, senza ritorno), ma queste parole mi hanno veramente toccato.
L’autrice è così geniale nell’impossessarsi del paradosso (da non escludere a priori possa essere avvenuto veramente): danzare prima di lasciarsi per sempre! Un addio suggellato da lenti note che sfumano…

Tinode

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Re: "Mi senti?" di Mirella Crapanzano
« Risposta #2 il: Venerdì 30 Novembre 2007, 23:51:12 »
Terza parte del commento

Per concludere, il mio dovere d’indegno critico m’impone due raccomandazioni due e, soprattutto un incoraggiamento.

1.   Inserisci le pause, mi raccomando; sono vitali in poesia quanto il sentimento. Il tempo è fondamentale, soprattutto per il lettore: non dimenticare che esiste. Le pause ritmano l’emozione, affinché questa entri più potentemente nel cuore di chi legge; ma non ti preoccupare, sei tu che hai il “volante”, non altri. Imparerai da sola (i tecnici, ancor peggio, gli accademici, mi malediranno…ma non ti curar di loro e tira dritto); l’importante è che tu rispetti il senso della pausa…semplicemente inserendola laddove ritieni che il respiro del lettore debba fermarsi. Compreso? OK.

2.   A mio modesto avviso, mai ripetere due volte la stessa parola nella stessa poesia (se non in casi eccezionali, che lo giustificano oggettivamente): quel sostantivo maschile (“pudore”) così riavvicinato…è alquanto “fastidioso”; potrebbe rivelare una pochezza di termini ed immagini (uso della metafora) che non t’appartiene.


3.   Continua così: la tua poesia è colma di delicato sentire, di garbata musicalità. Lo stile, ne sono più che convinto, rispecchia il tuo carattere: mite, dolce, misurato, calmo, mai in preda all’istinto, riflessivo. Ancora il mio benvenuto tra noi: è un’autentica gioia che ciò sia avvenuto. Un abbraccio sincero, Giunga.

cipreacalend

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Re: "Mi senti?" di Mirella Crapanzano
« Risposta #3 il: Sabato 1 Dicembre 2007, 10:50:01 »
Caro Giunga,
permettimi di chiamarti così, il tuo commento mi ha commosso profondamente. Sei riuscito a entrare, come solo i miei amici più intimi, dentro le mie emozioni e il mio cuore, con sensibilità e delicatezza.
 Mi senti?" è il ricordo non felice di una lunga e travagliata storia d'amore, è un grido di attenzione, di rispetto, per tutti gli anni vissuti insieme e, nello spazio di poco, cancellati. E' un grido amaro e silenzioso, di orgoglio, di dignità offesa. C'è anche tanto amore, però, purtroppo quello non si spegne, come un interruttore, premendo un pulsante, magari fosse così..
Ti ringrazio per le tue belle parole e soprattutto per i consigli, preziosi.
La poesia mi permette di dare voce a una intimità meno visibile agli altri, a delle parti di me più nascoste. Nella vita privata e nel mio lavoro, io dipingo, sono vista come una donna forte, appassionata, vivace ed è la mia parte solare a venire fuori, ma solo la poesia mi permette di dare voce alla malinconia e alla mia parte lunare. Ancora grazie.
Mirella

Offline Zima

Re: "Mi senti?" di Mirella Crapanzano
« Risposta #4 il: Sabato 1 Dicembre 2007, 12:30:40 »
una poesia molto bella
densa di significato e di sentimento
immensamente profonda...

giunga l'ha letta alla perfezione, e il merito però non è solo di Giunga, ma dell'autrice stessa che con le sue parole è riuscita  a trasmettere per intero i suoi sentimenti!
quando leggere riesce a far entrare il lettore nell'animo stesso dell'autore, allora siamo di fronte ad una poesia!

concordo con i consigli che sono stati dati, questo testo ha bisogno di respirare, di regalare al lettore degli attimi di riflessione... le pause devono essere poste in modo tale da guidare la lettura!
così come le ripetizioni...assolutamente da evitare! non solo quelle di parole identiche ma anche di concetti identici... ;)

"proverò a spaccare
meridiane di silenzio,
come ghiaccio
sui mattoni della piazza
e sotto i nostri piedi"
r.d.