Autore Topic: "Paternità" Paolo Ursaia Paolo62  (Letto 1346 volte)

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alfredo

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"Paternità" Paolo Ursaia Paolo62
« il: Lunedì 26 Novembre 2007, 15:05:07 »

Mi chiedi, figlio mio,
una strada dritta per il successo.
D'altro, perdona, ti parlerò;
perché se tu fossi ricco, ma non uomo,
saresti una statua di gesso,
bella, e pronta a romperti
al primo impatto.
Questo vecchio uomo, allora,
cosa può raccomandarti?
Non aver paura di crescere lento,
ma di restare immobile;
resta aggrappato ai sogni,
perché, se morranno,
resterai uccello dalle ali spezzate.
E non temere se cadrai,
perché, ogni volta,
da terra qualcosa raccoglierai.
Fai tutto il bene possibile;
ricorda, amore e capacità
vanno a braccetto, e
amare è l'unico privilegio che avrai.
Rispetta gli altri come te stesso;
non aver paura della vita,
ma vivi fino in fondo,
e non smettere di emozionarti mai.

alfredo

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Re: "Paternità" Paolo Ursaia Paolo62
« Risposta #1 il: Lunedì 26 Novembre 2007, 15:08:30 »
Nel ritenere la poesia di Paolo Ursaia non pseudo come egli stesso afferma con la sua modestia, ma realistica nella componente di creazione poetica, bisogna imbattersi nella sua lettura per restarne avvinghiati dalla passione ed esserne trascinati in un tasporto volante tra ali di entusiasmo.
Questa ennesima opera di Paolo, dalla titolazione altamente scientifica che racchiude in sé tutta la storia della genesi, riesce a focalizzare la facilità con la quale riesce a mettersi  a confronto con la personalità del suo genitore, probabilmente già dipartito ed ora regnante nel regno dei sogni.
Un confronto fortemente richiesto perché lui possa emularlo, un dialogo dal quale vorrebbe l’imput a far bene, forse meglio nella sua vita futura ma ecco che la differenza generazionale viene a dimostrare come è necessario aver bisogno di quella saggezza savia tale da favorirne  un cammino roseo, onesto e probo.
L’interrogante ha bisogno di essere esortato, ha bisogno che quella figura lo esorti ad essere spronato ad incamminarsi nelle tortuosità della vita, con giudizio, passo dopo passo, senza strafare, senza pretendere raccogliere frutti dall’oggi al domani.
Lo esorta a rialzarsi qualora sente ed avverte di essere caduto, di non aver ancora raggiunto gli obiettivi che prima o poi verranno a coronamento di ciò che si è seminato.
Lo invita a non esser cinico, a vivere nell’umiltà e nutrire il sentimento del far bene, dell’altruismo.
Ecco, in sintesi, il risultato di un forte legame con la figura paterna del quale certamente ne aveva necessità di affrontare e di tutto ciò l’autore Ursaia
non è nuovo ad espressioni di forte sentimento altruistico, di amare il prossimo,di passionale dedizione verso la sua professione di medico-rianimatore  internista, fedele a quel giuramento che in forma solenne ebbe a riceverne copia un certo qual giorno della sua vita.
Il testo, semplice nella sua forma strutturale e  con leggerissime divergenze di tecnica poetica, dovute forse a più remota stesura, si presenta accogliente ed entusiasmante, pronto per essere riletto.







Offline Paolo Ursaia

Re: "Paternità" Paolo Ursaia Paolo62
« Risposta #2 il: Lunedì 26 Novembre 2007, 17:43:14 »
Caro Alfredo, scopro con notevole ritardo che hai  commentato una mia poesia.  Mi sono gradevolmente sentito colto nel segno: sia come ispirazione, che come epoca di stesura. Questa poesia, pseudo, come dico io, risale a circa quindici anni orsono. Ti ringrazio, e apprezzo il tuo dotto e competente commento.
« Ultima modifica: Lunedì 26 Novembre 2007, 19:26:22 da Elisabetta Randazzo »
Cunctando restituit