Mi fu suggerito da un prete: perché non istituisce una “cattedra dei non credenti”? Io ci pensai un momento, e poi presi sul serio la parola, indicando “cattedra dei non credenti” come, si direbbe in termine tecnico genitivo-soggettivo, i “non credenti in cattedra”. Quindi chiamare dei non credenti a spiegare perché non credono. Io chiedevo, non di credere o non credere, ma chiedevo: siete pensanti o non pensanti? Se siete pensanti, venite liberamente. L'importante è che voi impariate a pensare, e impariate a inquietarvi. Se credenti, a inquietarvi della vostra fede, sarà veramente fondata? Se non credenti, a inquietarvi della vostra non-credenza, sarà veramente fondata?